Tre stranieri che hanno avuto successo nel business in Russia

Economia
KSENIA ZUBACHEVA
Pensate anche voi di andare a fare a fare affari nel Paese più grande del mondo? Volete rilevare un’azienda o aprire una start up? Ecco qualche consiglio da parte di chi ce l’ha fatta

Mettere in piedi un’attività in proprio è una decisione già difficile di per sé, ma ancor più quando lo si fa in un Paese straniero, immergendosi in un ambiente aziendale completamente estraneo, con una mentalità totalmente diversa. Solo i più coraggiosi e senza paura scelgono un percorso del genere. Ma a quanto pare, ai nostri giorni è un percorso sempre più battuto in Russia.

Ma cosa porta questi neo imprenditori proprio in Russia? E quali sono i segreti della gestione di un’azienda di successo qui? Scoprite le storie di tre imprenditori stranieri provenienti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, che sono venuti in Russia e ci sono rimasti. Sono stati intervistati dal canale televisivo RTVI (un canale in lingua russa che ha sede a New York), nel programma di Nikita Rudakov e del suo team di giornalisti.

Jay Close – L’americano che produce formaggio

Nato a New York, Jay Close ha viaggiato molto in vita sua, ma non pensava certo che sarebbe rimasto a vivere in Russia quando venne in visita nel Paese per la prima volta, nel 1993. Tuttavia, si rese subito conto che nessuno poteva capire questo Paese in soli 10 giorni. Quindi, tornò per una settimana, poi per un mese, poi due, e gradualmente ha deciso di rimanere per sempre. Negli anni Novanta, ha lavorato come chef in alcuni dei ristoranti di Mosca, ma alla fine si è allontanato dalla vita frenetica della capitale, scegliendo la calma della provincia russa.

Ora vive nel villaggio di Moshnitsy (75 chilometri a nord di Mosca) e gestisce un caseificio di proprietà che produce 50 tipi di formaggio, tra cui “gruyère”, “romano”, “cheddar” e “blue cheese”. “Il mio obiettivo qui in Russia è quello di produrre il miglior formaggio per i miei bambini, amici, ospiti e per tutti gli amanti del formaggio buono e di qualità”, dice.

La sua fattoria produce circa 80 kg di formaggio al mese, che viene venduto direttamente nella fattoria, nei mercati agricoli delle città vicine e online. I prezzi partono da 1.200 rubli (circa 17 euro) al kg. “I nostri prezzi non sono troppo alti, ma nemmeno troppo bassi”, ammette.

Qual è il segreto del suo successo? “Bisogna lavorare sodo e amare ciò che si fa. E non mollare mai”, spiega l’imprenditore agricolo. “Quando ti siedi per rilassarti, pensa cos’altro ti sei dimenticato di fare. C’è sempre un milione di cose da fare”. In effetti, lavora senza neanche un giorno di riposo a settimana, aprendo la sua fattoria ogni giorno alle 8 del mattino per ricevere un nuovo lotto di latte fresco dai suoi fornitori russi. Vive seguendo il programma di produzione del formaggio, che ha imparato in Olanda e Francia.

Avendo vissuto in Russia negli ultimi 25 anni, Jay ammette che ci sono alcuni problemi nella produzione del formaggio russo che non giocano a favore dei produttori locali. Secondo lui, la Russia sfigura un po’, se comparata per esempio con l’Olanda, dove le mucche sono nutrite con particolare attenzione, e inoltre non ci sono ancora molti mercati stabili a Mosca o in altre città, dove gli agricoltori possano offrire i loro prodotti a prezzi decenti.

Tuttavia, ammette che, anche se i suoi affari non avessero avuto successo, sarebbe rimasto a vivere nel Paese. “Ho fatto molte cose, e qui mi sento importante”, conclude Jay.

David Henderson-Stewart – L’inglese che ha fatto rivivere un marchio di orologi russi

Nel 2009, David Henderson-Stewart ha collegato la sua vita con la Russia diventando comproprietario della fabbrica di orologi Petrodvorets di San Pietroburgo. Inglese di origini russe e in precedenza avvocato, David è ora amministratore delegato della società che cura le tecnologie dei leggendari orologi “Raketa” e “Pobeda”. “La Russia è la mia vita”, dice. “Il nostro obiettivo è diventare la ‘Rolex’ russa”.

Rispondendo alla domanda sul fare affari in Russia, osserva che qui si può avere più libertà che in altri Paesi. “Inoltre, in Paesi come la Francia, non si troverebbero tali marchi con una storia così gloriosa da rianimare. Quindi siamo molto felici che sia possibile in Russia”, spiega.

Fondata nel 1721 da Pietro il Grande, la fabbrica non ha mai smesso di funzionare e ha attraversato i difficili anni Novanta-Duemila. Ma quando David ha acquistato l’azienda e ha lanciato la sua prima collezione, le cose non sono andate bene all’istante. Racconta che ci sono state molte volte in cui ha pensato di mollare la spugna, perché non funzionava nulla e non c’erano clienti, ma gradualmente sono riusciti a entrare nei negozi di lusso.

“Il settore del lusso offre prodotti rari. Pochi al mondo sono in grado di produrre orologi meccanici e nessuno può produrre i nostri orologi, che hanno un loro specifico meccanismo”, spiega. Negli anni successivi hanno restaurato la fabbrica, migliorata con standard moderni, condotto campagne pubblicitarie con la modella russa Natalja Vodjanova come protagonista, lanciato un proprio meccanismo di carica automatica e creato nuovi modelli per i cosmonauti, tra le altre cose.

L’azienda ha migliorato la sua posizione sul mercato, ma David incontra ancora alcuni problemi nell’attrarre investitori e nel rendere popolare il marchio tra i rappresentanti dell’élite russa. Inoltre, ammette che l’esperienza di condurre un’attività imprenditoriale in Russia non è per i deboli di cuore.

“Sono invecchiato molto. Rovina davvero il sistema nervoso, perché è uno stress enorme, ma bisogna comunque allenarsi costantemente per superarlo e continuare a trovare soluzioni”, afferma. “Gli affari in Russia sono molto più difficili che in Occidente. La mia istruzione (alla Sorbona e a Oxford) non mi ha aiutato affatto. Qui, le qualità personali sono molto più utili delle conoscenze che ho acquisito a Oxford!”

Michael Schaffarczyk – Il proprietario di un negozio di spartiti

Il ventiquattrenne Michael Schaffarczyk è nato in California, ha viaggiato molto, e vive in Russia da quando era un bambino. Nonostante abbia radici russe, ritiene di avere una mentalità anglosassone.

Ha studiato in una scuola di musica a San Pietroburgo, poi a Parigi, e ora lavora come violinista al Teatro Mariinskij. Ma non è tutto: il suo amore per la musica e la voglia di cambiare il mondo in meglio lo ha spinto a iniziare la propria attività in Russia, dove vende spartiti musicali. Questi ultimi erano in precedenza una cosa rara in Russia e i musicisti dovevano cercarli all’estero. “Abbiamo cercato di affrontare questo problema. È così che siamo riusciti ad aprire il primo negozio del genere in Russia”, spiega. Ora il suo business ha compiuto tre anni. “Ho due partner, che sono anche miei amici. Abbiamo investito i nostri soldi e preso in prestito la somma mancante per aprire il negozio. Nel complesso, ci sono voluti poco più di 2 milioni di rubli (28.500 euro). “

Come dice, il negozio ormai si è ripagato ed è popolare tra gli studenti e i professori del Conservatorio, così come tra chi lavora nei teatri e nelle orchestre. “Gestire un’azienda è difficile ovunque, ma ogni luogo ha le sue specifiche difficoltà”, sottolinea Michael. “In Russia, le difficoltà sono, da un lato, l’enorme regolamentazione di assolutamente ogni aspetto del business e, dall’altro, il mancato rispetto di tali regole”.

Secondo lui, ci sono molte opportunità in Russia, con molte nicchie disponibili e un sacco di potenziale per crescere. Tuttavia, avverte che si deve lavorare sodo e combattere contro ogni imprevedibile bastone fra le ruote, inclusi quelli messi del sistema. Per quanto riguarda i problemi chiave che affliggono la sua attività, cita le difficoltà di comunicazione con gli enti fiscali statali, la scarsa consapevolezza pubblica della disponibilità degli spartiti sul mercato e la ridotta capacità di spesa, per via del benessere non diffuso. “I clienti spesso hanno pochi soldi e per loro i nostri prezzi sono troppo alti”, ammette.

Nonostante le difficoltà, tuttavia, Michael è sicuro che la sua attività continuerà a crescere. “Vogliamo sviluppare le vendite online in tutta la Russia e lo stiamo già facendo. E non solo in Russia, stiamo raggiungendo anche i Paesi vicini”, afferma.

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