Vodka, banja e donne al potere: un top manager italiano racconta com’è lavorare in Russia

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Luigi Tozzi-Spadoni spiega come l’approccio al business dei russi sia diverso da quello che c’è negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. Ed è convinto che l’economia russa abbia un futuro più brillante rispetto alle prospettive di alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia

Sono venuto in Russia tre anni fa per dare una mano nella ristrutturazione del dipartimento commerciale della mia azienda, la Baker Hughes, una compagnia di General Electric che opera nel settore petrolifero e del gas. A quel tempo avevo già vent’anni di esperienza professionale, e avevo vissuto in Medio Oriente e nel Regno Unito per molto tempo. Ho lasciato la mia famiglia (una moglie e due figli) a casa a Milano, perché non volevo che si spostassero, e andavo a trovarli ogni mese.

In poco tempo mi sono reso conto che in Russia c’è una grandissima quantità di persone di talento. Ho viaggiato e lavorato nel Regno Unito, in Medio Oriente e negli Stati Uniti e ho notato che i russi hanno un livello medio di istruzione davvero di alto livello. Più della metà dei russi che ho incontrato hanno anche qualche educazione musicale, il che per me è un indicatore chiave di una società forte. Qui la media dell’istruzione è molto alta, probabilmente la più alta che ho visto nella mia esperienza internazionale, e questo è un fattore molto positivo per coloro che vogliono gestire un’attività di successo. Uno può avere qualsiasi tipo di equipaggiamento, qualsiasi tecnologia, ma avere persone intelligenti è la chiave di tutto.

Il livello di discriminazione di genere, poi, qui è inferiore rispetto a quello dell’Italia. Il ruolo delle donne, la loro professionalità e la loro capacità di affrontare i problemi è sorprendente. Se devo classificare i miei colleghi, i dipendenti in posizione chiave sono per lo più donne. Possono non esserci tanti top manager donna nelle aziende statali russe come Rosneft e Gazprom, con cui facciamo business, ma nelle aziende internazionali ci sono molte donne e sono intelligenti ed esperte. La Russia può forse essere indietro rispetto all’Inghilterra o ai Paesi scandinavi in termini di uguaglianza di genere, ma io credo che in termini di libertà personale e opportunità sia un grande Paese in cui vivere.

Per fare affari in Russia devi stabilire relazioni interpersonali. In questo è molto simile all’Italia: se non c’è la fiducia personale, è difficile lavorare insieme, e questa connessione si sviluppa trascorrendo insieme del tempo, fino al punto in cui ti fidi dell’altra persona così tanto che non guardi nemmeno il contratto. Negozio contratti da più di vent’anni e dico sempre che un buon contratto è quello che viene firmato e messo via, e nessuno lo guarda più.

Questo approccio è diverso nei Paesi anglosassoni: gli americani e gli inglesi sono molto attenti nel negoziare ogni virgola del contratto, ma quando l’accordo è concluso non tornano mai sui loro passi. In Italia e in Russia viene negoziato un contratto, ma poi può sempre essere modificato in base alle circostanze.

Ci sono nicchie importanti nel mercato russo. Questo è un Paese di oltre 140 milioni di persone e c’è la necessità di raggiungere la popolazione al di fuori di Mosca e San Pietroburgo. Se avete un’azienda di tipo “business-to-consumer”, provate a scegliere come target queste parti del Paese. Si possono trovare opportunità significative che non sono ancora sfruttate.

Se pensate di fare affari in Russia, dovete avere un’attività sostenibile. Non è facile uscire una volta che avete investito del capitale qui, quindi potete farlo solo avendo committenze e ordini stranieri.

La localizzazione è cosa buona per avere successo, ma è necessario anche avere delle partnership. Pure le grandi aziende, come la General Electric (di cui Baker Hughes fa parte), cercano sempre partner locali che possano aiutare a superare la barriera linguistica, la burocrazia e siano anche disposte a mettere parte del loro capitale in gioco. Se tutto questo è fatto bene e se il business è costruito per diventare globale, ci sono buone probabilità di successo.

Ho bevuto abbastanza vodka (di quella che non puoi rifiutare) e sono andato alla banja con dei partner d’affari, ma sono stato fortunato da venire in Russia quando l’abitudine di bere durante le trattative d’affari era già diminuita in modo significativo. Alcuni miei colleghi ricordano che in passato era molto peggio. Anche se devo dire che mi piace bere con moderazione, ed è un buon modo per creare fiducia con i colleghi russi.

Il futuro dell’economia russa, a mio avviso, è molto più luminoso oggi rispetto alle prospettive di alcuni Paesi dell’Europa meridionale, come l’Italia, la Grecia o la Spagna. Fondamentalmente perché in Russia c’è ancora un vuoto da riempire, e perché le risorse di questo Paese sono enormi. È davvero una miniera d’oro. Se guardate indietro agli ultimi decenni, l’economia italiana è rimasta stagnante, mentre la Russia ha visto un grandissimo aumento della qualità della vita. Solo vent’anni fa la Russia non era neanche lontanamente paragonabile a quella di oggi: nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo il tenore di vita è vicino a quello di qualsiasi altra metropoli mondiale.

Per avere successo, la Russia ha bisogno di attrarre e trattenere i migliori talenti, e per questo il Paese deve risolvere problemi fondamentali, il più grande dei quali è la corruzione. Non nei grandi affari, che sono fatti professionalmente, ma nelle piccole questioni, che toccano la vita delle persone comuni. Sono italiano e abbiamo inventato tutto ciò, quindi capisco l’ostacolo. Spero che le attuali iniziative russe sulla promozione della digitalizzazione contribuiranno a ridurre al minimo la burocrazia e la corruzione. Il Paese ha solo bisogno di continuare a progredire.

Ciò che amo della lingua russa sono i modi di dire. Prendo lezioni di russo e ho imparato molte frasi come “хотели как лучше - получилось как всегда” (“Volevamo fare il meglio, ci è venuto come sempre”) o “тяжело в учении - легко в бою” (“Più duro è l’allenamento, più facile sarà il combattimento”). Li uso molto, perché se scegli quello adatto per la situazione, aiutano a stabilire una connessione personale e a capire la cultura russa. In Italia abbiamo molti detti simili, e questi dicono molto su come la gente pensa e vive la vita.

Dopo tre anni qui ho realizzato due cose. Innanzitutto, dobbiamo la nostra libertà in Italia non solo agli americani e agli inglesi, ma anche ai russi. E secondo, che la Russia è un Paese di amore, non di forza bruta. In Russia ho visto un’intensità di sentimenti che non ho visto da nessun’altra parte. E penso che questo mi abbia fatto innamorare davvero di questo Paese, perché l’anima di questo Paese è incredibile. Non so se vorrei che i miei figli si trasferissero qui, ma consiglierei a tutti di venire a vivere qui per alcuni anni.

Questa storia fa parte della nuova serie di articoli di Russia Beyond sui professionisti stranieri che lavorano e fanno affari in Russia

Otto consigli per avere successo in un incontro d’affari con i russi 

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