A Doha, in Qatar, si è discusso il futuro delle estrazioni del greggio.
: Egor Aleiev/TASSGli indici azionari delle materie prime praticamente non hanno reagito al vertice di Doha: i prezzi del petrolio hanno oscillato all’interno del proprio margine quotidiano, arrivando a una media di 41 collari al barile. “Ciò significa che i risultati dei negoziati non hanno dato indicazioni chiare al mercato - ha commentato Aleksandr Pasechnik, direttore della sezione analitica della Fondazione di Sicurezza energetica nazionale (FNEB la sigla in russo) -. In futuro la reazione degli speculatori a questo tipo di incontri non sarà così drastica”. Secondo l’esperto, il prezzo del petrolio oscillerà a breve tra i 40 e i 45 dollari al barile, una fascia di prezzo perfettamente sopportabile per il bilancio russo.
Il 17 aprile a Doha (Qatar) si sono svolti i negoziati tra 17 Paesi produttori di petrolio, tra cui Russia e Arabia Saudita. Durante questo vertice si u00e8 cercato di arrivare a un accordo per congelare le estrazioni del greggio. Non u00e8 stato peru00f2 possibile firmare alcun documento a causa della posizione dellu2019Arabia Saudita, che pretendeva che la dichiarazione portasse la firma di tutti i Paesi dellu2019Opec, compresi Iran e Libia. Una richiesta irrealizzabile, poichu00e9 lu2019Iran aveva riconfermato lu2019intenzione di voler incrementare le estrazioni per raggiungere il volume precedente alle sanzioni, che era pari a 4 milioni di barili al giorno, mentre la Libia non controlla la propria produzione petrolifera.Gli imprenditori del settore petrolifero hanno raggiunto un tasso tollerabile per il bilancio russo negli ultimi mesi, mentre si svolgevano i preparativi per l’incontro in Qatar. A metà febbraio sono iniziate le speculazioni circa la possibilità di congelare il volume di estrazione nei principali Paesi esportatori. A partire da questo momento, i prezzi hanno iniziato a salire gradualmente dai 32 dollari al barile (16 febbraio) fino ai 44 dollari del 12 aprile. Secondo Pasechnik, su questa tendenza hanno pesato diversi fattori. Gli investimenti in progetti complessi (lo sviluppo di una piattaforma e dell’olio di scisto) sono stati posticipati. Una cosa che ha creato restrizioni nella fornitura di petrolio. Inoltre, durante il periodo dei prezzi bassi del petrolio, la domanda è aumentata. La Cina, per esempio, ha incrementato nel primo trimestre dell’anno le importazioni di oro nero. Un fattore che stimola la domanda mondiale. “Questi fattori insieme comportano l’eccesso di offerta che si registrava nel mercato all’inizio di gennaio (due milioni di barili in eccesso al giorno). Questa eccedenza ora è minore”, riassume Pasechnik.
I Paesi produttori di petrolio a Doha non hanno trovato un accordo per congelare la produzione e stabilizzare i prezzi. Fonte: EPA
Quali fattori influenzeranno il petrolio?
“Il mercato del petrolio può trovarsi in stato febbricitante, poiché esistono tre fattori prevedibili che influenzerebbero i prezzi”, sostiene Sergej Pravosudov, direttore dell’Istituto di energia nazionale. “I prezzi dipenderanno dal peso della caduta dell’estrazione di petrolio negli Stati Uniti, dall’incremento di questo indice in Iran e Iraq e dal ritmo della crescita della domanda mondiale di petrolio - spiega -. Sicuramente i partecipanti dei negoziati di Doha non volevano prendere nessun tipo di accordo”. D’altronde le principali potenze del petrolio, eccetto Irak e Iran, non hanno la pretesa di aumentare le estrazioni.
“La Russia non ha modo di aumentare le estrazioni, poiché ormai da molti anni estrae il massimo - conclude l’esperto -. Anche l’Arabia Saudita produce al massimo, e assicura di avere i mezzi per aumentare la produzione. Nessuno tuttavia può dimostrare né smentire questa informazione”.
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