Chi è Nikita Efremov, l’attore che interpreta l’inventore del Tetris nel film su Apple TV+? (FOTO)

Legion Media
Nato in una celebre famiglia di attori, con il padre che sta scontando la pena in un carcere russo per aver ucciso una persona in un incidente stradale, il giovane interprete, scritturato da Jon S. Baird, ha dovuto fare un lungo percorso per uscire da una vita di eccessi

Negli Usa, “Tetris” veniva pubblicizzato come il primo gioco da “oltrecortina”. Il gioco si vendeva in una scatola rossa con l’immagine della Cattedrale di San Basilio e la lettera “C” che imitava falce e martello. Il creatore del gioco, il programmatore sovietico Aleksej Pazhitnov (1956-), lavorava al Centro di calcolo dell’Accademia delle Scienze dell’Urss. I suoi interessi professionali riguardavano l’intelligenza artificiale. Era talmente appassionato dal suo lavoro, che spesso restava in ufficio anche per la notte. Prima di addormentarsi, sperimentava con ogni sorta di giochi elettronici.  

Questa è la breve preistoria di “Tetris”, videogioco che ha conquistato il mondo, al quale il regista scozzese Jon S. Baird ha dedicato il suo nuovo film, girato per Apple Tv+. Il ruolo di Aleksej Pazhitnov, creatore del gioco, è interpretato da Nikita Efremov (1988-). Che cosa sappiamo di lui?

Nikita discende da una celebre dinastia di attori, il che, certamente, non poteva non avere una sua influenza. Purtroppo, l’influenza dell’ambiente in cui è cresciuto non è stata per lui positiva. “Prima di risalire, avevo toccato il fondo”, confessa Nikita. 

Non pensava di diventare attore. Nella famiglia già c’erano due celebrità (il nonno, Oleg Efremov, star del cinema sovietico e fondatore del teatro Sovremennik, e suo padre Mikhail Efremov, artista emerito della Russia), ma a Nikita piaceva lo sport. Frequentava una scuola con formazione specializzata in fisica e matematica, e fino all’età di 12 anni ha avuto un altro cognome. La madre gli chiedeva di dire a tutti che era figlio di un ingegnere. 

“Durante l’ultimo anno di scuola ho capito che la matematica non faceva al caso mio. E poi, con un mio amico, abbiamo cominciato a dedicarci seriamente alla musica, e allora, forse, qualcosa di creativo si è “svegliato” dentro di me. Valutavo l’idea di iscrivermi a una scuola a indirizzo artistico”, racconta Nikita.

Ha frequentato una scuola musicale, diplomandosi in violino e arte vocale; ha suonato il pianoforte. Tuttavia, la vocazione “istrionica” non lo lasciava in pace, pertanto nel 2005 si è iscritto alla Scuola-studio del Teatro d’arte di Mosca. Quattro anni dopo ha vinto il premio “Zolotoj list” (“Foglia d’oro”) come miglior attore maschile per lo spettacolo “Che disgrazia l’ingegno!” (tratto dall’omonima commedia di Aleksandr Griboedov). 

“Dopo la scuola mi volevano praticamente tutti i teatri, dove avevo fatto il provino. Mi sembrava un po’ strano e, anzi, era un po’ offensivo: pensavo che mi volessero soltanto perché ero un Efremov. Allora ho deciso di andare al Sovremennik, il nostro teatro ‘di famiglia’”, ricorda l’attore.

Ha fatto il suo esordio nel cinema, quand’era ancora studente. Tuttavia, come ha confessato più tardi lo stesso Efremov, erano film che “io stesso non andrei mai a vedere”. “Siccome posso sembrare un po’ ‘sdolcinato’, i registi mi vedono soltanto nei panni di personaggi ‘corretti’, nessuno mi propone ruoli complessi che, invece, vorrei interpretare”, diceva all’epoca l’attore, confessando nel contempo che il teatro per lui è sempre stato più importante del cinema. Suo padre, tra l’altro, era piuttosto critico nei confronti di quanto il figlio faceva sul palco e nel cinema. 

Nello stesso periodo Efremov cominciò ad avere dei problemi mentali. A 21 anni tentò il suicidio. Abusava di alcol e si drogava. La dipendenza stava compromettendo la sua carriera, più volte non si presentava sul set e alle prove. Secondo l’attore, un dolore lo lacerava da dentro, soffriva di traumi dell’infanzia e di complessi. “Sono di quelli che accusano se stessi, se qualcosa non funziona. E allora comincio a rimasticare: il nonno come l’avrebbe fatto? E mio padre? Alla fine, mi creo da solo dei blocchi psicologici”, diceva l’attore. 

Dopo sbornie a non finire, dopo interviste in cui compariva ubriaco in tv, dopo il divorzio dall’attrice Jana Gladkikh (il matrimonio dura un anno, ma già  prima del divorzio Efremov comincia a uscire con altre donne) , dopo tutto ciò, nel 2106, Nikita scompare per un anno. Rifiuta offerte di lavoro, non figura più nelle cronache.

È stato il momento cruciale. L’attore segue un corso di psicoterapia, smette di bere, comincia a meditare. “Volevo capire, come era successo tutto questo, come ero finito in quella situazione”, avrebbe spiegato poi. 

Ci è riuscito. Efremov ha ripreso la sua carriera artistica. Comincia a lavorare per registi affermati, interpretando complessi personaggi e drammatici. Capisce che la magia del cognome dura i primi cinque minuti, dopo di che tutto dipende dal talento e dalla bravura dell’attore. Nella serie televisiva “Khoroshij chelovek” (“Una brava persona”) del regista Konstantin Bogomolov, interpreta la parte del maniaco (un personaggio realmente esistito), che per anni ha terrorizzato la città di Angarsk, in Siberia. In “Paziente zero”, che racconta la storia di un caso di massa di Hiv, e di come le autorità dell’Urss cercarono di nasconderlo, è uno dei protagonisti. Nel 2018 Nikita compare in “Summer” (“Leto”) di Kirill Serebrennikov, che ha vinto un premio a Cannes.

L’anno 2020 diventa fatale per tutta la famiglia Efremov. Guidando un fuoristrada, il padre di Nikita, l’attore Mikhail Efremov, è andato contromano, provocando un incidente, nel quale è morta una persona. I test hanno dimostrato la presenza nel sangue di Mikhail di alcol e di sostanze stupefacenti. L’attore che, come si diceva a Mosca, “poteva aprire molte porte”, è stato condannato a 7 anni e mezzo di reclusione. “Del processo hanno parlato tutti i media, per me è stato uno choc. Tutta la famiglia ne è rimasta sconvolta”, dice Nikita. Più tardi ha confessato che lui stesso aveva rischiato di fare la stessa fine, prima di chiedere aiuto.

Per fortuna, la tragedia non l’ha piegato. Vive ancora da solo, senza moglie e senza figli. Con l’attrice Marina Ivakina, con la quale è vissuto a lungo dopo il divorzio dalla prima moglie, si sono comunque lasciati. La carriera però gli va bene. Il talento di Efremov è stato notato dai produttori occidentali. Quando gli è stato proposto di fare un provino per “Tetris”, si è fatto crescere la barba e si è recato sul set. 

“Molte cose mi hanno stupito, in senso positivo. Con loro abbiamo due mentalità diverse. Da noi la troupe si trasforma subito in una specie di grande famiglia, con tutti i pro e i contro che ne conseguono. Loro, invece, rimangono distanziati uno dall’altro, sempre con benefici e svantaggi he ne derivano”, commenta Efremov la sua esperienza di lavoro con Jon S. Baird. “Loro hanno dei sindacati formidabili, ciascuno fa esattamente quello che deve fare. Quando sono arrivato, ho avuto l’impressione che il film fosse già pronto, bisognava semplicemente filmare”.

In parte, la trama è ambientata a Mosca, ma in realtà quelle scene sono state girate a Glasgow. Il co-protagonista di Nikita Efremov è Taron Egerton (“Kingsman”, “Rocketman”), che recita nei panni dell’olandese Henk Rogers, che detiene i diritti del videogioco insieme ad Aleksej Pazhitnov. La prima di “Tetris” si tiene venerdì 31 marzo su Apple TV+

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