Dieci libri imperdibili di scrittrici russe

Una storia post-apocalittica su un’epidemia che si è trasformata in una serie televisiva di successo, un romanzo autobiografico sulla sopravvivenza alla prigionia ai tempi di Stalin, una “Hogwarts sovietica” per ragazzi disabili… Di cos’altro hanno scritto le grandi narratrici russe dal XIX secolo a oggi?

1 / Nadezhda Durova, “Memorie del cavalier-pulzella” (1836)

L’unica rappresentante della letteratura russa femminile del XIX secolo nella nostra lista, è davvero eccezionale. Nadezhda Durova era una coraggiosa donna di cavalleria che servì nell’esercito e combatté contro la Francia napoleonica. Preferì farsi chiamare Aleksandr Aleksandrov (fu l’imperatore stesso che le permise di vestirsi da uomo e di chiamarsi con questo nome).

Nelle sue “Memorie”, la Durova scrive della sua vita e della terribile e dolorosa situazione in cui si trovavano le donne del suo tempo, nate essenzialmente per “vivere e morire in schiavitù”. Racconta di aver deciso a tutti i costi di “separarsi dal sesso che pensavo fosse sotto la maledizione di Dio”. Descrive anche come ingannò per entrare nell’esercito e racconta le prime battaglie.

Il libro fu pubblicato per la prima volta da Aleksandr Pushkin, che rivelò la personalità e il sesso della Durova che aveva tenuto nascosto. Questo “outing” senza il suo permesso fece arrabbiare la Durova, ma Pushkin le rispose: “Sii coraggiosa ed entra nel campo della letteratura con lo stesso coraggio che ti ha reso famosa [sul campo di battaglia]”.

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2 / Evgenija Ginzburg, “Viaggio nella vertigine” (1967)

Durante le purghe staliniane, nel 1937, Evgenija Ginzburg fu arrestata e trascorse 10 anni in prigione. Nel suo romanzo autobiografico, l’autrice descrive la sua esperienza nel carcere sovietico in modo duro e scioccante. Racconta come il sistema trattasse terribilmente un uomo comune. Come le accuse fossero inventate, come le persone (e persino le donne) venissero picchiate durante gli interrogatori e costrette a confessare crimini che non avevano commesso.

Questo libro, scritto nel 1967, è stato pubblicato in Urss solo nel 1988. Rimase vietato per molti anni come molte altre opere che denunciavano gli orrori del regime stalinista. L’autrice descrive il suo libro come una “cronaca dell’epoca del culto della personalità”.

Nel 2009 è uscito il film “Viaggio nella vertigine”, basato sul libro e diretto dalla regista olandese Marleen Gorris. Il ruolo di Evgenija Ginzburg è interpretato da Emily Watson. Dal 1989 – e ancora oggi – lo spettacolo teatrale è in scena al Teatro Sovremennik di Mosca.

3 / Lidija Ginzburg, “Leningrado. Memorie di un assedio” (1942-62)

Lidija Ginzburg è nota al pubblico russo come studiosa di letteratura sovietica e memorialista che ha conosciuto di persona grandi nomi dell’Avanguardia russa del primo Novecento. Ha vissuto l’Epoca d’argento della poesia pietroburghese... e, allo stesso tempo, ha trascorso l’intero assedio di Leningrado in città, durante la Seconda guerra mondiale, nel 1941-43. 

La Ginzburg descrive le lotte delle persone che erano prive di cibo, riscaldamento e acqua. Soffrivano di malattie e dovevano affrontare la vita da soli. Non era per niente facile anche a causa degli inverni incredibilmente rigidi.

L’autrice rende omaggio alla gente di Leningrado assediata che ha continuato a lavorare finché ha potuto e ha cercato di salvare se stessa e i propri familiari, se possibile. La stessa Ginzburg perse la madre durante l’assedio (morì di fame). Le sue “Memorie” videro la luce solo durante la Perestrojka alla fine degli anni Ottanta, portando finalmente alla fama la donna già ultraottantenne.

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4 / Ljudmila Ulitskaja, “Daniel Stein. Traduttore” (2006)

Questo libro va oltre la letteratura russa e racconta una storia fantastica che si adatta a qualsiasi nazione e religione. Considerato uno dei più grandi autori russi moderni, Ljudimila Ulitskaja descrive l’incredibile vita di un ebreo polacco di nome Daniel Stein, che aiuta altri ebrei a fuggire dal ghetto.

Dopo la guerra, Daniel Stein finisce in Israele e, nonostante sia ebreo, presta servizio in una chiesa cattolica e dà asilo e sostegno ad altre persone come lui, estranee alla società. La sua saggezza e la sua influenza sono così grandi che arriva a scambiarsi lettere con il Papa.

Il romanzo è basato sulla storia vera di Shmuel Oswald Rufeisen, Padre Daniel, che Ulitskaja ha intervistato e ammirato. Il romanzo è una raccolta di lettere, conversazioni, trascrizioni e diari.

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5 / Elena Chizhova, “Il tempo delle donne” (2009)

Questo libro assolutamente straordinario vi farà credere che le donne possano fare qualsiasi cosa e che possano vivere in questo mondo senza uomini… La trama, interamente incentrata sulle donne, mostra tre generazioni e cinque destini assolutamente diversi nel corso del turbolento XX secolo.

Una donna di provincia di nome Antonina si trasferisce in una kommunalka di Leningrado negli anni Sessanta. Rimane incinta e partorisce, ma non ha tempo per crescere la figlia (e teme la condanna sociale di una madre single che ha partorito senza essere sposata).

Così, le tre vicine di casa, signore anziane che dividono con lei l’appartamento in condivisione, si prendono cura della piccola. Attraverso lei, già cresciuta, conosciamo i complicati destini di queste donne sopravvissute all’assedio di Leningrado.

6 / Mariam Petrosjan, “La casa del tempo sospeso” (2009)

Immaginate una sorta di “Hogwarts sovietica” per bambini disabili; una scuola fondata più di cento anni fa e piena di segreti e misteri. Gli adolescenti usano sedie a rotelle o protesi e il capo della casa è cieco.

Si vive questa esperienza attraverso gli occhi di Smoker. Indaga sulla casa e scopre pagine oscure e persino sanguinose della sua storia. C’è anche un lato inferiore magico della casa, un mondo quasi parallelo.

Nonostante le 700 pagine, questo potrebbe essere uno dei libri più emozionanti che abbiate mai letto. Quando è stato pubblicato per la prima volta, nel 2009, ha fatto scalpore sulla scena letteraria russa. I critici di tutto il mondo hanno ammirato il libro, paragonando lo stile di Petrosjan a quello di J. K. Rowling e Donna Tartt.

7 / Marina Stepnova, “Le donne di Lazar” (2011)

Lazarus Lindt, genio matematico ebreo, è stranamente indisturbato dalla Rivoluzione del 1917, dalla Guerra Civile, dalle purghe staliniane e persino dalla Seconda Guerra Mondiale.

Il protagonista racconta la sua storia attraverso il prisma delle donne che ha amato. All’inizio era la moglie del suo capo, che trattava Lazarus come un figlio. Poi la moglie Galina e infine la nipote, che non ha mai avuto la possibilità di conoscere.

Questa saga familiare non convenzionale attraversa tutto il XX secolo e mostra magistralmente come la vita delle persone comuni sia stata influenzata dagli sconvolgimenti politici del Paese, costringendole ad adattarsi a nuove condizioni di vita.

Stepnova ha studiato per diventare filologa, ma è cresciuta in una famiglia di medici e a 15 anni ha iniziato a lavorare come infermiera oncologica. È quindi in grado di sezionare l’animo umano non peggio di altri scrittori medici, come Anton Chekhov e Mikhail Bulgakov.

8 / Jana Vagner, “Vongozero” (“To the Lake”/“Epidemija”) (2011)

Vi piacciono i romanzi post-apocalittici? Immaginate: Mosca viene colpita da un virus mortale sconosciuto che infetta rapidamente le persone. Tossiscono sangue, gli occhi diventano bianchi, perdono la ragione e muoiono poco dopo. Un gruppo di familiari e amici cerca di fuggire dalla città, ma non è facile: è circondata da forze armate che non permettono a nessuno di uscire. L’obiettivo dei personaggi è quello di raggiungere un lago remoto per nascondersi in una casa abbandonata e sopravvivere alla pandemia.

Non sorprende che quando la serie russa “Epidemija”, basata sul libro di Jana Vagner, è uscita su Netflix (con il titolo di “To The Lake”) nel 2020, in piena epidemia di Covid-19, abbia rubato la scena!

Questo libro è nato come blog personale su Internet. Jana è sempre stata appassionata di storie post-apocalittiche e, nel 2008, ha iniziato a pubblicare i resoconti fittizi in prima persona di una sopravvissuta a un’epidemia post-apocalittica. I suoi post sono diventati virali, raccogliendo centinaia di commenti e reazioni. Così, un giorno, quando ha perso il suo lavoro principale, ha deciso di concentrarsi sulla scrittura.

9 / Guzel Jakhina, “Zulejka apre gli occhi” (2015)

Una donna musulmana da un piccolo villaggio tataro vive in un incubo degli anni Trenta, vittima delle pressioni del marito e della suocera. Ma la sua vita cambia drasticamente: le autorità sovietiche uccidono il marito e la portano in un campo di lavoro. Durante il tragitto verso il campo, la sua barca-prigione affonda nel mezzo del fiume Angara, in Siberia, e i detenuti che sopravvivono finiscono in una foresta.

Riescono a costruire una piroga e a superare le dure condizioni dell’inverno siberiano. Zulejkha dà alla luce il figlio del marito e, in modo bizzarro, proprio lì, in esilio e sotto scorta armata, scopre se stessa come persona, trova nuovi talenti e si sente più libera di quando era a casa!

Questo romanzo di debutto di Guzel Jakhina è diventato un bestseller in Russia e ha vinto numerosi premi letterari. Il libro è stato tradotto in decine di lingue e, nel 2020, una serie basata sul libro è stata trasmessa dalla tv russa.

10 / Maria Stepanova, “Memoria della memoria” (2017)

Questo libro non è né un romanzo né un diario; è una raccolta di saggi, una saggistica filosofica scritta come poesia in prosa.

La Stepanova inizia il suo libro con la morte della zia Galja. L’autrice visita l’appartamento della zia e, con nostalgia, dà un’occhiata ai suoi oggetti personali. Quella gonna doveva essere indossata per le riunioni di famiglia, quella vecchia spilla apparteneva alla nonna e non veniva messa da 40 anni…

Questo “archivio della zia” è stato per l’autrice un catalizzatore per scrivere la storia della famiglia. Questo libro è una panoramica della storia familiare di Maria, un tentativo di gettare uno sguardo sul passato, di riassumere gli echi dei ricordi dell’infanzia e di scoprire la natura della memoria.

Di conseguenza, è diventato una brillante evocazione degli ultimi anni dell’Unione Sovietica e un bestseller. “Memoria della memoria” è stato inserito nella shortlist dell’International Booker Prize nel 2021.


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