Madre di Dio Akhtyrskaja, 1811
Curiosità: il tempo trascorso tra il ritrovamento dell’icona da parte di un sacerdote della chiesa del paesino di Akhtyrka, nel 1739, e il momento in cui comparvero le sue copie, fu davvero breve. Già nel 1811 gli orefici di Mosca crearono un prezioso rivestimento per questa sacra immagine. Sotto l’oklád (cornice/copertura) d’oro, l’icona sembra immersa in una luce soffusa. Le immagini della Vergine e di Cristo crocefisso sono attorniate da una riza cesellata con medaglioni lavorati ad incisione. Sull’ubrus, il telo che copre la testa della Madre di Dio, spiccano dei diamanti e sulla corona si vede un piccolo zaffiro.
Madre di Dio di Vladimir
Il primo oklad per questa icona, una delle più venerate in Russia, fu creato nel XII secolo per ordine del principe Andrej Bogoljubskij con oro, argento, pietre preziose e perle. Successivamente, la copertura fu rimaneggiata più volte, quella attuale risale al 1657, quando, su commissione del Patriarca Nikon, il maestro Pjotr Ivanov diede all’icona un aspetto più moderno decorandola con brillanti e smeraldi.
Madonna di Kazan’, 1775
Questa effige della Madre di Dio era venerata da tutti, dai contadini ai monarchi. Era anche considerata protettrice dei Romanov (la famiglia imperiale russa). La versione conservata nelle collezioni del Museo Ermitage di San Pietroburgo ha una copertura di argento dorato con ricche decorazioni cesellate. La riza della Madonna e di Gesù Bambino è cosparsa di perle che compongono dei grandi fiori, di ametiste e granati.
Cristo Pantrocratore, sec. X-XI
Non solo la decorazione, ma anche lo stesso materiale delle icone era, talvolta, alquanto insolito. Per esempio l’immagine di questo piccolo enkolpion, è stata incisa da maestri bizantini su una gemma di diaspro tenuta da un’incastonatura d’oro decorata con smeraldi, agate e almandini. Queste icone si portavano sul petto, si credeva che proteggessero la persona da ogni male.
Esaltazione della Madre di Dio, sec. XVII
L’icona “Esaltazione della Madre di Dio” apparteneva a Ivan Alekseevich (Ivan V), fratello maggiore e coreggente di Pietro I. Era di salute cagionevole, mentre l’icona era famosa per guarigioni miracolose. L’icona, dipinta da maestri del Cremlino di Mosca, fu decorata con una copertura di oro e pietre preziose sulle quali erano incise immagini di alcuni santi, tra cui Giovanni Battista, protettore celeste di Ivan V. Quello però che attira subito lo sguardo, è l’enorme cameo di zaffiro con effigie della Madonna col Bambino sul trono. Il cameo è molto più antico dell’icona, è opera di maestri di Costantinopoli del XII secolo.
Sant’Alessio, 1629
La famiglia imperiale russa aveva una tradizione: ordinare un particolare tipo di icona in occasione del battesimo dei figli. Questa icona si diceva mernaja (dal russo “mera”, cioè misura), in quanto era a grandezza naturale del bambino, e raffigurava il suo protettore celeste. Per lo zar Alessio Mikhajlovich, detto il Pio, i maestri del Cremlino di Mosca dipinsero l’icona di Sant’Alessio, decorata con un oklad d’oro, pietre preziose e perle. Quest’icona accompagnò il monarca per tutta la sua vita, e successivamente fece parte dell’iconostasi sopra la sua tomba dentro la cattedrale dell’Arcangelo Michele del Cremlino di Mosca.
Reliquiario, 1589
Piccola icona-reliquiario appartenuta alla zarina Irina Godunova (moglie dello zar di Russia Fëdor I, e sorella dello zar Boris Godunov). Consiste di due antine, ciascuna decorata con uno zaffiro, di cui una reca l’immagine di Santa Irene con attorno un ornamento vegetale e una scritta ornamentale vjaz realizzata con la tecnica della niellatura, e l’altra la Madonna con il Bambino. L’oklad è decorato con rubini, berilli e grandi perle che conferiscono all’icona una solennità particolare.
Madonna Pelagonitissa, sec. XVII
Dittico con copertura di metallo con le figure degli Arcangeli Michele e Gabriele. L’immagine della Madre di Dio è decorata con una corona e rjasna (pendenti) di perle, mentre il dittico stesso ha una decorazione a forma di serto. L’icona apparteneva al diplomatico Ivan Grjazev che partecipò a una missione diplomatica in Danimarca, fu latore di una lettera dello zar al re Giacomo d’Inghilterra e successivamente, quando fu nominato voidovoda di Astrakhan, convertì i Nogai in sudditi della Russia.
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