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Maria Safronova. Outpost, 2017
VladeyLe tecniche più amate da questa artista sembrano molto tradizionali: pittura figurativa e grafica. Ma dietro ai soggetti realistici, il più delle volte presi dalla vita quotidiana (scuola, ospedale, ufficio), c’è un’esposizione di assurdità e di critica sociale.
Maria Safronova. Ascensore, 2017
VladeyA volte l’analisi del “biosistema umano” porta l’autrice a visioni quasi surreali. Le sue mostre includono spesso modelli 3D o oggetti appositamente selezionati.
Roman Sakin. Curaspatia, 2020
XL GallerySakin crea realtà alternative, molto simili alla nostra; che è come se commentassero la realtà vera con un tocco di assurdità. Ha creato “Curaspatio”, un “sistema filosofico e terapeutico”; una sorta di progetto di stile di vita salutare con istruzioni assurde.
Roman Sakin. Dalla serie "Sculture controllabili"
romansakin.comE poi sono arrivate le “sculture guidabili” minimaliste, il cui aspetto doveva essere modificato manualmente. La “Signalnaja bashja” (ossia: “Torre di segnalazione”) nel cortile della Galleria Tretjakov, per esempio, è stata vista come un “simulatore di democrazia”: la comunità decide come debba essere l’oggetto.
Aidan Salakhova. Senza parole №1, 2014
VladeyLa figlia del famoso artista sovietico Tair Salakhov lavora brillantemente con il marmo (ha uno studio a Carrara), oltre a dedicarsi alla pittura e al disegno, e la semantica del suo lavoro si basa su immagini dell’Oriente trasposte attraverso il prisma della cultura europea, tra erotismo deliberato e sottile sensualità.
Aidan Salakhova. Ermafrodite, 1997
VladeyNegli anni Novanta, Ajdan ha aperto una delle prime gallerie commerciali di arte contemporanea nella Russia post-sovietica. Nel 2012 la galleria è stata ufficialmente chiusa e l’artista si è concentrata sul proprio lavoro.
Igor Samolet. Dal progetto "Mi sono svegliato già stanco" (trittico), 2020
VladeyIl tema principale del suo lavoro è la comunicazione contemporanea attraverso gli smartphone e l’impatto delle opportunità digitali sulla vita quotidiana. La maggior parte dei suoi lavori utilizza screenshot dallo schermo dell’iPhone personale: presentati in formati di stampe enormi, collage e sculture, trasformano il privato in pubblico, creando una sensazione di coinvolgimento nella vita di qualcun altro, così come il rovescio della tecnologia digitale nel proprio io.
Igor Samolet. Casa per la legna da ardere del progetto "Herbarium", 2014
VladeyCon l’aggiunta di oggetti quotidiani alle schermate, organizza lo spazio delle sue mostre alla maniera di Disneyland, e lo spettatore dovrebbe dimenticare le sue ansie e godersi l’ambientazione fiabesca.
Mostra della Scuola di disegno attivo e posa performativa North-7, 2017
North-7Il gruppo (il cui nome si traduce come “Nord-7”), formatosi a San Pietroburgo nel 2013, è uno dei collettivi più energici di oggi. La cosa principale per i “nordici” (il gruppo non ha confini chiari e consiste di nove membri permanenti, più “altri amici”) è l’interazione, il processo, la performatività, e una battaglia contro l’establishment su tutti i fronti.
Lost & Found North-7 Expedition, mostra all'MHKA. Anversa, Belgio, 2019
M HKA MuseumHanno organizzato una fiera d’arte contemporanea indipendente, il “Sankt-Dogvillburg”, con una “autoproclamata città degli artisti”, hanno aperto una scuola di disegno attivo e di posa performativa, e hanno tenuto numerose mostre, compresa una all’MHKA di Anversa.
Sergej Shekhovtsov. N. 1, dalla serie "Motocicli". 2002
Collezione di Ekaterina e Vladimir SemenikhinShekhovtsov è un pittore per formazione, laureato all’Istituto Accademico Surikov di Mosca. Tuttavia, è passato dalla pittura pura alla realizzazione di oggetti scultorei. La sua scelta dei materiali – plastica espansa, gommapiuma, nastro adesivo, vernice spray – ha giocato un ruolo importante in questo cambiamento.
Sergej Shekhovtsov. Il ragazzo e i piccioni, 2004
Museo di arte contemporanea GarageSergej ha sviluppato le proprie tecniche plastiche, che sono efficaci e facilmente riconoscibili per il pubblico. Un tempo il suo nome era associato esclusivamente al soprannome “gommapiuma” (“porolon” in russo), ma in seguito ha utilizzato anche altri materiali.
Igor Shelkovskij. Rilievi, 2019
Galleria Alina PinskyÈ uno scultore della leggendaria pleiade degli anticonformisti: quelli il cui lavoro si è sviluppato in opposizione all’imposizione del realismo socialista in epoca sovietica. Il suo stile di scultura si è formato fin dall’inizio degli anni Settanta: l’immagine è ridotta a uno schema, a una formula, a un segno.
Igor Shelkovskij. Un uomo che corre, 2019
Galleria Alina PinskyÈ interessato al paesaggio e allo spazio urbano, che decostruisce e ricrea: una nuvola in cielo, per esempio, è un insieme di blocchi di legno in tutte le tonalità di blu e azzurro, un albero è una struttura lineare racchiusa in una gabbia con sagome urbane. Nel 1976, Shelkovskij emigrò in Francia dove, tra il 1979 e il 1986, pubblicò “A-Ja”, una rivista che fece conoscere all’Occidente l’arte dell’underground sovietico.
Sergej Shutov. Mare (autoritratto), 1983
VladeySergej Shutov ha sperimentato diversi formati di arte contemporanea prima ancora che il termine “media artist” fosse conosciuto in Unione Sovietica. Rappresentante di primo piano dell’underground, è l’artista del film cult “Assa” (1987), che divenne il manifesto cinematografico della Perestrojka.
Sergej Shutov. Sole, 2017
Gallery 21Nel 1992 Shutov ha creato la prima installazione multimediale in Russia, “Chuvstvennye opity” (ossia: “Esperienze sensoriali”). La sua caratteristica è la costante sperimentazione nelle “terre di confine” tra pittura, performance, video e sound art e altri media.
Sveta Shuvaeva. Dalla serie "Personaggi della folla", 2015
VladeyL’artista è annoverata nella cosiddetta “Onda di Samara”, città dove ha vissuto dal 2003 al 2010 e ha studiato design ambientale all’Istituto di architettura, prendendo parte attiva nella vita di un gruppo di giovani artisti.
Svetlana Shuvaeva con la sua installazione "Offerta speciale vista sul lago..."
Smart ArtLa sua specializzazione ha fornito l’impulso per tutti i progetti futuri nei campi della grafica, del collage, delle installazioni, della moda. Nel 2015 è diventata una delle star della terza Biennale Industriale di Ekaterinburg con la sua serie “Personazh tolpy” (ossia: “Personaggio della folla”), un’imitazione semi-astratta di Kazimir Malevich, con persone senza volto in uno spazio metafisico. Da allora ha realizzato molti progetti in vari musei in Russia e in Europa.
Slava Ptrk. Il bucato, della serie "Solitudine", 2016
VladeyÈ uno dei giovani artisti di strada più visibili, che, e oltre ai graffiti ironici, lavora sui temi socio-politic: che si tratti delle guerre cecene, comprese in un progetto congiunto con il gruppo “SBPCh” intitolato “1999”, basato sui ricordi dei partecipanti e dei testimoni oculari, o dell’apatia generale del Paese nella performance “Pokh… pljashem” (“Che ce ne frega… balliamo”).
In quest’ultima, 50 coppie ballano un valzer nella neve e non vogliono sapere le cattive notizie, e quando il drone si alza sopra di loro, diventa evidente che con i loro corpi formano il titolo della performance.
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Haim Sokol. Senza titolo (sedie), 2009
Stella Art Foundation“Il mio compito e la principale sfida è trovare e mostrare tracce del passato nel presente, ma non per divertimento nostalgico, ma in modo che la traccia perduta risuoni con il presente”, dice l’artista, ricercatore e poeta Khaim Sokol. La storia (soprattutto della sua famiglia) e le esperienze traumatiche sono stati temi centrali nel suo lavoro fin dalla sua prima mostra, “Criptomnezija”, nel 2007.
Haim Sokol. Testimone
Museo d'arte moderna di MoscaDa allora, i suoi emblematici uccelli neri e le sue figure umane sono stati presentati in una varietà di progetti, tra cui mostre personali al MMOMA di Mosca e alla Galleria Tretjakov.
Aleksandra Sukhareva. Inizi, 2021
V-A-CL’artista è autrice di numerose installazioni e art object in cui la natura e il tempo giocano il ruolo di co-autori. Usa spesso le proprietà chimiche dei materiali come metafore per i suoi pensieri, esperienze e ricordi, che si tratti della crescita dei cristalli o dell’ossidazione delle superfici rispecchianti. La Sukhareva è ora uno degli artisti russi più richiesti in Europa.
Aleksandra Sukhareva. Arrivederci, Gaza, 2015
Museo di arte contemporanea GarageDal 2012, il suo lavoro è stato promosso dalla Fondazione V-A-C di Leonid Mikhelson e Teresa Mavika. Grazie a loro, ora partecipa all’autorevole mostra dOCUMENTA (13) a Kassel, e, insieme a Kirill Savchenkov, avrebbe dovuto rappresentare la Russia alla Biennale di Venezia 2022.
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Leonid Tishkov. Guarda casa tua
Arsenal. Centro di Arti contemporanee (Nizhnyj Novgorod)I suoi soggetti fantastici abbracciano varie forme d’arte, dalla grafica alle installazioni video, ai livre d’artist. La sua produzione è iniziata alla fine degli anni Settanta, quando, da studente di medicina, si è interessato alla caricatura, ha fatto conoscenza con la cerchia degli artisti concettuali moscoviti e ha lasciato la carriera da medico per la libera arte.
Leonid Tishkov. La strada che si allontana porta a se stessi, 2004
Stella Art FoundationSecondo Tishkov, lui ha un “modo di pensare mitologico”, in cui si intrecciano il folklore degli Urali, i racconti della nonna, la metafisica, la poesia del surrealismo francese e lo “zaum” (gli esperimenti linguistici di fonosimbolismo e di creazione del linguaggio) di Velimir Khlebnikov. Da questa miscela emerge una mitologia personale e trame incredibilmente ramificate.
Olga Tobreluts. Apollo e Giacinto, 2005
VladeyFormatasi come artista alla fine degli anni Ottanta, ha studiato architettura a Leningrado e computer grafica all’Istituto ART+COM di Berlino. È stata membro del leggendario gruppo “Novaja Akademija”, fondato da Timur Novikov.
Il neo-accademismo, con il suo culto del corpo umano, i canoni classici di bellezza e le numerose citazioni della storia dell’arte, si è combinato nella sua opera con la moderna tecnologia informatica. Pannelli lenticolari, video e pittura diventano un modo per creare il proprio meta-universo dove si incrociano moderni idoli pop, eroi antichi, pubblicità e marchi di moda.
Natalija Turnova. Majakovskij, 1990
VladeyLe origini della sua pittura sono nell’arte dei fauvisti. Ma solo la fonte, non il risultato. Natalja Turnova è un’artista indipendente che pensa a modo suo ed è libera da stereotipi. Il suo fascino per il genere del ritratto per molti anni l’ha portata alla creazione di un proprio stile, in cui il colore e la forma giocano il ruolo sia di caratteristiche psicologiche che di strumenti di analisi esistenziale.
Natalija Turnova. Dalla serie "Amore", 2002
VladeyDalla pittura ha derivato anche altri tipi di opere, tra cui art object, sculture e installazioni.
Ivan Tuzov. Collezione, 2013
VladeyLa pixel art è il biglietto da visita di questo artista. Nell’era digitale, fare immagini in cui i pixel sono disegnati o mosaicati non è nemmeno Glitch art, ma una mossa contro di essa, per quanto universale. In questo modo Tuzov può trasformare il leader del proletariato internazionale o un poliziotto in una sorta di personaggio dei cartoni animati; in eroi di una sciocca epopea.
Ivan Tuzov. Senza titolo, 2019
ARTZIPL’artista sta di nuovo producendo molto, dato che i suoi esperimenti con l’astrazione stanno guadagnando popolarità.
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Si tratta di un videoartista che lavora all’incrocio tra il cinema d’autore e la videoarte. I suoi film esplorano diversi gruppi sociali e comunità. Così “Krisis” (2016) è stato una riproposizione della polemica su Facebook intorno alla demolizione del monumento di Lenin a Kiev. Il film di maggior successo della sua carriera è stato “Gimny Moskovii” (ossia “Inni alla Moscovia”; 2018), un viaggio senza trama e visivamente impeccabile attraverso tre stili architettonici di Mosca: il classicismo socialista (gotico staliniano), il modernismo sovietico e l’architettura contemporanea.
La camera rovesciata a testa in giù avanza lentamente tra gli edifici simbolo, così che la città senza persone diventa un fantasma nell’azzurro del cielo limpido. Il film ha vinto premi cinematografici a Oberhausen, Melbourne, Vancouver e in altri festival. Il lavoro di Venkov è stato presentato a “documenta 14”, e una mostra personale si è tenuta all’M HKA Museum of Contemporary Art di Anversa nel 2020.
Aleksandr Vinogradov, Vladimir Dubossarskij. Il bacio. 2003
Collezione di Ekaterina e Vladimir SemenikhinDal 1994 al 2014 ha operato in tandem con Vladimir Dubossarskij. Il loro lavoro congiunto li ha portati al successo internazionale e commerciale. In termini stilistici la loro arte combinava le tecniche del realismo socialista e della pop art, mentre i loro temi riflettevano i sentimenti mainstream dei decenni post-sovietici con tutti gli orpelli della transizione al capitalismo.
Aleksandr Vinogradov. Incrocio dalla serie "Paradiso ideale", 2017
Aleksandr VinogradovNel suo lavoro da solo, Vinogradov si è allontanato il più possibile da questo stile. Sottile disegnatore e osservatore filosofico, dipinge paesaggi e vedute urbane riflesse nelle vetrine dei negozi e nei finestrini dei treni.
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Vadim Zakharov. Bauhaus Torah, 2002
Stella Art FoundationArtista della generazione degli anni Ottanta della nuova ondata dell’arte concettuale moscovita. Come molti, ha combinato nella sua arte la testualità con elementi di street art, ironizzando sulla generazione degli anni Settanta.
L'installazione Danaë di Vadim Zakharov al padiglione russo della 55° Biennale d'arte di Venezia, 2013
AFPDopo l’emigrazione in Germania, Zakharov è passato da un tono umoristico a uno più romantico. La sua arte è una riflessione senza fine, un ipertesto in cui si intersecano ricordi personali, sentimenti ed esperienze di letteratura e arte. Nel 2013 ha rappresentato la Russia alla Biennale di Venezia.
Anja Zhelud. Casa sul ciglio della strada, 2019
Oleg KrasnovSia che l’artista realizzi le sue sculture piegando barre di ferro sia che dipinga oggetti quotidiani con la vernice, i contorni risultanti sono l’essenza delle cose, i “nervi” con cui percepisce il mondo. Sia le sculture che i dipinti hanno un aspetto molto grafico.
Anja Zhelud. Ballo a scelta delle signore. 2008
Collezione di Ekaterina e Vladimir SemenikhinAnna Zhelud è un’artista della riflessione, non della vanità. E nonostante un successo come la sua partecipazione al programma principale della 53ª Biennale di Venezia nel 2009, nel 2012 ha organizzato a Mosca una mostra con distribuzione gratuita delle sue opere e in seguito ha aperto nella Regione di Mosca una “non-galleria”; un luogo dove il commercio non detta le regole.
Arsenij Zhilaev. Museo della cultura proletaria: L'industrializzazione della Boemia
German Bazashvili (CC BY-SA 3.0)La formazione filosofica ha spinto questo artista di Voronezh prima a comprendere e lavorare con il marxismo radicale e poi con il cosmismo russo. Sulla base delle idee di quest’ultima corrente, l’artista ha elaborato il concetto di creare musei immaginari, esenti dall’obbligo di mostrare l’arte canonica o universalmente riconosciuta.
Arsenij Zhilaev. Un frammento dell'installazione "Tsiolkovskij. Secondo avvento"
Museo di arte contemporanea GarageLe “istituzioni” che ha creato sotto forma di installazioni totali hanno affascinato il pubblico in molti veri musei e gallerie di tutto il mondo, e le più memorabili sono state esposte alla Galleria Tretjakov di Mosca e alla Casa dei Tre Oci a Venezia nell’ambito della Biennale 2015.
Bank-Shed. Oltre il centro, Novo-Molokovo, Russia, 2019
ZIP groupEldar Ganeev, Evgenij Rimkevich, Vasilij e Stepan Subbotin, che si sono uniti nel 2009 in occasione di un workshop alla Fabbrica di Strumenti di Misurazione (in russo: Zavod Izmeritelnykh Priborov; ZIP, da cui il nome), già un anno dopo erano tra i protagonisti della vita artistica di Mosca con l’ironica installazione “Zhivoj ugolok” (“Angolino vivo”), realizzata nel loro stile preferito di “estetica dell’interazione”.
Il lavoro del gruppo Zip esposto alla mostra "L'operaio e l'agricoltore collettivo. Fascicolo personale" a Mosca
Evgenij Bijatov/SputnikDa allora, hanno lavorato insieme non solo su installazioni interattive su larga scala, ma anche lanciato progetti culturali: il KISI (Istituto di arte contemporanea di Krasnodar), il centro culturale “Tipografija”, e una residenza artistica nel villaggio di Pjatikhatki.
Constantin Zvezdochyotov. Che Guevara, 2000
VladeyIl classico più ironico dell’arte contemporanea russa ha creato i suoi primi progetti significativi alla fine degli anni Settanta, tra cui il gruppo artistico Mukhomory, noto per le sue azioni parodistiche. Gli artisti prendevano in giro il pathos metafisico dei padri della “seconda avanguardia” e hanno cercato di essere il più possibile diversi da loro. Zvezdochetov ha conservato la sua intonazione satirica anche in seguito.
Konstantin Zvezdochetov. Trionfo e tentazione di Aybolit. 2006
Collezione di Ekaterina e Vladimir SemenikhinLa sua arte è un mix di cartoni animati sovietici, cinema e stampa tabloid, il che era molto nello spirito degli anni Novanta, inizio Duemila.
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