Cinque impronte russe nella nuova stagione di “Stranger Things”

Legion Media
L’apprezzata serie dei fratelli Duffer si tinge stavolta di elementi da Guerra Fredda e sceglie un’ambientazione in Kamchatka. E nonostante, in realtà, sia stata girata in Lituania, la scrupolosa attenzione ai dettagli rende il tutto molto credibile

Su Netflix sono usciti i primi sette episodi della quarta stagione del mega-successo dei gemelli Matt e Ross Duffer “Stranger Things”, una serie che racconta di una misteriosa ragazza con superpoteri, Undici, interpretata dall’attrice britannica Millie Bobby Brown, e dei suoi amici e nuovi genitori che cercano di salvare la città fittizia di Hawkins, nell’Indiana, e con essa non solo se stessi, ma anche il mondo intero. Gli ultimi due episodi della quarta stagione usciranno a luglio e in essi, a quanto pare, il male, se sconfitto, non lo sarà per molto tempo. Dopo tutto, c’è ancora un’ultima, quinta stagione a venire. I fratelli Duffer si sono ispirati non solo alla fantascienza tanto popolare degli anni Ottanta, periodo in cui si ambienta “Stranger Things”, ma anche al genere “Guerra Fredda”. Nella quarta stagione, per aumentare ancora la tensione non poteva certo mancare qualche “impronta russa”. Ecco cinque elementi russi di “Stranger Things”.

1 / La Kamchatka

Una delle location principali della quarta stagione della serie dei fratelli Duffer è diventata la penisola della Kamchatka, sulla quale i creatori di “Stranger Things” nel marzo 2022 hanno addirittura pubblicato un’opera a parte, dove contro i mostri del “lato oscuro” combattono anche degli adolescenti russi. La scelta della posizione geografica non è casuale: la penisola dista solo 4 ore di volo dall’Alaska. Questa stranissima Kamchatka è stata girata per lo più in Lituania e con neve artificiale, il che è visibile, nonostante l’ottima grafica della quarta stagione, una delle più costose per Netflix (la serie è costata sui 30 milioni di dollari). Detto questo, i fratelli Duffer, come è  tipico per loro, si sono concentrati sui dettagli. Ad esempio, proprio in una delle prime scene, che si svolge nella penisola russa, il guardiano Antonov (l’attore tedesco Tom Wlaschiha, noto per la serie “Il Trono di Spade/Game of Thrones”) parla al telefono pubblico con il personaggio interpretato da Winona Ryder. Sia la cabina che il telefono pubblico sono interamente sovietici, e – a sottolineare ancora una volta l’attenzione maniacale per i dettagli dei fratelli Duffer – vicino alla cornetta c’è una scritta apparentemente insignificante: “Kino”. È il nome di un gruppo rock sovietico molto popolare nell’era della Perestrojka, capeggiato da Viktor Tsoj. Nel 1984 pubblicarono un album intitolato “Nachalnik Kamchatki", simile al popolare film televisivo sovietico “Nachalnik Chukotki”. Lo stesso Viktor Tsoj, noto ai più per la canzone diventata l’inno della perestrojka,  “Peremen!" (“Cambiamenti!”), interpretata nel film "Assa" di Sergej Solovjov aveva trovato lavoro come fuochista in un locale caldaie di Leningrado, in via Blokhin, detto “Kamchatka” nell’autunno del 1986. E i fatti della quarta stagione di “Stranger Things” si svolgono nella primavera dello stesso anno. Tra l’altro, anche dopo la fine del sistema sovietico la parola “Kamchatka” veniva spesso usata per spaventare gli scolari russi: era il nome dell’ultima fila di banchi della classe, dove venivano “esiliati” gli alunni che prendevano i voti peggiori. A volte raggiunti dai più bravi della classe, pronti ad aiutare i ragazzi testardi a riprendere il cammino verso il miglioramento. 

2 / La Russia carceraria

Nella quarta stagione di “Stranger Things”, la Kamchatka è più che altro un elemento figurato. Rimanda all’intero sistema penale sovietico, dal Gulag alla prigione. Se ricordate il teaser dell’attuale “Stranger Things” dei fratelli Duffer, riecheggia notevolmente la parte finale di “Vokzal dljà dvoikh” (ossia “Stazione per due”; 1982), un classico della commedia sovietica, di Eldar Rjazanov. È improbabile che i fratelli Duffer abbiano visto quel film: la commedia è, dopo tutto, un genere molto difficile da trasporre in altre realtà culturali. Tuttavia, sono riusciti a creare una prigione sovietica, da un lato, chiaramente inscritta nello spazio (Kamchatka) e nel tempo (1986), ma dall’altro, capace di riflettere tutti gli stereotipi sulla Russia carceraria, certamente caratteristici dello sguardo americano sull’Urss durante la Guerra Fredda. Qui sono tutti rigorosamente russi, e, tra l’altro, parlano, cosa rara nel cinema americano, quasi senza accento. Non senza motivo. Ad esempio, uno dei prigionieri è interpretato da Pavel Lychnikov, che fin dai primi anni Novanta si è costruito una carriera a Hollywood e recita non solo nei progetti russi “Fizruk” (serie super-popolare del canale TNT, il quarto più influente in Russia, di proprietà di Gazprom-Media), ma si è anche fatto notare nel remake americano di “Shameless”, oltre che in “Deadwood” e “Die Hard”. 

3 / Il “Tovarisch major”

La lingua di coloro che scontano la pena in Kamchatka merita un discorso a parte. Oltre alla quasi assenza di accento – ne ha un po’ solo Antonov, che funge essenzialmente da interprete tra le guardie sovietiche e i detenuti, tra cui il poliziotto americano Jim Hopper (David Harbour) – è importante lo slang. Ritornando allo stesso telefono pubblico, e facendo attenzione alla voce fuori campo quando una persona a caso bussa alla cabina, l’amico del personaggio interpretato da Winona Ryder ed esperto di cospirazione sovietica (in tutti i sensi) Murray Bauman (Brett Gelman) sente la parola “musor” (“spazzatura”; usato come termine offensivo per indicare i poliziotti). Il suo russo non è neanche lontanamente buono come crede. Ma questo gergo era davvero popolare. Ha avuto origine nella Russia zarista, quando la sezione investigativa della polizia di Mosca si chiamava Moskovskij Ugolovnyj Sysk (MUS), e in epoca sovietica ha preso piede. “Stranger Things” continua a conformarsi allo spirito del tempo e, ad esempio, per mostrare “odio” (quando Hopper sta per evadere di prigione in combutta con Antonov), il personaggio di Harbour usa le parole “urod" e “svinja” (“mostro” e “maiale”) imparate in russo. E negli ultimi episodi della serie, Bauman continua a chiamare tutti i guardiani della prigione della Kamchatka “Tovarisch major” (“Compagno maggiore”), che non ha nulla a che fare con i reali ranghi delle guardie carcerarie. Ma il “compagno maggiore” in Russia è una sorta di immagine collettiva dell’apparato di sorveglianza e dello Stato di polizia. In generale, quella che ci viene presentata è una colonia penale ad alta sicurezza, cioè l’immagine abituale dell’Urss dell’epoca della Guerra Fredda. 

4 / Una chiesa abbandonata

L’impronta russa in “Stranger Things” non riguarda solo i personaggi sopra citati. Un altro è il contrabbandiere Jurij, che fa la spola, guarda caso, tra l’Alaska e la Kamchatka. Vive tra un aereo Antonov An-2 e una chiesa abbandonata. L’aereo, a partire dagli anni Settanta, veniva prodotto solo in Cina e non in Urss (dove però era ancora in funzione). E la chiesa avrebbe effettivamente potuto essere il magazzino segreto in cui, nella storia, Jurij conserva le merci americane proibite per i “compagni maggiori” sovietici. Durante la perestrojka, le chiese dell’Urss erano spesso ancora in stato di abbandono, dopo decenni di ateismo. E molti edifici sacri erano riutilizzati con altri scopi. E certo simili ex chiese non erano una stranezza, soprattutto in territori remoti come la Kamchatka di “Stranger Things”. 

5 / La pasta di arachidi e i jeans

Proprio questa chiesa diventa il luogo di stoccaggio dei principali “lend-lease” del contrabbandiere Jurij: jeans e pasta di arachidi. Entrambi questi prodotti scarseggiavano in epoca sovietica, anche durante la perestrojka. Non si poteva semplicemente andare in un negozio e comprarli. Bisognava avere le conoscenze giuste, una delle quali poteva essere sicuramente lo stesso Jurij o i suoi complici in prigione, che, ovviamente, si procuravano questi prodotti per rivenderli, non per uso personale. Oggi il burro di arachidi e i jeans non scarseggiano più in Russia. Così come la band Kino può ora essere ascoltata su internet. Ma la quarta stagione di “Stranger Things” cattura lo spirito della Guerra fredda tra Russia e Stati Uniti. E lo fa in modo superbo e molto credibile.

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