Fino al 23 gennaio 2022 il Museo Ermitage di San Pietroburgo ospiterà la mostra “Due quadri di Giacomo Ceruti della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia”. Le due opere “Lavandaia” (1730-1735) e “Filatrice” (1735) provengono dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, che vanta la più importante raccolta al mondo delle opere di Giacomo Ceruti, detto “Il Pitochetto” (1698-1767).
La mostra fa parte del progetto di scambio di opere “Velázquez per Ceruti”, avviato tra le due istituzioni museali: infatti, alla Pinacoteca di Brescia il pubblico potrà ammirare, fino al 27 febbraio 2022, “Il Pranzo” di Diego Velázquez della collezione dell’Ermitage, finora mai esposto in Italia.
Così come si legge nella presentazione della mostra, “la vicinanza tra Velázquez e Ceruti, seppur vissuti a un secolo di distanza l’uno dall’altro, trova forma sotto l’egida della realtà in un dialogo fatto di temi, composizione, ispirazione e luce”.
Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti è nato nel 1698 a Milano. Nel settembre del 1721 si trasferisce a Brescia insieme alla moglie; e lì vi rimarrà per diversi anni, fino al 1734 circa. Studioso di molti generi, Ceruti dimostra una duttilità comune a molti artisti del Settecento. Le nature morte attribuite a lui denotano uno squisito senso del colore, ma sono assai poche: ben più ampia e varia è invece la sua produzione ritrattistica; ma ciò che rende l’artista tra i più singolari del XVIII secolo è la serie di quadri che rappresentano, in chiave realistica e con grande potenza pittorica, tutta una folla di umili, illustrando aspetti della vita quotidiana. Sono dipinti che, se pure certamente non motivati da consapevolezza sociale e politica, descrivono senza indulgenza molte delle piaghe sociali dell'epoca. Nell'ambito della pittura di genere, particolarmente diffusa nel XVIII secolo, Ceruti si distingue per la sua sobrietà che non cede mai al pittoresco.
Per maggiori informazioni sulla mostra all’Ermitage, cliccate qui
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