Le case di campagna della ricca nobiltà, o come in questo caso, i “palazzi” di campagna, apparvero nella metà del XVIII secolo; venivano utilizzati soprattutto d’estate perché il più delle volte non avevano il riscaldamento.
Fare i bagagli per trasferirsi in dacia nei mesi estivi equivaleva a un vero e proprio trasloco: si portava di tutto! Inoltre, dopo l’inverno, era necessario organizzare una pulizia generale della casa che era rimasta chiusa per mesi.
Fino alla metà del secolo scorso, l’usanza di bere il tè all’aperto con un grande samovar era molto diffusa. Quando arrivavano ospiti si poteva trascorrere l’intera giornata così, seduti a tavola sorseggiando tazze di tè e godendosi la dolce brezza estiva. Un dettaglio immancabile era il raffinato vasellame di ceramica.
La vita in dacia non concede un minuto di riposo! Le attività più frequenti sono la raccolta delle bacche e la preparazione delle conserve per l’inverno successivo.
In questo quadro il maestro dei malinconici paesaggi russi, Isaak Levitan, mostra il volto quieto e sonnolento di una dacia al tramonto, illuminata da una luce soffusa che filtra dalle finestre.
Anche l'Accademia delle Arti di San Pietroburgo aveva la sua “dacia”. In estate gli studenti e i maestri si recavano in campagna per studiare e lavorare all’aria aperta.
Kustodiev dipingeva spesso la vita dei mercanti; e bere il tè dal samovar era uno dei suoi soggetti preferiti.
Una dacia sul mare era un lusso speciale. Molti artisti e scrittori famosi ne possedevano una in Crimea; anche gli zar, ovviamente, avevano le loro residenze estive. L’aria pulita, la natura, l’acqua di mare e il sole avevano un effetto straordinariamente curativo.
I bambini trascorrevano il tempo libero con gli amichetti delle dacie circostanti, e spesso venivano organizzate attività collettive per tutti i ragazzi del vicinato.
Gli alberi di betulla che si scorgono al di là della finestra punteggiano ovunque il paesaggio della campagna russa. Gli amanti di Chagall, che in altri quadri si librano felici sulla città, qui hanno probabilmente deciso di rilassarsi nella quiete di una dacia.
Una dacia non può prescindere da un orto da coltivare e da un frutteto; immancabili anche i fiori. C’è sempre molto lavoro da fare, ma è una gioia immensa per gli occhi.
La stagione della dacia non tramonta con il finire dell’estate: molti si trattengono anche in autunno, fin quasi all’arrivo del freddo, in modo da poter ammirare il tripudio di colori che tinge il paesaggio di oro, rosso e arancio.
La dacia ha mantenuto la sua importanza anche dopo la Rivoluzione. Ufficiali militari, burocrati, studiosi e scienziati avevano i loro appezzamenti di terra dove trascorrevano le vacanze estive con la famiglia.
Reshetnikov ha ritratto magistralmente la vita dei bambini sovietici, e con questo quadro ci racconta le loro giornate di ozio e relax in dacia.
Estate, bambini, tè e gattini: la dacia è ancora oggi un’oasi di pace.
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