Quattro film di Nikita Mikhalkov che ormai sono dei grandi classici del cinema mondiale

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Il regista ha vinto un Oscar e molti premi nei principali festival internazionali, e in occasione del suo settantacinquesimo compleanno vale la pena rivedere almeno queste pellicole capolavoro

1 / “Schiava d’amore”, 1975

Uno dei primi film di successo di Nikita Mikhalkov (nato il 21 ottobre 1945) è un dramma su delle star del cinema muto che, insieme alla troupe cinematografica, scappano da Mosca, appena caduta in mano ai bolscevichi, per girare un film sul Mar Nero, sperando che l’incubo rosso finisca presto. Il film descrive perfettamente le illusioni nutrite dall’intellighenzia borghese, che poi dovrà risvegliarsi per affrontare la realtà. Con grande ironia, Mikhalkov ricrea l’assurdità del “processo creativo”, improvvisando anche le scene della ripresa di un folle melodramma da salotto.

Fu in “Schiava d’amore” (titolo originale russo: “Раба любви”; “Raba ljubvì”) che Mikhalkov sviluppò il suo marchio di fabbrica: la nostalgia per i valori perduti dell’intellighenzia russa e una descrizione estremamente minuziosa di una vita ormai perduta nel passato. L’attrice protagonista si innamora dell’operatore, che si rivela essere un bolscevico.

Il film è stato girato a metà degli anni Settanta e, secondo le idee dell’epoca, alla fine la protagonista finalmente si convince della purezza e della nobiltà dell’ideologia bolscevica. Quando la Guardia Bianca spara al suo amato proprio di fronte a lei, urla: “Siete degli animali, signori!”.

Il film suscitò grande entusiasmo tra gli spettatori sovietici, vinse un premio della regia a Teheran, fu molto elogiato dalla critica a New York e Los Angeles e ricevette il più alto premio dal National Board of Review segli Stati Uniti, Paese dove Elena Solovej, protagonista del film, vive dal 1991, insegnando recitazione.

2 / “Partitura incompiuta per pianola meccanica”, 1977

Uno dei migliori adattamenti cinematografici delle opere di Chekhov, il film (titolo originale russo: “Неоконченная пьеса для механического пианино”; “Neokonchennaja pjesa dlja mekhanicheskogo pianino”) è basato sul dramma teatrale “Platonov” (“Безотцовщина”; “Bezottsovshchina”) e sui motivi di alcuni racconti. Mikhalkov trasmette con caldo umorismo, un senso leggero del grottesco e nostalgia i pensieri di Chekhov sull’insensatezza e l’inutilità degli impulsi altruistici dell’intellighenzia, sull’abisso tra la “gente semplice” e coloro che si lasciano andare a discorsi oziosi sulla loro vita difficile.

Il protagonista del film, che una volta era ossessionato dall’idea di aiutare il prossimo, sta attraversando dolorosamente il collasso dei suoi romantici sogni giovanili e della sua stessa inutilità, e contempla persino il suicidio. Uno dei temi tipici di Mikhalkov pervade il quadro: la poesia della vita nella tipica tenuta russa, ormai alla deriva nel lontano passato.

Il film ha ricevuto molti premi internazionali, tra cui la Concha de Oro al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, il Golden Hugo al Chicago International Film Festival e il David di Donatello in Italia.

3 / “Oci ciornie”, 1987

“Oci ciornie” (in italiano è stato conservato, con trascrizione fonetica, il titolo russo “Очи чёрные”; ossia “Occhi neri”, noto per l’omonima canzone) è il film più famoso di Mikhalkov al di fuori della Russia. Anche in questo caso alla base c’è un lavoro di Chekhov; il suo famoso racconto “La signora con il cagnolino”, su un incontro accidentale tra un impiegato di successo di una banca di Mosca e una donna sposata di provincia in una località balneare, e su un amore inaspettato che si trasforma in una tragica necessità di scelta tra passione e impegno familiare.

Mikhalkov ha girato questo film con una troupe italiana e puntando al pubblico internazionale. Il mitico Marcello Mastroianni ha recitato il ruolo del protagonista, e la trama è ambientata in Italia, dove un bon vivant italiano ha un incontro fatale con una signora russa.

Avendo perfettamente capito chi avrebbe guardato il film, Mikhalkov sfruttò molti stereotipi sull’enigmatico carattere russo, disseminando poi generosamente il film di canzoni esotiche e gitane.

La scommessa fu vinta: il film ebbe molto successo all’estero, Mastroianni vinse il premio per la Miglior interpretazione maschile a Cannes, il David di Donatello e il Nastro d’Argento, e fu candidato all’Oscar. Anche l’attrice russa Elena Safonova vinse un David di Donatello e il film ricevette una nomination per il Golden Globe. Tra gli altri interpreti italiani famosi presenti nel cast c’erano Silvana Mangano e Roberto Herlitzka.

4 / “Sole ingannatore”, 1994

Questo è il film di maggior successo della trilogia sul comandante di divisione Kotov (interpretato da Mikhalkov), un comunista convinto, tra i favoriti di Stalin, che, proprio prima della guerra, come molti altri ex amici del dittatore, fu arrestato.

Questo è un film (titolo originale russo: “Утомлённые солнцем”; “Utomljonnye solntsem”, ossia “Spossati dal sole”) sui dilemmi morali che tutti nell’era staliniana hanno dovuto affrontare; sulla perfidia dei tiranni, sul pericoloso doppio significato di ogni situazione e di ogni frase innocente. Qui si tratta del fatto di come anche le migliori persone in Russia in un attimo potessero essere risucchiate dal gulag e di come coloro che erano separati dalle loro famiglie potevano non vederle mai più.

Il film è stata la massima espressione del talento di Mikhalkov. Ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes nel 1994 e il Premio Oscar come Miglior film straniero l’anno successivo. Il drammaturgo britannico Peter Flannery ha persino ricavato un’opera teatrale dal film, “Burnt by the Sun”, che ha debuttato a Londra nel 2009.

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