Il presidente russo Viktor Petrov (interpretato dall’attore danese Lars Mikkelsen) è un personaggio forte nella terza stagione della serie tv “House of Cards – Gli intrighi del potere” di Netflix. È un avversario educato, ma astuto e pericoloso, del presidente degli Stati Uniti Frank Underwood (Kevin Spacey).
Petrov arriva a Washington DC solo per rifiutare la proposta di Frank Underwood di un’operazione congiunta di mantenimento della pace nella Valle del Giordano. Tuttavia, non è un folle assetato di sangue. Al contrario, la sua natura fortemente carismatica e astuta intriga, e avere a che fare con lui è come iniziare una partita a scacchi, anche se non lo si direbbe al primo sguardo:
Non è d’accordo con le idee della maggior parte delle persone nel suo Paese, ma è troppo diffidente nei confronti delle rivoluzioni per essere percepito come un riformatore. Preferirebbe essere visto come un leader forte e spietato di una nazione forte, invece:
Viktor Petrov è un riferimento poco mascherato al presidente russo Vladimir Putin: condividono le stesse iniziali (VP), hanno un aspetto fisico simile, entrambi sono divorziati ed entrambi hanno un passato nel Kgb. Netflix, altre allusioni?
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Il presidente russo Nikolaj Zakarin (interpretato dal russo Aleksandr Djachenko) è virile e macho come di solito si immagina che sia il presidente russo. Quando viene rovesciato, a seguito di un colpo di Stato guidato dal suo ministro della Difesa Dmitrij Durov, viene preso in ostaggio e tenuto costantemente sotto controllo dai golpisti armati.
Un commando delle forze speciali della Marina degli Stati Uniti, che si trova nel posto giusto al momento giusto (ovviamente!), viene in suo aiuto e porta a termine un’operazione di salvataggio molto coraggiosa, eseguita in modo brillante.
Ma il presidente Zakarin è un duro, e non può certo starsene con le mani in mano, mentre gli americani fanno tutto per lui. Così, pistola alla mano, si getta nel combattimento e spara agli inseguitori, salvando la propria vita e quella dei soldati statunitensi. No, la carica più alta dello Stato non ha ammorbidito neanche un po’ la sua tempra! L’unica scena che manca in questa coproduzione Usa-Cina del 2018 diretta da Donovan Marsh è quella con un presidente Zakarin a petto nudo che affronta orsi selvaggi!
Questo presidente russo Petrov (interpretato da Alan Woolf) del film “Air Force One” del 1997 è uno smidollato, che rappresenta un via di mezzo tra il bene (il presidente degli Stati Uniti James Marshall, interpretato da Harrison Ford) e il male (il generale kazako Ivan Radek; l’attore tedesco Jürgen Prochnow).
Petrov non sa che pesci pigliare ed è troppo debole. Eppure, non ci sono dubbi su da che parte stare, e le sue intenzioni sono chiare: Petrov, e il suo Paese, sono indiscussi alleati degli Stati Uniti e del presidente James Marshall.
In una scena ambientata a Mosca, Petrov presenta Marshall come un “uomo onorevole e coraggioso”.
È comprensibile: secondo la trama del film, nel 1997, gli Stati Uniti e la Russia avevano un nemico comune contro cui combattere: il potente Kazakistan, con il temuto generale Radek e i suoi terroristi. Sì, come no!
Questo presidente russo dei cartoni animati è così simpatico che non sorprende che Peter Griffin si diverta così tanto con lui. Entrambi condividono anche la passione per andare a cavallo a petto nudo in una bella giornata di sole.
Dato che il programma televisivo afferma che non esiste una parola russa per “amico” [in realtà ce n’è più di una], Vlad invita Peter in Russia per avere un “amico”…
Come ogni buona coppia di amici, però, Vlad e Peter hanno occasionalmente qualche motivo di attrito, e finisce con una scazzottata. Indovinate chi ha la meglio:
La trama di questo film del 1997 diretto da Phillip Noyce è estremamente bizzarra: la Russia è sull’orlo del collasso perché l’oligarca Ivan Tretjak, monopolista in campo energetico, con la complicità delle alte sfere dell’esercito ha lasciato all’agghiaccio la la popolazione per sfruttarne il malcontento e scalzare l’attuale presidente, il pacifico e riformista Karpov (interpretato da Evgenij Lazarev). Tretjak assume poi il ladro Simon Templar per rubare a Oxford la formula della fusione a freddo, appena scoperta… Ma intanto i cittadini russi muoiono dal freddo e sono alla ricerca di un capro espiatorio. E lo trovano nel presidente Karpov.
Karpov non è un cattivo: la sua intenzione di fermare l’oligarca è nobile. È pronto a combattere, se non per il bene del suo popolo, quantomeno per mantenere il posto. E questo è il sale della democrazia, no? Devi far sì che gli elettori siano felici, per non perdere la poltrona.
In “Il Santo”, ispirato all’antieroe creato dalla penna di Leslie Charteris nel 1928, il presidente russo è uno statista medio: non ha una sindrome da eroe, ma non si arrende neanche troppo facilmente. Sebbene opponga resistenza all’oligarca malvagio, alla fine sfugge al destino tragico solo grazie al ladro internazionale, che cambia parte nel corso degli eventi e viene in suo soccorso quando ne ha più bisogno…
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