Entriamo alla Lèninka, la mitica Biblioteca Statale di Mosca: ecco le foto

Anton Belitskij
L’istituzione, a due passi dal Cremlino, è una mecca non solo per gli studiosi e i bibliofili. Oltre ai libri, qui, a quanto si dice, si può trovare anche l’amore

Gli scatti a ripetizione della macchina fotografica spingono le persone ingobbite sui libri ad alzare gli occhi e guardare in tralice la fonte del rumore. I cartelli “Mantenete il silenzio” qui son più frequenti della scritta “Vietato fumare” sugli aeroplani.

Non appena siamo apparsi con la nostra attrezzatura fotografica nella sala di lettura, i guardiani ci sono planati addosso come nibbi, per verificare se avessimo (e grazie a Dio ce lo avevamo) il permesso per scattare. Con custodi simili, la più grande collezione di libri di tutta la Russia pare proprio al sicuro. 

Un po’ di storia 

All’inizio, la raccolta della biblioteca si formò come collezione privata di manoscritti e libri rari di un uomo di Stato, il Conte Nikolaj Rjumantsev (1754-1826). Su ordine personale dell’Imperatore Nicola I, nel 1828 venne fondato a San Pietroburgo il Museo Rjumantsev, ma con il tempo non resse alla concorrenza delle altre istituzioni museali dell’allora capitale russa, e la collezione venne trasferita a Mosca. Al Museo Rjumantsev venne allora assegnato, nel 1861, uno degli edifici più belli della città, a due passi dalle mura del Cremlino, la Casa Pashkov. 

Dopo la Rivoluzione del 1917, iniziò il periodo di fioritura della Biblioteca. La capitale venne riportata a Mosca e il Museo Rjumantsev divenne di fatto la principale istituzione di conservazione libraria del Paese, tanto che fu poi costruita una nuova sede, dal 1928 in poi. Adesso gli edifici della Biblioteca occupano un intero quartiere. E nella Casa Pashkov ci sono il Dipartimento degli spartiti musicali, quello dei manoscritti e quello di Cartografia. 

Nel periodo sovietico, precisamente dal gennaio del 1924, viene ribattezzata in onore di Lenin e dal 6 febbraio del 1925 si chiamerà ufficialmente “Biblioteca Statale dell’Urss V.I. Lenin”, fino al 22 gennaio del 1992, quando l’istituzione ha assunto il nome attuale di “Biblioteca Statale Russa”. Nel 1935 venne aperta la fermata della metropolitana “Biblioteka imeni Lenina” (che si chiama ancora così). E nonostante la biblioteca abbia ufficialmente chiamato nome, la denominazione sovietica resta sulla facciata e soprattutto nelle teste della gente. Tutti la chiamano affettuosamente e semplicemente “Lèninka”. 

Nel 2013 un dipartimento della biblioteca è stato aperto all’interno del Museo Ebraico e centro della tolleranza. Là viene conservata la Biblioteca Schneerson, una collezione di letteratura laica e religiosa degli ebrei chassidici. Qui tutti i materiali sono stati digitalizzati.

Un po’ di modernità 

Se si entra, facciamo un esempio, nella Biblioteca dell’Università di Oxford, subito si prova la sensazione di aver di fronte la storia antica. Anche alla Leninka ci si tuffa nel passato, seppur più recente. Le sale verdi, il panno sui tavoli e le lampade verdi, tutto ricorda il periodo socialista ed è tra quello che di meglio si è conservato dell’esperienza sovietica. 

La Leninka non si svuota mai. Al guardaroba c’è sempre un viavai di persone. Sulla scalinata principale, dall’incredibile bellezza, in ogni momento salgono ragazze in gonna corta e venerandi professori dall’aria severa. Una eccentrica signora dai capelli rosso fuoco, dall’età indefinibile, canticchiando qualcosa si dirige con decisione verso il dipartimento degli spartiti. La potete incontrare qui praticamente ogni giorno. 

Nella biblioteca ci sono varie sale di lettura con computer e tanti infiniti corridoi e sgabuzzini con tavoli, dove pure si può fermarsi a leggere. Il nastro trasportatore consegna senza pausa libri. Faccio in tempo a vedere un manuale di lingua italiana, un volume sui fondamenti della contabilità aziendale e un raro libriccino di Pasternak. 

Per qualcuno venire qui è solo un piacevole rituale: i libri e l’ambiente hanno un loro speciale profumo, di panno, del vecchio legno delle scaffalature e del parquet, e semplicemente di storia. Basta accendere la leggendaria lampada verde e ti ritrovi in un mondo straordinario. 

Ecco qua seduto un uomo di una certa età, ben vestito, che con una lente esamina un manoscritto, e vicino a lui una donna di mezza età dal volto severo, sicuramente un’insegnante. Ancora accanto, c’è un professore con la barba, e una fila più un là delle studentesse si fanno un selfie. Ed ecco anche degli studenti cinesi, che vengono qui a fare i compiti di russo (al dormitorio ci sono troppe distrazioni). 

Nella sala degli schedari l’atmosfera è più disinvolta. Una pensionata legge dei quotidiani freschi di stampa, per non spendere soldi a comprarseli. Al tavolo vicino un uomo in tuta sportiva fa le parole crociate. Forse è entrato per passare del tempo prima di andare a prendere un treno o ha deciso di allenare un po’ la mente. E qualcuno qui si allena per davvero. Una persona ha steso una tela cerata in un punto lontano del corridoio e fa degli esercizi di ginnastica.

Qualche cifra

Adesso nella collezione della biblioteca ci sono oltre 47 milioni di esemplari in 367 lingue, tra cui alcune rare lingue orientali. Oltre alle edizioni a stampa (in questa biblioteca deve essere consegnato obbligatoriamente ogni libro pubblicato), ci sono anche rari manoscritti, ristampe di opere d’arte figurativa, foto, carte, spartiti, periodici, atti normativi, letteratura bellica e letteratura specialistica. Qui si possono trovare anche le copie di tutte le tesi di dottorato dal 1951 in poi.

Nell’enorme edificio della biblioteca, a disposizione dei visitatori ci sono 36 sale di lettura e quasi ovunque c’è il wi-fi. Ogni anno fanno la tessera circa 100 mila nuovi utenti. Chi lavora qui tiene persino una interessante statistica: ogni minuto, 5 persone superano la porta della biblioteca. 

La Leninka sta molto attivamente digitalizzando i suoi archivi. Al momento la biblioteca elettronica conta 1,3 milioni di pezzi, e inoltre in biblioteca sono disponibili basi elettroniche a distanza, per esempio le pubblicazioni della Cambridge University Press, della casa editrice Springer, di varie biblioteche online e degli archivi digitali di riviste (JSTOR). L’elenco completo è disponibile sul sito della Leninka. 

Qualche consiglio pratico 

Può iscriversi alla Biblioteca il cittadino di qualsiasi Stato che abbia compiuto 14 anni. La tessera è assolutamente gratuita e per ottenerla dovrete presentare solo un documento di identità valido (per gli italiani, il passaporto con il visto). 

La procedura richiede circa 10 minuti. Vi scatteranno una foto e vi consegneranno una tessera plastificata. Tra gli studenti c’è la leggenda che la foto per la tessera della Leninka riesca sempre orribile. Ora si può iscriversi anche online.

Dopo l’iscrizione, dovete lasciare al guardaroba i soprabiti e gli zaini. Si possono portare con sé solo le borse piccole e il computer portatile. 

La biblioteca è aperta dalle 9 alle 20 ed è chiusa la domenica. Ma siate pronti a lunghe attese: prima che il libro desiderato venga trovato nell’enorme dedalo degli archivi e consegnato possono passare ore. Ma potete sempre ordinarlo per il giorno dopo e non stare ad aspettare. 

Per tanti anni, la Leninka ha avuto l’ottima reputazione di un posto dove si possono fare belle conoscenze e trovare un marito o una moglie di buona famiglia. C’è chi andava in biblioteca proprio con questo obiettivo. E la sala fumatori della Leninka era il luogo più leggendario: visto che nelle sale di lettura non si poteva parlare, per socializzare bisognava andare là. 

Nel film premio Oscar “Mosca non crede alle lacrime”, una studentessa di provincia si annoia nelle sale della Leninka e, a caccia di un buon partito, va proprio nella sala fumatori e cerca di fumare insieme a dei giovani studiosi, nella speranza di essere notata (ecco la scena). A quanto dice uno dei custodi, ancora oggi molti chiedono della sala fumo, ma non esiste più: ora è categoricamente vietato fumare nella Biblioteca. Ma c’è un’ottima tavola calda. Non è forse un posto perfetto per fare conoscenza?

 

Possono gli stranieri utilizzare le biblioteche russe? 

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