L'attrice Elena Bouryka, responsabile del casting e acting coach del film “Io sono tempesta” di Daniele Lucchetti
Ufficio stampaSi prevede il tutto esaurito stasera per l’inaugurazione del RIFF, il Russia Italia Film Festival, che dal 14 novembre 2018 al 31 ottobre 2019 porterà il cinema contemporaneo del Belpaese in quasi 30 città russe, da Mosca a Novosibirsk. Un “viaggio” tra le nuove produzioni cinematografiche italiane, proposto quest’anno in un nuovo formato: le anteprime dei film in Russia si terranno una volta al mese, accompagnate dalla presenza di attori e registi in sala. Tanti ospiti, quindi, ma anche master class, lezioni e seminari.
Ad aprire la kermesse, l’attrice italiana di origine russa Elena Bouryka, responsabile del casting e acting coach del film “Io sono tempesta” di Daniele Lucchetti. Il film segue le vicende di Numa Tempesta, un ricco finanziere condannato per evasione fiscale, che si ritrova a dover scontare la pena in un centro sociale. “Con questa pellicola non abbiamo voluto raccontare un unico personaggio, bensì l’Italia intera, fatta di ricchi e di poveri – ha spiegato Bouryka a Russia Beyond -. Infatti alle riprese hanno partecipato anche persone ‘vere’, senza alcun tipo di esperienza nel cinema: abbiamo organizzato dei casting nelle mense per i senzatetto e lì abbiamo selezionato alcune figure per il film”. Una commedia tragicomica, narrata attraverso un caleidoscopio di personaggi che dipingono con amara ironia il divario sociale dell’Italia di oggi.
L'attrice Elena Bouryka, responsabile del casting e acting coach del film “Io sono tempesta” di Daniele Lucchetti
Ufficio stampa“I russi amano molto le commedie – riflette Elena -. Nonostante siano spesso descritti come persone tristi, prediligono i film che strappano un sorriso. Io stessa amo molto la famosa commedia russa ‘Ironija sudby, ili S lëgkim parom!’ (tradotto in italiano come ‘L'ironia del destino, oppure Buona sauna!’, ndr). Ho pensato spesso a come fare una trasposizione italiana di questo film, ma la pellicola racconta una realtà così specificatamente russa che è praticamente impossibile”. E in merito alle sue origini russe, l’attrice racconta: “Sono andata via da Mosca all’età di sei anni e non è stato per niente facile integrarsi nell’Italia degli anni Novanta. Uno shock che mi ha spinto a rinnegare le mie origini: ho italianizzato il mio nome, quasi non parlo russo. Poi, una decina di anni fa, sono tornata per la prima volta a Mosca e ho scoperto una realtà pazzesca. Adesso sono molto orgogliosa di questa città. Credo di aver fatto pace con questa realtà”.
Il cinema, un ritorno alle origini
Il cinema, ovviamente, è un ponte importante tra le sue origini e quella che Elena considera la sua terra, l’Italia: “Dal punto di vista cinematografico, sono molto legata ai cartoni animati russi che guardavo da bambina. Mi accorgo che lì c’è una narrazione differente, il tempo sembra più dilatato e difficilmente si incontrano personaggi cattivi. In altri tipi di culture, invece, si vede una narrazione diversa, in alcuni casi fatta di maggior violenza e azione, anche nei cartoni animati. Alle mie figlie, ad esempio, ho iniziato a mostrare i cartoni russi e quando sono tornata a Mosca 10 anni fa ho fatto scorta di film di animazione. Questo ha in qualche modo segnato il mio lavoro, caratterizzato da una narrazione in cui non c’è un buono o un cattivo, ma le cose accadono per ‘umanità’, perché noi, in fin dei conti, siamo fatti così. Non c’è per forza bisogno di creare un cliché di personaggi”.
I film russi in Italia
Per quanto riguarda i film russi, invece, Elena è convinta che bisognerebbe approfittare della rapida rivoluzione che sta avvenendo nel cinema per far filtrare maggiormente le produzioni dell’Est in Europa. “L’Italia sta vivendo un momento di cambiamento: l’arrivo di Netflix, di Amazon e di nuove piattaforme online sta in qualche modo rivoluzionando il cinema. Forse sarebbe questo il momento giusto per portare i film russi in Italia, o per avviare nuovi progetti internazionali e co-produzioni”.
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KinopoiskIl festival RIFF prosegue poi con la première russa del sequel “Smetto quando voglio. Ad honorem” di Sydney Sibilia (5 dicembre al cinema Karo Oktyabr di Mosca).
Le proiezioni saranno valutate da una giuria di registi, sceneggiatori, attori e critici cinematografici che assegnerà i premi al “Miglior lungometraggio”, “Miglior film documentario” e “Miglior cortometraggio”, oltre alla nomination speciale come “Miglior debutto”.
Tutte le proiezioni saranno in lingua originale con i sottotitoli in russo.
L’evento è supportato dal Dipartimento di Cultura di Mosca, dall’Ambasciata italiana, dall’istituto Luce Cinecittà, dall’Istituto italiano di Cultura di Mosca, dall’agenzia ICE e dall’Enit.
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