Quando si parla di Malevich, il suo nome è quasi sempre associato solo al capolavoro del suprematismo: “Quadrato nero”, del 1915 (e altre tre varianti successive). Ma la produzione di questo artista negli anni rivela un carattere ben più versatile ed eclettico.
Kazimir Malevich nacque a Kiev nel 1879 (o 1978, il dubbio resta) e agli inizi era piuttosto lontano dal mondo dell’arte. Suo padre avrebbe voluto che seguisse i suoi passi nel campo della lavorazione della barbabietola da zucchero. Sua madre aveva un po’ più di inclinazione creativa: scriveva poesie, amava il ricamo, e più tardi fu una delle poche persone a sostenere le aspirazioni del figlio di diventare pittore.
Da bambino, Malevich vide il quadro di una bambina che pelava le patate e rimase molto colpito dall’accuratezza con cui erano dipinte le bucce. Fu questo incredibile realismo che mise in moto l’avventura artistica di uno dei più grandi artisti astratti del XX secolo.
1. Primavera. Giardino in fiore (1904)
È uno dei primi lavori di Malevich. A quest’epoca, i suoi dipinti erano pieni di spirito impressionista, una fase che hanno attraversato quasi tutti gli artisti dell’avanguardia. Un insegnante privato che gli dette delle lezioni di disegno era un grande fan di Paul Cezanne.
2. Bambini (1908)
Dal puro impressionismo, Malevich si spostò verso l’avanguardia, prendendo parte alle mostre di vari gruppi artistici, tra i quali anche il Bubnovyi Valet, il Fante di Quadri. Lentamente transitò verso il cubismo e l’alogismo, con lavori che divennero progressivamente più geometrici e primitivi.
3. Autoritratto (1910)
Malevich ha dipinto almeno sette autoritratti molto differenti: guardandoli, è facile capire quale stile artistico Malevich stesse seguendo al momento. Il primo ritratto in assoluto è uno schizzo per affresco e contiene motivi ortodossi. Ci sono anche alcuni ritratti realizzati sotto l’influenza del fauvismo francese con i suoi inaspettati colori e motivi, tra cui quello qui rappresentato, che è probabilmente il più famoso. In esso si possono già osservare i prodromi della futura tendenza di Malevich alla geometria.
4. Contadine in chiesa (1912)
Questo dipinto appartiene al cosiddetto “primo ciclo contadino”. Il soggetti principali sono contadini, dipinti in campi, chiese e in primo piano. In questa fase le figure di Malevich sembrano crescere di dimensione, diventando più voluminose e statiche.
5. La fioraia (1930)
Verso la fine della sua vita, Malevich (che sarebbe morto a Leningrado, l’attuale San Pietroburgo, nel 1935) tornò alla pittura figurativa. Difficile a credersi, ma il creatore del “Quadrato nero’’ terminò la carriera dipingendo quieti paesaggi concreti. Nei suoi ultimi lavori, il pittore torna a rifarsi all’impressionismo, cercando di ripensarlo e di dargli una nuova interpretazione. Ma mentre le donne sullo sfondo sono dipinte in modo assolutamente impressionista, la posa e persino gli abiti della fioraia riflettono tutta l’influenza del suprematismo.
La mostra "Kazimir Malevich. Not only 'Black Square’" è al Parco Vdnkh di Mosca, Padiglione “L’operaio e la kolkhoziana” dal 24 novembre 2017 al 25 febbraio 2018, dalle 11 alle 22. Ingresso: 300 rubli (4,40 euro). Per info, consultate il sito.