Alla scoperta delle “sette sorelle”

Fonte: Geophoto

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Simboli dello skyline moscovita, i grattacieli realizzati nel dopoguerra conservano intatta la loro forza nel tempo e continuano a essere ricchi di fascino e sinonimo di qualità


Svettano le “sette sorelle” in tutta la loro maestosità a Mosca. Il progetto iniziale, concepito prima della Seconda Guerra Mondiale, prevedeva la costruzione di otto edifici, volti a simboleggiare gli 800 anni dalla fondazione di Mosca, che si sarebbe celebrata nel 1947. Il 7 settembre dello stesso anno, durante i festeggiamenti, intorno alle 13 venne deposta con cerimonia ufficiale la prima pietra. Il primo grattacielo venne edificato nel 1949 e gli altri (a eccezione di uno) a seguire, ogni tre-cinque anni. Più tardi cominciarono a chiamarli “sette sorelle”, lasciando in secondo piano edifici analoghi situati all’estero, come il Palazzo della Cultura di Varsavia. “Possiamo farcela!”, era questo il motto architettonico che era giunto da un Paese in rovina, sfinito dalla fame, in cui la maggioranza degli abitanti si trovava a vivere in coabitazione con numerose altre persone.

Ai lavori di costruzione furono costretti a prender parte migliaia di prigionieri dei Gulag, ma anche prigionieri di guerra tedeschi. Per la stabilizzazione del terreno ogni volta sotto le fondamenta venivano utilizzate nuove tecnologie. I costi erano di secondaria importanza. “Si è trattato della più grande opera di costruzione in Europa dopo la Guerra”, racconta Natalia Dushkina, professore dell’Istituto di Architettura di Mosca, il cui nonno, Aleksei Dushkin, fu uno degli architetti che partecipò alla realizzazione dell’edificio amministrativo-residenziale in piazza Krasnye Vorota.


I grattacieli monumentali, in stile neoclassico, fanno da perimetro al centro della città ed esteriormente ricordano una fortezza. Sono accomunati dalla stessa concezione stilistica: al centro si trova la torre principale, somigliante a una piramide azteca, che si innalza a gradini restringendosi verso la vetta, mentre intorno a essa sono distribuiti tutti gli annessi.

Dopo la morte di Stalin nel 1953, Krusciov dichiarò guerra agli “eccessi staliniani” nell’urbanistica, sacrificando tutto a funzionalità e laconicità. L’edilizia abitativa si sviluppò in tempi record, con la conseguenza che molti abitanti della città riuscirono finalmente ad avere una casa propria. Ma ancora oggi per i russi i “grattacieli di Stalin” sono sinonimo di qualità, mentre quelli “kruscioviani” di quantità.


Oggi le “sette sorelle” hanno in parte perso il loro antico splendore. Nei due edifici residenziali ogni tanto si guasta un ascensore, mentre gli inquilini, intellettuali nel primo caso e piloti e cosmonauti nel secondo, devono rassegnarsi al fatto che i loro nuovi vicini non appartengono affatto all’alta società.

Gli alberghi sono gli edifici che meglio di tutti sono stati adattati all’era moderna. L’hotel “Leningradskaia” inaugurato nel 1954, con vista su tre stazioni, dopo la grande ristrutturazione degli anni 2006-2009 ha ottenuto il riconoscimento delle 5 stelle ed è passato sotto la gestione della catena internazionale Hilton.



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