Europa e Russia, fra tensioni e voglia di cambiamento.
: Shutterstock/Legion MediaÈ considerata la crisi politica più profonda dai tempi della Guerra Fredda. E, nonostante qualche segnale di distensione, per adesso si vede ancora poca luce in fondo al tunnel. I rapporti tra Mosca e Bruxelles sono stati al centro della tavola rotonda dal titolo "Uscire dal vicolo cieco: quale futuro attende i rapporti Russia-UE?”, organizzata dal Fondo di sostegno del club internazionale di discussione Valdai e dell’Istituto Affari Internazionali. Un incontro al quale hanno partecipato esperti e studiosi per fare il punto della situazione e cercare di capire quali scenari ci si deve attendere per il futuro.
La crisi, ha spiegato Timofei Bordachev, direttore del programma del Fondo di sviluppo e sostegno del Club internazionale di discussione Valdai, è iniziata ancor prima della guerra in Ucraina: più precisamente nel 2010, quando è stato sospeso il nuovo tratto UE-Russia. E il conflitto militare nel Donbas è stato solo il risultato. Bordachev ha suggerito che ora l'UE e la Russia devono concentrarsi su quattro tematiche principali: l'energia, l'immigrazione, la cooperazione interregionale e i rapporti transatlantici. L'approccio deve mostrare "trasparenza, completezza, sussidiarietà, proporzionalità e diversificazione nel commercio", ha detto, ma soprattutto l'UE dovrebbe cancellare le restrizioni sui visti che ha introdotto contro i residenti della Crimea.Nona Mikhelidze, membro senior dell’Istituto Affari Internazionali di Roma ha fatto notare che il problema principale riguarda le differenze ideologiche fra l'UE e la Russia. Esiste un "gap di valori" che crea tensioni e fraintendimenti. Secondo Mikhelidze, quando l'UE interagisce con la società civile russa, il Cremlino percepisce questo come una congiura contro la sua sovranità. Nel frattempo la Russia ha fatto poco per ristabilire rapporti con i piccoli stati UE (come Polonia e Paesi Baltici) e ogni tanto i suoi gesti fanno capire che a Mosca serve un'UE debole e frantumata.
Secondo Nathalie Tocci, vicedirettore dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, l'UE aveva fatto un errore quando negli anni Novanta aveva imposto una cooperazione unilaterale sulla Russia, secondo la quale Mosca doveva adottare le norme politiche ed economiche di Bruxelles. Ed essendo in una posizione fragile dopo il crollo dell'Urss, Mosca non poteva fare altro che accettarla. A sua volta Mosca ha reagito in maniera aggressiva negli ultimi anni quando ha capito che quel tipo di collaborazione non le andava più bene.
La Russia, ha fatto notare Fyodor Lukyanov, direttore degli studi scientifici del Fondo di sviluppo e sostegno del Club internazionale di discussione Valdai, ha sempre voluto essere parte della sfera economica, politica e culturale dell’Europa. Anche prima del crollo dell'Urss Gorbachev parlava di un progetto politico e difensivo comune per le due unioni. Purtroppo però, dopo la Guerra Fredda, nessuno - né la Russia che si era trovata in una crisi ideologica, identitaria e finanziaria, né l'Occidente che cercava di condizionarla economicamente invece di rafforzare la sua indipendenza - ha pensato di creare una strategia per una coesistenza armoniosa.Oggi questo piano di partnership manca ancora e il peggioramento dei rapporti fra l'UE e la Russia e la guerra in Ucraina ne sono il risultato. I principi di Federica Mogherini per costruire delle relazioni con la Russia non rappresentano una strategia per sviluppare rapporti, comprensione reciproca e rispetto. Sembrano ordini piuttosto che un disegno per un sodalizio fra due Sstati diversi. Il piano dev'essere ancora creato. Per adesso abbiamo solo un'idea delle direzioni in cui possiamo camminare: possiamo aiutarci a vicenda. O farci male a vicenda.
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