Guardate i capolavori di ghiaccio sul Lago Bajkal che presto scompariranno (FOTO)

Turismo
ANNA SOROKINA
Un intero chilometro di opere d’arte eccezionali è apparso sulle rive dell’Isola di Olkhon, nel mezzo del grande lago siberiano. Gli artisti, in collaborazione con la natura, creano meraviglie che con la primavera si scioglieranno, ma la cui bellezza resterà in eterno

Gli spruzzi ghiacciati delle onde del Bajkal, sull’Isola di Olkhon, raggiungono diversi metri di altezza in inverno e assumono forme bizzarre. Ciò che vi vedrete dipende solo dalla vostra immaginazione. Abbiamo visitato l’incredibile “Olkhon Ice Fest”, dove i maestri della scultura in ghiaccio hanno esposto le loro creazioni realizzate in collaborazione con la natura.

Non svegliate i pesci!

Il momento migliore per godersi le figure è al tramonto, ci hanno assicurato gli artisti. Il cielo infuocato illumina meravigliosamente queste figure, rendendole ancora più affascinanti.

Un pesce gigante si è posato su una delle scogliere di Olkhon, e sulla sua schiena si trova il villaggio di Khuzhir, dove siamo noi.

“C’è una vecchia leggenda su Olkhon che parla del ‘pervoriba’, un antico pesce che dorme nelle profondità del lago Bajkal”, racconta Ivan Loktjukhin di Kirovsk (regione di Murmansk), “e se la gente fa qualcosa di sbagliato, può svegliarsi, venire a galla, e allora saranno guai”. È un pesce un po’ apocalittico, tranquillo se dorme, ma se lo si sveglia… “Dobbiamo vivere bene. Non svegliare il pesce!”, dice.

Ed ecco un’altra creatura fantasmagorica. È stata realizzata dai maestri di Khabarovsk Daniil Tsoj e Ilja Tjokin. “Si tratta di un pesce lofio delle profondità marine, che si illumina dall’interno, attirando con la luce le sue prede. Apre semplicemente la bocca e i pesci ci si lanciano dentro. A un pesce del genere non puoi mettergli neanche un dito in bocca!”

Meraviglie sulle rocce ghiacciate

“Il tema di quest’anno è ‘l’universo del Bajkal”, ci ha detto Semjon Major, organizzatore del festival. “Perché ‘l’universo’? Perché per la gente del posto il Bajkal non è solo un lago, ma un intero universo che influenza tutti i processi della vita”.

Ed effettivamente, quando si arriva al parco di ghiaccio sul lago ghiacciato, si ha la sensazione di trovarsi in un altro universo. Fiabe, leggende e misticismo sono penetrati in ogni centimetro di ghiaccio del Bajkal.

“La natura stessa ci dà dei suggerimenti: qui c’era già la maschera di uno sciamano e la sua mano con un bastone, e accanto adessa le ondate di ghiaccio formavano una foresta”, spiega lo scultore Aleksandr Parfenov di Barnaul (Territorio dell’Altaj). “Ricordate? ‘Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura’. Ecco il cammino della vita, gli omini in marcia. Il giovane cammina alacremente, e questo sta già entrando nell’ombra di questi alberi, in un’altra realtà, nella selva oscura… Ed ecco un altro uomo che prega per lui, che chiama lo sciamano”.

Aleksandr racconta che, secondo le leggende locali, lo sciamano ha due bastoni con teste di cavallo che lo aiutano a tornare dal regno delle tenebre…

Lo sciamano ha altri aiutanti, i serpenti. Si nascondono su un’altra roccia. “Quando una famiglia chiede dei suoi parenti, lo sciamano, acconsentendo, si immerge nel mondo delle tenebre per avere il tempo di tirare fuori la sua anima”, spiega Aleksandr. “E scappando da lì, lancia i suoi serpenti contro gli spiriti oscuri. Per qualche motivo, gli spiriti oscuri hanno paura di questi serpenti. Sono considerati i guardiani di questo passaggio tra i mondi”.

Il soffio creatore dell’universo

Gli scultori degli Urali Aleksej Vasjukov (noto come Aleksej Jagel) di Krasnokamsk, nella regione di Perm,e Matvej Vavaev di Ekaterinburg hanno visto la creazione di un nuovo universo su una roccia grande e larga: “Era come se alcune forze superiori stessero ‘soffiando fuori’ mondi attraverso un tubetto”.

“Abbiamo visto qui un ammasso di stelle, di galassie”, ci ha detto Aeksej. “Qui c’è una mano, qui c’è un volto. Ci si è rivelata come una divinità che creava l’universo. Ma se ci si allontana, tutto si trasforma in un grande pesce”. Ed è proprio così!

“Esiste una parola – pareidolia – che indica la tendenza della mente umana a ricondurre a forme note degli oggetti o profili dalla forma casuale. Per esempio quando si riconoscono una tartaruga o dei volti nelle nuvole. Ed è quello che facciamo anche noi; solo nel ghiaccio”, ha spiegato il maestro.

Per vedere gli altri lavori, bisogna osservare da vicino la grotta nella roccia. All’interno di questa piccola cavità, sono cresciute stalagmiti trasparenti. Aleksej le ha definite un “attimo congelato”. “Abbiamo pensato a cosa fare senza distruggere la bellezza naturale della grotta”, racconta. “È bella di per sé. Abbiamo deciso di illuminarla splendidamente, e di aggiungere la musica”.

Ma nel parco di ghiaccio ci sono anche sculture fatte di cubi di ghiaccio trasparenti come il Bajkal. Ci sono un drago, simbolo dell’anno secondo il calendario lunare cinese, una coppia di simpaticissime foche del Bajkal, e i pali detti “serghe”, in memoria delle divinità del popolo buriato, copie di quelli in legno di Capo Burkhan alle loro spalle.

Si dice che il ghiaccio del Bajkal abbia caratteristiche uniche: è particolarmente fragile a causa della composizione dell’acqua. “È davvero come un essere vivente, ha molte crepe, è imprevedibile. Il materiale non è facile, bisogna comunque negoziare con esso”, sostiene Aleksej.

Anche Ivan Loktjukhin considera il ghiaccio del Bajkal speciale: “C’è molto vento e sabbia su questa riva, e si possono vedere gocce marroncine nel ghiaccio. Ma il ghiaccio è magico! Quando ci si cammina sopra, emette suoni come se fosse vivo. Anche se è spesso più di un metro!”.

Capolavori che spariranno in un mese ma saranno eterni

Il festival del ghiaccio si tiene sull’Isola di Olkhon dal 2020 e attira decine di migliaia di turisti. L’ideatore dell’Olkhon Ice Fest racconta che in origine si trattava di una competizione, ma dall’anno scorso questo concetto è stato abbandonato. Ora il festival si chiama simposio e gli scultori creano insieme, senza essere in gara tra loro. Quest’anno il parco di ghiaccio è stato realizzato da 10 maestri di scultura su ghiaccio provenienti dalla Russia, tre maestri arrivati dalla Mongolia e circa 15 altre persone che hanno aiutato con l’illuminazione e le questioni tecniche.

“Qui c’è pura creatività, gli artisti arrivano senza schizzi preparatorii. Non sappiamo cosa succederà!”, spiega Semjon. “Quando arrivano, passano un paio di giorni a guardarsi intorno, a visitare il sito, ad andare al museo, a conoscere le tradizioni locali; vanno da uno sciamano e a parlare con la gente del posto. Solo dopo tutto ciò danno vita a un determinato progetto”.

Il parco delle sculture di ghiaccio sarà aperto fino al 15 marzo. Solo un mese e poi e la primavera arriverà sul Bajkal, il ghiaccio si scioglierà e queste favolose figure rimarranno solo in foto.

“Vengo qui da diversi anni e ogni volta vedo qualcosa di diverso”, dice Aleksandr. “È come se stessimo ricreando un nuovo universo. E anche se tutte queste sculture si scioglieranno in primavera, saranno eterne, perché la memoria dell’acqua è eterna. La natura è un dio materializzato. Nessun artista, neanche per miliardi di dollari, potrà mai riprodurre queste opere”.


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