Lorenzo, in bici dal Sudafrica a Capo Dezhnev sulla strada più lunga del mondo

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Dopo aver attraversato l’intero continente africano, la Turchia e il Caucaso, Lorenzo Barone, 25 anni, sta percorrendo la Russia in bicicletta in un’avventura estrema che lo porterà a Capo Dezhnev, il punto più orientale dell’Asia

In Siberia è arrivato l’autunno. Il paesaggio assume i toni del giallo, dell’arancione e del marrone. La steppa si srotola davanti agli occhi di Lorenzo come un fotogramma a rallentatore, che segue il moto costante dei pedali. Lorenzo Barone, 25 anni, originario di San Gemini (Terni), è alla sua seconda traversata della Russia in bicicletta. La prima l’aveva realizzata nel 2020, quando aveva percorso la Siberia in pieno inverno dormendo in tenda con temperature di -55°C! Oggi la sua nuova impresa è talmente estrema da avere i contorni di una scommessa: è partito a febbraio dal punto più meridionale dell’Africa, Capo Agulhas, e arriverà nel punto più orientale dell’Asia, Capo Dezhnev, in Chukotka, attraversando 12 Paesi in 3 continenti, per un totale di 29.000 km in bicicletta! 

L’idea di un viaggio così estremo è nata durante un pomeriggio di noia estiva, in una casa di montagna sugli Appennini. “Volevo pormi un obiettivo che assorbisse tutta la mia attenzione e le mie energie - spiega Lorenzo -. E da lì è nato questo progetto: percorrere la ‘strada più lunga del mondo’, un tragitto che copre la più lunga distanza terrestre percorribile sul nostro pianeta: un itinerario con 12 fusi orari e più di 100 gradi di escursione termica”. 

“Finché progettavo questo viaggio, una parte di me non credeva che sarei potuto arrivare fino a qui; provarci è stata la mia più grande scommessa e continuerà a esserlo fino alla fine”, racconta sul suo blog, attraverso il quale comunica quotidianamente con migliaia di follower (120.000 su Instagram, 135.000 su Facebook). Noi lo abbiamo raggiunto al telefono finché sostava in un piccolo villaggio sui monti Altaj insieme a sua moglie Aygul, conosciuta durante il precedente viaggio in Russia. “Era da dieci giorni che non facevamo una doccia e non riposavamo normalmente”, ci dice allegro, con la voce di chi è talmente felice di fare ciò che sta facendo da sentire il desiderio di urlarlo al mondo. 

Lorenzo ha raggiunto Aygul in Kazakistan e insieme a lei è montato nuovamente in sella, diretti in Russia. “Siamo stati separati da migliaia di chilometri per diversi mesi e sapevamo che questo sarebbe stato l’unico modo per passare un po’ di tempo insieme - dice -. Aygul non è mai stata una ciclista e non si è mai allenata, però ha deciso di accompagnarmi in questa tratta del viaggio. Sono molto orgoglioso di lei”. 

E così dopo gli elefanti della savana, le tempeste di sabbia del deserto africano, i paesaggi della Turchia e il silenzio della steppa del Kazakistan, Lorenzo è di nuovo in Russia, un Paese che lo ha accolto con gentilezza. “Qui mi hanno sempre trattato bene e continuano a farlo anche adesso. Quando dico che sono italiano, tutti mi sorridono e mi stringono la mano”.

In mezzo a quella valle circondata dalle montagne, il collegamento telefonico non è buono. Ogni tanto cade la linea e siamo costretti a richiamare. “Ci siamo presi un giorno di pausa e domani ripartiamo in salita, seguendo il fiume su una strada sterrata che ci porterà a 1.600 metri di altitudine -. racconta Lorenzo -. Seguiamo prevalentemente strade isolate e senza traffico, da dove si vedono paesaggi straordinari! All’altezza di Omsk abbiamo percorso pianure infinite, adesso invece ammiriamo le montagne. Sono rimasto impressionato dall’ospitalità della gente del Caucaso russo, in Daghestan e in Cecenia: non riuscivo mai a pagare il pranzo perché me lo offrivano i titolari dei negozi di alimentari o i loro clienti!”. 

Oltre alla tenda, Lorenzo ha con sé un fornelletto da campo, un pentolino per scaldare il cibo, un filtro per l’acqua, un sacco a pelo, due power bank e varie mappe sul cellulare che funzionano in modalità off-line. “In passato usavo le piantine cartacee, ma mostrano solo le strade principali, non quelle sterrate e secondarie. Anche se dormo in tenda in mezzo al nulla non ho paura: porto sempre con me una specie di scaccia-cani contro i lupi”.

In questi giorni Lorenzo e Aygul sono arrivati nella parte finale del Chuysky Trakt, inserito dalla rivista National Geographic Traveler nella lista dei 10 viaggi on the road più belli da fare. “Abbiamo quasi terminato il Chuysky Trakt, una strada che attraversa i monti Altaj, considerata da molti come una delle più belle al mondo. Negli ultimi giorni abbiamo anche incrociato qualche viaggiatore in bicicletta. Non ne incontravo uno dalla Cappadocia, in Turchia, ed è stato bello fermarsi per condividere esperienze e informazioni. Ieri ci siamo lasciati alle spalle le foreste selvagge e ora è iniziata la steppa”. La frontiera con la Mongolia, avamposto dell’ultima tranche, è ormai vicina. 

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