Come le volpi selvatiche si sono innamorate di un fotografo russo e lo hanno reso famoso

Igor Shpilenok
Per i suoi eccezionali progetti fotografici, Igor Shpilenok è disposto a stare mesi o anni nelle foreste, e a diventare parte di quell’habitat. Grazie a lui è diventato chiaro che le volpi sono attratte dagli esseri umani. Anche se a volte questo “amore” lo manifestano rubando stivali, torce e lacci…

Igor Shpilenok (1960-) ha trascorso quasi tutta la sua vita nella foresta. Negli anni Ottanta, quando non aveva ancora trent’anni, era già ben conosciuto come ambientalista e fondatore della Riserva forestale di Brjansk, nel sud-ovest della Russia. In contemporanea, si interessava alla fotografia di animali e oggi è uno dei fotografi naturalisti più famosi al mondo. Le sue passioni fotografiche sono molteplici, ma inaspettatamente un amore speciale è nato con le volpi selvatiche. E ha molte storie personali incredibili da raccontare su queste creature socievoli e intelligenti.

“Le volpi cominciano a trattarmi come parte del loro ambiente”

Guardando le sue fotografie, non si può fare a meno di chiedersi come sia possibile avvicinarsi così tanto agli animali. Perché non hanno paura degli umani? “Nella parte europea del Paese, la maggior parte delle persone vede le volpi che scappano o che si aggirano furtivamente nei campi”, dice Igor Shpilenok. “Ma io cerco di vivere in posti dove le volpi non sono così spaventate, e in più ci vivo per molto tempo, andando là per mesi e a volte per anni. Durante questo periodo, riesco a stabilire un contatto con molti animali e a dimostrare loro che non rappresento un pericolo. Così, dopo qualche settimana di diffidenza, le volpi iniziano a trattarmi come parte dell’ambiente e cercano persino di… addomesticarmi”.

“Una volta ho deciso di fare un esperimento e di vivere per un anno nella taiga senza mai uscirne per andare nella civiltà. Mi sono stabilito nella riserva naturale di Kronotskij, in Kamchatka, e fin dal primo giorno le volpi sono venute a fare conoscenza”.

Come le volpi hanno rubato le scarpe agli ispettori della riserva

“Durante l’anno sono passate diverse volpi, sono tutte diverse, hanno il loro carattere, e all’inizio pensavo che la mia volpe preferita fosse Kuzja, sempliciotta e ladruncola. Poi Kuzja ha portato un’amica, Alisa, e anche lei mi piaceva, e quindi sono venute con un altro loro amichetto, che ho battezzato Zlodej Zlodeich. Ho capito che le volpi sanno come far innamorare di loro…

“Le volpi sono cleptomani, rubano di tutto! Il furto più innocuo è un paio di lacci delle scarpe. Se li mettete ad asciugare da qualche parte, li ruberanno sicuramente. Hanno una passione istintiva per il furto di qualsiasi cosa. Una volta hanno ‘disarmato’ gli ispettori della riserva. Erano dei veri duri che non avevano paura degli orsi o dei bracconieri. Vennero da me, misero le loro scarpe – tre paia – sul tetto basso della nostra capanna e, mentre stavamo bevendo il tè, Zlodej Zlodeich arrivò di corsa e rubò la scarpa destra a ciascuno di loro. Ho trovato le scarpe solo sei mesi dopo, tutte morsicate dai cuccioli”.  

Una volta Igor comprò una costosa torcia finlandese appositamente per la taiga, ma la gioia dell’acquisto durò solo una settimana. “Sono uscito la sera per prendere la legna, ho appoggiato la torcia a un paio di metri per farmi luce. All’improvvisa è diventato tutto buio: la mia torcia stava galoppando attraverso la tundra a grande velocità”, racconta il fotografo. “La volpe l’aveva presa tra i denti e correva via nella tundra, illuminando il suo cammino. Ha girato intorno con la torcia per qualche ora e poi è sparita. Da allora compro solo torce economiche. Per qualche strana ragione, le volpi quelle non le rubano. Evidentemente amano il lusso”.

Così le volpi usano l’uomo a loro vantaggio

Le volpi amano molto avere chi le protegga e hanno la capacità mentale di legare insieme gli eventi, dice il fotografo. “Prima non capivo le loro azioni. Per esempio, perché la volpe Alisa continuasse a inseguirmi tutto il tempo. Un giorno stavo camminando nella riserva naturale e la volpe mi seguiva: cosa voleva?”. Si è poi capito che Alisa stava usando Igor come cane da caccia. Un uomo spaventa gli uccelli senza nemmeno accorgersene, e la volpe ne approfitta e li cattura. 

A volte le volpi usano gli esseri umani come protezione contro i predatori. “È capitato che quando un orso ha mostrato interesse per una volpe, questa si nascondesse tra i miei piedi, come un gattino”, racconta Igor.

“Se vi sistemate in una piccola isba, una volpe o anche due vengono subito da voi e cercano di diventare i vostri cani da compagnia. Non abbaiano, e guaiscono in modo fastidioso, ma si può sempre capire dal loro comportamento cosa sta succedendo attorno”. 

Naturalmente, la volpe vede e ode più lontano dell’uomo. Se guarda intensamente in una direzione è chiaro che sta arrivando un orso. Oppure che ci sono dei cigni che galleggiano lungo il fiume. “Per me sono piccole macchie, le vedo solo con il binocolo, ma una volpe ha già il controllo della situazione. Inoltre, se appare un’altra persona, la volpe la nota da lontano”, spiega il fotografo.

Come Alisa la volpe ha ottenuto un riconoscimento scientifico mondiale

Detto questo, le volpi danno anche il loro contributo alla scienza mondiale! Nel 2017, i biologi dell’Università Statale di Mosca stavano studiando i resti degli antichi suslik artici e volevano confrontarli con i suslik artici (Urocitellus parryii) che vivono oggi in Kamchatka. Uno degli scienziati aveva visto proprio questi animali nelle foto di Igor e gli aveva chiesto alcuni campioni per le analisi genetiche. 

“Alisa portava questi suslik alle sue volpine e mi chiedevo come fare a chiedergliene alcuni. Nel momento in cui l’ho vista con la preda, ho preso una caramella dalla tasca e ho iniziato a mangiarla golosamente. Alisa si è interessata e ha messo a terra il suslik. Le ho porto metà  caramella. La volpe se l’è mangiata avidamente e il giorno dopo è corsa verso di me con un altro suslik e io le ho dato di nuovo mezza caramella. Nel giro di una settimana avevo raccolto tutto ciò che serviva agli scienziati, mentre la volpe continuava a portare suslik, disponendomeli in fila sul portico per avere in cambio caramelle. Quando lo scambio si è interrotto, è stata molto infelice”. Nella rivista scientifica “Scientific Reports”, gli scienziati hanno inserito la volpe Alisa tra i ringraziamenti per aver raccolto il materiale necessario  per lo studio.

Come il gatto scacciò le volpi dal lardo del suo padrone

Una volta Igor ha portato il suo gatto domestico, di nome Ryska, in spedizione nella Riserva Naturale di Kronotskij per cinque mesi, perché a casa non aveva nessuno a cui lasciarlo. Le volpi venivano alla capanna del fotografo perché erano eccitate dall’odore delle uova cotte sullo strutto al mattino. Stavano lì in fila anche solo per godersi quel meraviglioso aroma.  

Naturalmente, il gatto era indignato per quell’impudenza, e ha iniziato a difendere le uova strapazzate del padrone e a scacciare le volpi. È vero quello che si dice: non c’è animale più spaventoso di un gatto. Bastava guardare gli occhi terrorizzati delle volpi, quando le attaccava. 

“Naturalmente, faceva il coraggioso e inseguiva le volpi solo quando c’era il suo padrone a pochi passi, perché una volpe è selvaggia e non conosce pietà”.

Questo scatto ha vinto il Wildlife Photographer of the Year 2009 nella categoria “Urban and Garden Wildlife”. 

In tanti anni di foto e di vita nelle foreste protette, Igor ha conosciuto molte volpi ed è rimasto colpito dalla loro vita: difficile, faticosa, piena di pericoli e sempre in lotta per la sopravvivenza. “All’inizio sembrano tutte uguali”, dice Igor, “ma poi ti accorgi di quanto sono diverse per comportamento, carattere, e alcune hanno cicatrici uniche”.

Zlodej Zlodeich, in Kamchatka, divenne padre di molti figli, ma finì impigliato nei resti di una rete da pesca. La volpe Alisa, sua vicina di casa, ha vissuto per 9 anni e la sua prole si è rivelata sorprendentemente simile a lei. La volpe Patrikej, di Brjansk, la beniamina di tutti i fotografi locali, si è addentrata sempre di più nel territorio dei bisonti, e un giorno è scomparsa per sempre…

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