Visti elettronici gratuiti: gli errori più frequenti da evitare per entrare in Russia senza problemi

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A due mesi dall’introduzione del nuovo regime, sono già stati rilasciati 50.000 visti online. Ma non sono mancati gli imprevisti: ben 1.500 turisti sono stati rimbalzati alla frontiera. La causa? Nomi scritti male, errate traslitterazioni o accenti non riconosciuti. Ecco i suggerimenti da tenere a mente per evitare complicazioni

A partire dall’autunno 2019, i turisti provenienti da 53 paesi possono visitare San Pietroburgo, Kaliningrad e l'Estremo Oriente con un semplice visto elettronico gratuito. Ve lo avevamo raccontato qui

È sufficiente compilare online, 4 giorni prima del viaggio, il modulo di richiesta, disponibile sul sito web del Ministero russo degli Esteri. Sembra piuttosto semplice, vero? In realtà per alcune persone si è rivelato un vero e proprio percorso a ostacoli!

Secondo i funzionari di San Pietroburgo, nei primi due mesi dall'introduzione del nuovo regime, sono già stati rilasciati circa 50.000 visti elettronici, la maggior parte dei quali a cittadini di Estonia, Lettonia, Finlandia, Germania e Francia. Tuttavia, 1.500 viaggiatori (circa il 3%) non hanno potuto attraversare la frontiera russa a causa di alcuni problemi con i loro documenti. Cosa è successo esattamente e come evitare nuove complicazioni? 

Nomi mancanti e lettere strane

A quanto pare, compilare la domanda non è sempre così semplice, soprattutto quando il nome del titolare riporta accenti o segni diacritici, come "ø", "ê", "ê", "ç", comuni in alcune lingue europee come il francese, il tedesco, il ceco e così via. 

“All'inizio di dicembre, una turista svizzera è stata fermata all’aeroporto e le è stato impedito di imbarcarsi sul volo per la Russia, perché la 'ü' nel suo cognome non corrispondeva alla 'u' presente sul visto. Questo perché, secondo le regole della traslitterazione russa, dovrebbe essere scritto come 'ue'”, ha spiegato a Russia Beyond un’agenzia turistica di Berna, in Svizzera. 

Secondo l’agenzia, i turisti dovrebbero leggere le regole con maggior attenzione. Purtroppo però, siccome la richiesta di visto avviene online e non sono riportati avvisi, la signora ha compilato il modulo pensando che fosse tutto a posto. 

Prima dell’introduzione del visto elettronico, in caso di errori nei documenti, il visto semplicemente non veniva rilasciato. Ora si rischia che gli errori vengano segnalati solo in aeroporto, al controllo passaporti, durante l'attraversamento della frontiera… quando è ormai troppo tardi.

“Un'altra turista aveva sul passaporto sia il cognome da nubile, sia quello del marito, e li ha precisati entrambi sul modulo per la richiesta del visto. Ma avrebbe dovuto indicare solo il cognome attuale - racconta il titolare dell’agenzia turistica -. Un signore, invece, ha avuto delle complicazioni per via di un trattino (-) presente nel cognome: il sistema lo ha rimosso automaticamente e ci sono state alcune difficoltà per risolvere la questione perché non era del tutto chiaro che cosa si debba fare in casi come questo”.

Al di là delle problematiche che si sono ritrovati ad affrontare alcuni viaggiatori, il portavoce dell’agenzia svizzera ha definito i visti elettronici una "grande idea".

All'inizio di novembre, 50 tifosi tedeschi del FC Leipzig non hanno potuto assistere a una partita a San Pietroburgo, perché hanno confuso uno "0" ("zero") con una "O" (lettera “o”) nei loro passaporti... e il sistema ovviamente non li ha riconosciuti! 

Secondo il Ministero russo degli Esteri, i turisti dovrebbero controllare molto attentamente le domande, soprattutto quando i nomi riportano simboli particolari che potrebbero causare complicazioni con il modulo online. 

Il “niet” alla frontiera

Alcuni turisti, poi, pensano ingenuamente che il visto elettronico dia diritto a viaggiare anche in altre regioni della Russia. Ovviamente non esistono confini tra le regioni del paese, ma secondo la normativa dei visti elettronici è possibile risiedere solo ed esclusivamente nel territorio per il quale è stato rilasciato il visto (l’ingresso, tra l’altro, è singolo). 

Inoltre, se vi recate a Kaliningrad e volete visitare la vicina località lituana di Palanga, per tornare nella città russa dovrete richiedere un nuovo visto.

Bisogna poi tenere presente che il visto elettronico al momento viene accettato solo in alcuni punti di controllo della frontiera: sulle strade, nei porti e negli aeroporti; non è possibile attraversare il confine in treno con un visto elettronico (le autorità sostengono che al momento ci sono dei problemi tecnici, che verranno risolti prossimamente).

Alla frontiera vi sarà richiesto di esibire la vostra conferma di visto, che potrete scaricare sul vostro smartphone o sul tablet; tuttavia, alcuni turisti suggeriscono di stampare il documento per sicurezza.

Contate con attenzione i giorni 

Non dimenticate che, nonostante il visto elettronico sia valido per 30 giorni, vi consente di rimanere in Russia per un massimo di 8 giorni. Questi giorni non iniziano dal momento in cui il passaporto viene timbrato, bensì dalla mezzanotte del giorno in cui siete arrivati: se siete arrivati il 20 dicembre alle 23, dovrete lasciare il paese entro le 23:59 del 27 dicembre, e non alle 23 del 28 dicembre! Anche brevi ritardi potrebbero comportare una multa, e rischiereste di incappare in un divieto di ingresso in Russia della durata di 5 anni! Ci sono già stati alcuni casi di questo tipo: le autorità russe sono molto severe con i nuovi visti elettronici.

Il punto fondamentale è semplice: leggete attentamente le regole, pianificate il viaggio nei dettagli e godetevi il vostro tour in Russia, un paese che ha fatto un altro grande passo in avanti verso l'esenzione dal visto, per un regime aperto a tutti!

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