Uno dei casi più sconcertanti della storia russa, l’incidente del Passo Djatlov del 1959, sugli Urali, è stato oggetto di un acceso dibattito per 60 anni e le autorità russe stanno per riaprire il caso per l’ennesima volta.
Il 1º febbraio l’Ufficio del Procuratore Generale russo ha annunciato che effettuerà un’indagine su larga scala sulla morte del gruppo di escursionisti guidati da Igor Djatlov per scoprire cosa sia realmente accaduto (qui potete trovare più dettagli su quelle morti misteriose e raccapriccianti). “L’ufficio del Procuratore ha deciso di esaminare il caso, perché molte persone – i parenti, la stampa e vari attivisti – ci chiedono di scoprire la verità”, ha detto Aleksandr Kurennoj, rappresentante ufficiale dell’Ufficio del Procuratore.
Nel maggio 1959, dopo l’inchiesta ufficiale sulle strane morti di nove giovani escursionisti, si concluse che la tragedia era il risultato di “una irresistibile forza sconosciuta”. Ciò diede origine a più di 70 teorie e molte speculazioni, incluse le più bizzarre, che tiravano in ballo gli alieni, lo yeti o forze paranormali.
Ciò che le autorità intendono fare ora è esaminare le tre teorie considerate più probabili. “Potrebbe essersi trattato di una semplice valanga, di una valanga di ghiaccio e neve, o di una tempesta particolarmente intensa”, ha detto Kurennoj, aggiungendo che i venti sono molto forti nelle vicinanze del monte Kholatchakhl (“La montagna morta”) dove avvenne la tragedia.
Inoltre, gli investigatori e gli esperti effettueranno nove esami, inclusi test forensi, medici e psicologici che potrebbero gettare nuova luce sulla vicenda.
Quelle morti misteriose tra le nevi degli Urali
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