La chiesa di legno di Belozersk, un capolavoro destinato a scomparire?

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WILLIAM BRUMFIELD
Impressionò il pioniere della fotografia a colori Sergej Prokudin-Gorskij, che la immortalò nel 1909, ma, in condizioni di conservazione pessime è stata smontata e rischia di essere perduta per sempre

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere vivide e dettagliate fotografie a colori (vedi il paragrafo in basso). Intenzionato a usare questo nuovo metodo per documentare la grande varietà architettonica dell’Impero Russo, intraprese diversi viaggi nel periodo compreso tra il 1903 e il 1916.
La sua visione della fotografia come forma di educazione e di comprensione dell’esistente è stata espressa con particolare chiarezza nella sua opera di documentazione dell’architettura medievale degli insediamenti storici russi.

Nel giugno e luglio del 1909, Prokudin-Gorskij ricevette una commissione dal Ministero dei Trasporti per scattare foto lungo il corso d’acqua Mariinskij. L’itinerario scelto collegava alcuni dei siti archeologici più antichi della Russia nordoccidentale e elementi dello sviluppo di San Pietroburgo, fondata nel 1703 e designata capitale della Russia nel 1712. Di fronte alla sfida di collegare la nuova capitale all’interno del Paese, Pietro il Grande dette avvio alla costruzione di un sistema di canali noto con il nome di Sistema Mariinskij, che collegava San Pietroburgo con il bacino del fiume Volga.

Una meta importante del viaggio di Prokudin-Gorskij lungo questa via d’acqua fu la città di Belozersk. Tra i più antichi insediamenti conosciuti nella Russia nord-occidentale, “Beloozero” è menzionato nelle Cronache fin dall’anno 862 come una delle cinque città concesse ai fratelli variaghi Riurik, Sineo e Truvor, che furono invitati a governare gli Slavi orientali in quella che poi fu chiamata Rus’.

Un destino legato all’acqua

Qualsiasi siano i dettagli delle sue origini e la sua posizione iniziale, il nome indica che la città era legata al Beloe Ozero (Lago Bianco). Benché più piccolo dei laghi Ladoga e Onega, il Lago Bianco è un collegamento cardine tra questi due laghi e il cuore della Russia. Sul lato sud-est, sbocca nella Sheksna, un affluente del Volga, lungo quello che è oggi il percorso di molte crociere estive tra Mosca e San Pietroburgo.

Il primo insediamento di Beloozero – come originariamente veniva chiamata la città – si trovava in una posizione diversa sul lago, e la città fu nuovamente insediata prima di occupare il posto attuale nel tardo XIV secolo. Con l’aumento del potere di Mosca nel XV secolo, Beloozersk acquisì un’importanza strategica come baluardo sulla frontiera nord-occidentale delle Moscovia e per le sue vie di trasporto acquatiche. Ivan III (il Grande) comprese l’importanza di questo luogo e nel 1487 costruì una grande fortezza, o Cremlino, i cui bastioni di terra sono ancora in piedi.

La città prosperò alla metà del XVI secolo, in particolare come fonte di utensili di ferro e pesce. Un impressionante ricordo visibile di quella ricchezza è la Chiesa della Dormizione, simile a una fortezza, iniziata nel 1553 in uno dei punti più alti della città. Beloozersk fu testimone delle violenze dell’ultima parte del regno di Ivan il Terribile (1547-84), quando la città fu inclusa nel suo dominio personale (oprichnina), e servì come luogo di deportazione.

Questa inclusione nei domini di Ivan non le impedì di sperimentare la carestia e le epidemie che colpirono gran parte della Russia nel tardo XVI secolo. E durante il Periodo dei torbidi (la crisi dinastica tra la fine della casata dei Rjurikidi, nel 1598, e la salita al trono dei Romanov, nel 1613), l’anno 1612 portò una devastazione completa, con il sacco di Belozersk da parte di una forza predatrice.

Con il rilancio del commercio nel XVII secolo, l’ubicazione e le risorse naturali si rivelarono nuovamente vantaggiose. Durante il regno di Aleksej Mikhailovich (in carica dal 1645 al 1676), la Cattedrale della Trasfigurazione fu costruita all’interno del Cremlino, nel 1670. Con la fondazione di San Pietroburgo nel 1703, la città si trovò in una posizione cardine tra il bacino fluviale del Volga e i laghi Onega e Ladoga che conducevano, attraverso il fiume Neva, alla nuova capitale imperiale.

Meraviglie architettoniche perse nella storia

L’ampia opera di Prokudin-Gorskij a Belozersk immortalava non solo la sua fortezza e le cattedrali centrali, ma anche un insieme architettonico tra i più caratteristici della città, la Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio e la Chiesa di legno del profeta Elia. Prokudin-Gorskij fotografò il tutto da sud-ovest, con la Chiesa dell’Intercessione in primo piano.

Costruita nel 1740-52, la Chiesa dell’Intercessione nella prospettiva di Prokudin-Gorskij era una struttura aggraziata con cinque cupole. Semplice nei suoi dettagli barocchi provinciali, aveva un bel campanile collegato all’estremità ovest. Come mostrano le mie fotografie scattate in diversi anni, non rimane nulla della torre, e la chiesa – vandalizzata e sfigurata – è ridotta in un modo che va ben oltre un possibile restauro.

Le speranze erano maggiori per la conservazione della Chiesa di Elia, considerata un monumento di importanza nazionale. La visione ravvicinata di Prokudin-Gorskij, disponibile solo nella stampa di contatto, è un documento inestimabile, così come le mie fotografie della fine degli anni Novanta.

Costruita nel 1690, la Chiesa di Elia sale su tre livelli da una base cubica a una grande cupola di legno che è chiaramente visibile dall’angolo sud-occidentale del Cremlino. La struttura principale era costruita con tronchi di pino tondi, intagliati, ma l’abside, che conteneva l’altare sul lato est, era costruita con incastri a coda di rondine. Dal lato ovest si estendevano un vestibolo e un portico coperto.

Nell’ampio interno della struttura principale, i tronchi erano stati piallati per creare una superficie uniforme che potesse essere verniciata. Il muro est mostrava una grande iconostasi a cinque livelli che si estendeva a destra e a sinistra nei livelli superiori. Durante il periodo sovietico le icone, dipinte alla fine del XVII secolo, furono rimosse per essere conservate al Museo di Belozersk, ma la maggior parte fu successivamente trasferita nella vicina Kirillov, al museo del Monastero di San Kirillo-Beloserskij

Nella parte superiore della struttura principale c’era un soffitto dipinto (nebo) formato da pannelli trapezoidali inclinati verso l’alto, con un’immagine squadrata di Cristo al centro. Ho avuto la fortuna di poter fotografare l’interno di questo capolavoro nel 1999, incluso il pannello principale della Crocifissione.

Nel corso dei decenni la chiesa è stato chiusa, e questo monumento notevolissimo è stato progressivamente minacciato dalla mancanza di riparazione. Negli anni Settanta un restauro delle pareti aveva rimosso i rivestimenti delle tavole ottocenteschi, nella trasformazione della struttura in museo.

Tuttavia, la continua mancanza di manutenzione ha portato a un ulteriore deterioramento, compresa la minaccia di infiltrazioni di acqua sotterranee. Nel 2012 sono stati proposti progetti per un restauro completo in occasione delle celebrazioni del 1150° anniversario di Belozersk. La struttura è stata disassemblata nel 2010, ma successivamente i piani di ripristino si sono persi tra progetti e priorità concorrenti.

La conservazione di questa chiesa rara e antica dovrebbe avere la massima priorità. È la testimonianza superstite del fatto che Belozersk, per la maggior parte della sua storia, era una città di strutture in legno, incluse chiese la cui bellezza possiamo ora solo immaginare.

Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Libreria del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo la Libreria del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Libreria del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.

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