Pietro il Grande mandò un’intera generazione a studiare all’estero. Con quali risultati?

Storia
ANNA POPOVA
Lo zar andò in prima persona a formarsi in Europa e poi decise di spedire anche i suoi sudditi ad apprendere nuove conoscenze. In totale, all’epoca, circa mille persone furono istruite in Olanda, Inghilterra e Italia. Ma che carriera fecero in seguito?

Da servo a contrammiraglio

Le famiglie nobili non potevano sottrarsi alle idee di Pietro I: era obbligatorio realizzare ogni pensata dello zar. Per prima cosa, inventò la “tsifirnaja shkola”, una scuola dove si insegnavano geometria, aritmetica e basi della navigazione, oltreché a leggere e scrivere. Senza averla completata, un giovane non aveva il diritto di sposarsi. Nel 1696 lo zar emanò poi un decreto sull’istruzione all’estero. Per acquisire nuove conoscenze si andava in Inghilterra, in Italia, in Olanda. Tra coloro che andarono all’estero c’erano i rappresentanti delle famiglie Golitsyn, Kurakin, Dolgorukij, Shakhovskij, Volkonskij, Trubetskij…

Tra gli studenti c’erano anche vari amici di Pietro. Ad esempio, il suo valletto Aleksandr Menshikov studiò insieme allo zar presso il Cantiere navale di Amsterdam e il conte Pjotr Tolstoj, nonostante l’età avanzata di 52 anni, si offrì volontario per diventare lui stesso uno studente. Per diversi anni studiò navigazione a Venezia e tornò in patria come maestro di vela. Nel 1721 si recò a Costantinopoli come primo ambasciatore russo residente.

Tra i nobili dell’epoca di Pietro, non tutti però erano così desiderosi di mettersi sui libri, una volta ottenuta la borsa di studio per il viaggio in Europa, il che a volte portava a casi curiosi. Ad esempio, Maksim Spafariev, una volta all’estero, evitò di studiare con ogni mezzo, e costrinse il suo servitore di etnia calmucca a frequentare le lezioni al posto suo. Quest’ultimo studiava diligentemente i libri di testo e andava in mare per le lezioni pratiche: tutto filò liscio fino al momento in cui non venne il tempo di tornare a casa. In Russia era Pietro in persona a interrogare agli esami gli studenti di ritorno, e scoprì molto rapidamente l’inganno. Di conseguenza, mandò il pigro nobile a servire come marinaio e premiò il servo calmucco con un nuovo periodo di studi all’estero, stavolta in Inghilterra.  

Denis Kalmykov (lo zar gli diede questo cognome; “kalmyk” in russo vuol dire “calmucco”) tradusse i regolamenti e gli statuti navali inglesi, addestrò i guardiamarina, inventò i segnali generali e un sistema di scambio di informazioni per le navi che utilizzava le bandiere, fu il comandante capo del porto di Kronshtadt e salì fino al grado di contrammiraglio.   

Guardiamarina, avanti!

Pietro dava grande importanza all’attività in mare: chi cercava di stare troppo a terra veniva severamente punito. Non gradiva nemmeno i critici che ritenevano che uno zar non dovesse fare il “carpentiere” (era infatti impegnato in prima persona nella progettazione e nella costruzione di navi). A un certo punto, Pietro voleva giustiziarli, e solo l’intervento delle autorità olandesi salvò loro la vita. Ma gli studenti diligenti fecero tutti una buona carriera. Per esempio, Ivan Nepljuev dall’Accademia Marittima di San Pietroburgo andò a Revel (oggi Tallinn), e poi a Venezia e Cadice, partecipò a una delle tante Guerre turco-veneziane e fu comandante di navi costruite a San Pietroburgo. In seguito Nepljuev fondò le fortezze da cui nacquero le città di Orenburg e Magnitogorsk.

Il primo tra i pittori

I russi furono inviati in Europa non solo per studiare le scienze esatte, ma anche per cercare un nuovo linguaggio artistico. Uno dei pittori più famosi dell’epoca fu Andrej Matveev. Studiò in Olanda con Arnold Boonen, poi all’Accademia delle Arti di Anversa. Tornato in Russia nel 1727, lavorò nella squadra di pittori della Cancelleria per la costruzione San Pietroburgo, l’ente che si occupava dei lavori della nuova capitale. Fu il primo artista russo a dipingere ritratti e autoritratti di soggetto secolare. Fu anche il primo a decidere di decorare le chiese non con affreschi, ma con dipinti, e realizzò per la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo “L’Incredulità di san Tommaso”, “Orazione nell’orto degli ulivi”, “L’ultima cena” e “L’ascensione del Signore”. 

Il primo medico con la laurea

Gli studenti dell’epoca di Pietro studiavano anche economia, medicina e altre scienze oltre agli studi marittimi. Ad esempio, Pjotr Postnikov, diplomatosi all’Accademia slavo-greco-latina, studiò medicina a Padova e divenne il primo medico russo con la laurea. Prestò servizio nell’ufficio dello speziale e fu il primo traduttore del Corano in russo. 

Pietro inviò poi il console e agente diplomatico Jakov Evreinov in Olanda per studiare il commercio. Al suo ritorno in Russia divenne prima consigliere del Collegio di Manifattura (l’ente responsabile per lo sviluppo dell’industria), e poi capo del Collegio del Commercio.


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