Com’era la Russia nel 1944? (FOTO)

Dominio pubblico
Queste straordinarie immagini d’archivio catturano sia i momenti difficili al fronte della Seconda Guerra Mondiale sia la vita lontano dalla prima linea

Grazie al coraggio dei fotografi di prima linea che si spostavano con le truppe durante il conflitto, migliaia di immagini di guerra sono arrivate fino a noi. Questa foto mostra il corrispondente fotografico militare Evgenij Khaldej nella Sebastopoli liberata. Un anno dopo avrebbe scattato la sua foto più famosa: “La bandiera rossa sul Reichstag”.

Ed ecco alcune foto scattate sempre da Evgenij Khaldej: il maresciallo Semjon Timoshenko durante la preparazione dell’operazione di liberazione della Crimea nel 1944.

Combattimenti per Kerch.

Le rovine dell’edificio del Museo delle Antichità di Kerch sul Monte Mitridate ricordano le rovine del Partenone.

Evgenij Khaldej fu uno dei primi fotografi a vedere la Sebastopoli distrutta.

Fuochi d’artificio in onore della liberazione di Sebastopoli.

“Di nuovo la vita!” Riposo sulla spiaggia di Sebastopoli distrutta.

Bambini sulla spiaggia di Sebastopoli.

Marinai dell’incrociatore “Molotov” si godono il sole dopo la battaglia.

E infine, il leggendario scatto di Khaldej, molto tragico e che ricorda il dipinto di Vasilij Vereshchagin “L’apoteosi della guerra”: “È così che finiscono le guerre”.

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Evgenij Khaldej e altri fotografi hanno scattato molti ritratti di soldati e partecipanti alla guerra. Eroi famosi e senza nome. Questa foto mostra il navigatore Sergej Duplius nella cabina di pilotaggio dell’aereo.

Valentina Kusanova, cecchino.

Un sommozzatore in Crimea controlla la presenza di mine in acqua.

Il 1944 iniziò con un evento di fondamentale importanza: Leningrado fu liberata dall’assedio. Per quasi 900 giorni la città era stata accerchiata dai nazisti, con limitatissime forniture di cibo e medicinali. Molte persone morirono a causa dei bombardamenti e della fame.

I fotografi hanno immortalato le battaglie per la liberazione di Leningrado.

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Le ex residenze zariste alla periferia di Leningrado e fuori città erano state occupate dai nazisti e quei bellissimi palazzi erano ora in gran parte distrutti. Questo, per esempio, è ciò che videro le truppe e i fotografi quando entrarono a Peterhof.

Anche i palazzi di Tsarskoe Selo erano trasformati in rovine.

Davanti al Palazzo di Alessandro di Tsarskoe Selo i nazisti avevano costruito un cimitero per i loro soldati e ufficiali.

I fotografi sovietici erano con l’Armata Rossa anche nei momenti più toccanti. Ecco la liberazione dei bambini sovietici prigionieri nel campo di concentramento di Petrozavodsk.

Una colonna di prigionieri di guerra tedeschi marcia attraverso Mosca.

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I partigiani vanno in ricognizione.

I carristi di Cheljabinsk leggono una lettera dei loro parenti al fronte.

Anche in una guerra dura ci sono stati momenti luminosi. Una ragazza e un soldato al pozzo.

Nel 1944 le truppe sovietiche liberarono la Crimea, la Bielorussia, l’Ucraina occidentale e la Polonia. La foto mostra i carri armati a Leopoli.

I soldati sovietici furono accolti ovunque con fiori e lacrime di felicità come eroi-liberatori.

Ragazze in coda per la donazione di sangue al punto di donazione.

Può sembrare incredibile, ma durante la guerra la costruzione della metropolitana di Mosca andò avanti. In particolare, furono aperte le stazioni Elektrozavodskaja (a sinistra) e Partizanskaja.

Le città liberate riprendevano a vivere, la gente andava a lavorare, si sposava e aveva figli.

Anche le riprese cinematografiche continuarono. Ad esempio Sergej Ejzenshtejn girò il suo celebre film “Ivan il Terribile”. Nella foto, il regista con Nikolaj Cherkasov, che interpretava il ruolo del protagonista (a sinistra).

L’attore Georgij Miljar era diventato così magro durante la guerra che interpretò perfettamente il ruolo del vecchio mostro del folklore slavo Koshchej Bessmertnyj. 

La vera star della letteratura in questo periodo era Aleksej Tolstoj. Ricevette il premio Stalin per la sua trilogia sulla Rivoluzione “Via al Calvario” e scrisse una lettera a Stalin in cui chiedeva che il denaro del premio fosse usato per costruire un carro armato.

Lo zoo di Mosca nel 1944.

Un abitante di Uljanovsk guarda attraccare il piroscafo “Feliks Dzerzhinskij” al molo.

La maggior parte degli uomini era andata al fronte, e così le ragazze dovettero dedicarsi a lavori poco “femminili”. Nella foto: la produzione di granate nello stabilimento di Leningrado.

La produzione di armi nella fabbrica di macchine utensili di Tula (anche qui quasi tutte ragazze).

L’affascinante spettacolo della fusione della ghisa nell’altoforno dell’“Uralmashzavod”.


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