La tragedia ebbe luogo il 4 giugno 1989 sulla ferrovia Transiberiana, nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Baschiria (circa 1.500 chilometri a est di Mosca).
Dopo il danneggiamento di un gasdotto vicino ai binari, il gas si accumulò rapidamente in una zona ribassata. Due treni carichi di passeggeri che viaggiavano in direzioni opposte finirono in una nuvola di gas. Un mozzicone di sigaretta o una scintilla provocarono un’esplosione terribile, la cui potenza fu quasi paragonabile a quella nucleare di Hiroshima.
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La temperatura raggiunse per breve tempo le migliaia di gradi, lo scoppio distrusse 150 ettari di foresta; 350 metri di binari ferroviari furono divelti. Le vittime dell’incidente furono 575, tra cui 181 bambini. Centinaia di persone rimasero invalide a vita.
“Le braccia ancora reagiscono al sole”, ha raccontato la capotreno Valentina Dzonzhua, una delle sopravvissute: “Al sole, cominciano a diventare nere. Non rosse, nere! Ma almeno sono viva…”.
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