Perché un pronipote di Gengis Khan è diventato un santo della Chiesa ortodossa?

Kalka

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Pavel Ryzhenko
La storia della sua conversione risale al XIII secolo. Fondò anche un importante monastero, nel quale si ritirò dopo essere rimasto vedovo

Nel XIII secolo il vescovo di Rostov e Jaroslavl, Cirillo II, si recò nell’Orda d’Oro per chiedere al khan Berke aiuto per la diocesi da lui diretta. Durante la visita parlò al khan di come gli abitanti della sua diocesi si erano convertiti al cristianesimo e dei miracoli di guarigione delle persone che pregavano sul sepolcro di San Leonzio di Rostov.

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Il khan Berke fu colpito dall’eloquenza del vescovo di Rostov. Le parole di Cirillo furono sentite anche da Dair Kajdagul, nipote di Berke e pronipote di Gengis Khan, che pure ne rimase molto impressionato.

Quando un figlio del khan si ammalò, Berke mandò un suo uomo a Rostov per chiamare Cirillo, del quale ricordava i racconti sui miracoli della fede ortodossa. Cirillo ordinò di celebrare nella cattedrale di Rostov una preghiera per la salute del figlio del khan,e lui stesso si recò nell’Orda, dove pregò per il giovane malato che grazie a questo guarì. In segno di gratitudine, il khan consegnò a Cirillo il suo jarlyk, cioè un editto, in base al quale tutta la somma dei tributi, pagati annualmente dai principi di Rostov e Jaroslavl, veniva devoluta alla Chiesa.

Mentre stava tornando a casa, Cirillo fu raggiunto dal giovane Dair che chiese al vescovo di farlo andare con lui, spiegando che voleva conoscere la fede ortodossa e vedere le chiese russe.

Dair si convertì all’ortodossia, prendendo il nome di Pietro (Pjotr Ordinskij), e con i propri soldi fondò una comunità monastica sulla riva del Lago Nero. Secondo la leggenda, lo fece esattamente nel posto in cui gli erano apparsi i santi Pietro e Paolo.

Sposato con una donna nobile di Rostov, Pietro ebbe molti figli, ai quali risalgono le origini della famiglia nobile dei Cirikov. Dopo la morte della moglie, Pietro si ritirò nel monastero da lui fondato, dove morì nel 1291. Cominciò a essere venerato subito dopo la sua morte. Nel 1547 fu canonizzato come santo dalla Chiesa ortodossa.

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