Nel 1896 il dodicenne Tekle Hawariat Tekle Mariyam (1884-1977) fu mandato a studiare in Russia. All’epoca l’Etiopia lottava contro l’Italia nella “Guerra di Abissinia” (“Abissinia è il vecchio nome dell’Etiopia) e lo Stato necessitava di giovani leader ben istruiti.
In Russia, il padre adottivo del ragazzo fu il colonello degli ussari Sergej Molchanov, figlio della principessa Elena Kochubej, a sua volta figlia di un decabrista, il principe Sergej Volkonskij. Proprio lei si dedicò all’educazione del giovane, che fino alla fine della sua vita la chiamò “nonna Nelly”.
La famiglia di Elena Sergeevna diede a “Petja l’Abissino”, come lo soprannominarono (Petja è diminutivo-vezzeggiativo di Pjotr) l’istruzione dei nobili russi. Oltre alle scienze e alla lingua russa, il giovane praticò l’equitazione e acquisì nozioni di agronomia, falegnameria e arte fabbrile. “Petja” studiò nel primo Corpo dei cadetti e poi all’elitaria Scuola d’artiglieria, aperta nel 1820 dal granduca Mikhail Romanov, figlio dell’imperatore Paolo I.
“Era un ragazzo piuttosto basso, dai cappelli ricciuti, pelle color cioccolato e labbra grosse”, scrisse il colonello Erast Shljakhtin, uno dei docenti del giovane etiope. “Era un ragazzo modesto, timido e buono, un po’ lento a pensare. Noi tutti lo amavamo molto. Arrivò con una missione che era stata in Abissinia, apparteneva all’aristocrazia ed era imparentato con il Negus”.
Nel 1905 il colonello Sergej Molchanov, che non era sposato e non aveva figli, morì, lasciando al figlio adottivo un cospicuo patrimonio. Nel 1908, dopo un viaggio in Europa, Tekle Hawariat tornò in patria, diventando un eminente statista e uno stretto collaborare del futuro imperatore Hailé Selassié.
Nel 1930 scrisse la prima Costituzione dell’Etiopia indipendente. In seguito rappresentò il suo Paese nella Società delle Nazioni.
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