Dopo il crollo della Terza Repubblica nel 1940, molti cittadini francesi non deposero le armi, ma aderirono al movimento “Francia libera” (a partire dal luglio del 1943 rinominato “Francia combattente”), guidato dal generale Charles de Gaulle.
Nel 1942, de Gaulle decise di mandare in soccorso dell’Urss una divisione di fanteria corazzata. Tuttavia, a causa delle difficoltà logistiche, in Urss si recò soltanto un gruppo di piloti dell’aeronautica militare. I piloti francesi costituirono il reparto “Normandie” (a partire dal 1944 – “Normadie-Niémen”) delle forze aeree dell’Armata Rossa.
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Pilotando aerei da caccia sovietici, i francesi combatterono i tedeschi a Kursk, in Bielorussia e nella Prussia orientale. Abbatterono, inoltre, 273 aerei tedeschi, l’80% delle vittorie aeree di “Francia combattente” nell’arco di tutta la guerra.
Tuttavia, non tutti i francesi si recarono in Urss per sconfiggere Hitler. Ci fu anche chi si schierò con il Führer. Nel novembre del 1941, sul fronte orientale giunsero i collaborazionisti della Legione dei volontari francesi contro il bolscevismo (ufficialmente denominata 638° reggimento della Wehrmacht).
La propaganda della Germania nazista e della Francia collaborazionista esaltava i legionari come eredi del “grande esercito” di Napoleone chiamati a difendere l’onore e la gloria dei loro avi e a rivalersi della sconfitta subita nel 1812.
Tuttavia, per gli eredi della “gloria napoleonica” le cose non andarono bene affatto. Dopo aver subito ingenti perdite nei combattimenti nei pressi di Mosca del dicembre 1941, la Legione fu ritirata dal fronte e mandata a combattere contro i partigiani. Nel 1944, dopo un nuovo scontro diretto con l’Armata Rossa in Bielorussia, che per i francesi risultò praticamente fatale, la Legione fu sciolta.
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