Marcel Pliat, l’aviatore di colore che riparava gli aerei russi stando sulle ali durante il volo!

Marcel Pliat (1890-1951)

Marcel Pliat (1890-1951)

Russia Beyond (Foto: Dominio pubblico)
Ingegnere specializzato in motori aeronautici, ai tempi della Prima guerra mondiale questo francese di origini polinesiane fu una vera leggenda dell’aviazione russa

Un giorno, dopo l’atterraggio del bombardiere quadrimotore “Ilja Muromets-10”, nella fusoliera e sui motori dell’aereo furono scoperti più di 70 buchi e tracce di proiettili. I piloti erano riusciti a sopravvivere, facendo atterrare l’aereo gravemente danneggiato, soltanto perché durante il volo, sotto i colpi dei cannoni e degli aerei nemici, un parigino di colore, Marcel Pliat, in piedi sull’ala del biplano, era riuscito a riparare i motori.

L’episodio risale all’aprile del 1916, quando l’aviazione russa attaccò la stazione ferroviaria di Daudzeva, in Lettonia, che era protetta dalla contraerea dell’avversario. I ricercatori Gennadij Katyshev e Vadim Mikheev scrivono che l’artiglieria dei tedeschi accolse l’aereo con un uragano di fuoco. Non appena l’aereo subì i primi danni, Marcel, che aveva il grado di secondo motorista, uscì sull’ala del biplano per cercare di aggiustare i motori e farli funzionare almeno per un altro po’. A questo punto, però, fu ferito il comandante dell’equipaggio. L’aereo entrò in picchiata.

Il secondo pilota riuscì a prendere il controllo, a rimettere l’aereo in orizzontale e a dirigerlo verso l’aerodromo di partenza. Tutti credevano che Marcel fosse già morto dopo essere caduto dall’ala dell’aereo. Ma poi ci fu un gran trambusto: Marcel cadde dentro l’aereo dal portello superiore.

Ritratto fotografico di Marcel Pliat sulla rivista “Ogonjok”, 1916

Qualcuno scherzò: “Ehi, perché non sei sceso volando?”. Morale: Marcel, avvedutamente, si era legato con una cintura a un montante interalare e durante la picchiata era rimasto effettivamente sospeso in aria. L’“Ilja Muromets” riuscì a rientrare, sebbene avesse un’ala rotta, sostenuta soltanto dalla portanza. Toccata terra, metà dell’aereò andò a pezzi.

Come Pliat era arrivato in Russia

“Marcel Pliat ha la cittadinanza francese. Nove anni fa, una ricca famiglia portò sua madre in Russia per fare la bambinaia, insieme alla donna arrivò un ragazzo ricciuto e svelto”, scrisse nel 1916 la rivista “Ogonjok”. “Per il nero Pliat, la fredda Russia è diventata la sua seconda patria. Adesso è sposato con una donna russa e ha un figlio. Quando è scoppiata la guerra, egli, come suddito francese, doveva rientrare nelle forze di Joffre [il generale Joseph Joffre; ndr], ma invece è rimasto, arruolandosi nell’esercito russo, prima come autista, poi come motorista aeronautico”, riferiva la rivista.

Marcel Pliat nella sua uniforme di sottufficiale superiore dell’Esercito imperiale russo, decorato con due croci di San Giorgio, 1916 circa

Dai documenti  sappiamo che Marcel Pliat era nato nel 1890 a Parigi. Era arrivato in Russia all’età di 17 anni e parlava bene la lingua russa. Iniziò a lavorare a Riga come meccanico in un’officina che produceva automobili. Quando poi, nel 1915, l’azienda Russo-Balt fu evacuata a Pietrogrado, lui iniziò a occuparsi dell’assemblaggio di motori aeronautici e aeroplani. Essendo uno dei migliori meccanici, nel settembre del 1915 fu trasferito come motorista nell’Aeronautica imperiale. A partire dalla fine del 1915, prestò servizio sull’aeroplano “Ilja Muromets-10”, ricevendo per questo due Croci di San Giorgio. L’episodio descritto sopra gli fruttò la Croce di San Giorgio di III classe e la promozione a sottufficiale superiore, mentre la prima Croce l’aveva ricevuta un mese prima. 

Marcel il chiacchierone

Nella motivazione della decorazione (la prima ricevuta da Pliat) si scriveva: “Il 26 marzo 1916, durante una missione dell’aeroplano ‘Ilja Muromets-10’, quando in seguito alla rottura si era spezzato il tubo della pompa dell’acqua di raffreddamento di uno dei motori e l’acqua aveva cominciato a fuoriuscire abbondantemente dal tubo, minacciando di causare il blocco del motore, tappò il foro con le proprie mani, restando sull’ala per 1 ora e 10 minuti e dando così al velivolo la possibilità di rientrare e atterrare”. 

In novembre del 1916, Marcel Pliat si distinse in combattimento, volando su un altro esemplare di “Ilja Muromets”. Questa volta come mitragliere. Fu lui stesso a proporsi per questa missione pericolosa e di grande responsabilità. Dopo questa esperienza, fece trasmettere all’ingegnere Igor Sikorskij, il progettista del velivolo, la sua richiesta di rendere pieghevole il sedile del mitragliere, affinché non impacciasse i movimenti durante l’azione. I consigli di Pliat furono presi in considerazione durante i successivi miglioramenti dell’aereo.

Il prototipo dell’aereo “Ilja Muromets” durante la fase di atterraggio

 Nell’autunno del 1916, Marcel Pliat era già famoso: “I suoi occhi nerissimi brillano, i denti scintillano e il suo largo naso africano è lucido. Ma com’è possibile? In testa ha un berretto di soldato russo, stivali di tela catramata ai piedi e poi c’è l’inconfondibile “Zdravija zhelajim” [saluto militare russo, che letteralmente significa “ti auguriamo buona salute”; ndr]. Tutti hanno voglia di chiedergli: ‘Ma come sei finito qui?’. Marcel è un gran chiacchierone. Parla benissimo la lingua russa, anche se ‘mangia’ le desinenze. Gli piace sfoggiare anche i vocaboli da caserma, forti come il peperoncino”, scriveva, non senza ammirazione, la rivista “Ogonjok”.

Marcel fu congedato dall’esercito russo all’inizio del 1918, già dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Tornò in patria, dove continuò a prestare servizio militare nelle file dell’esercito francese. Dopo la guerra visse a Parigi, lavorando come meccanico di un’autorimessa. Che cosa sia successo a sua moglie e a suo figlio, di cui pure aveva scritto la rivista “Ogonjok”, questo non lo sappiamo. Secondo le informazioni disponibili in rete, dopo essere tornato in Francia, Pliat non si è più risposato e non ha avuto altri figli.


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