Come elemento dell’ideologia nazionale, “l’amicizia tra i popoli” assunse un’importanza particolare negli anni della Grande guerra Patriottica (la Seconda guerra mondiale), quando la bandiera dell’amicizia, ovvero dell’unità dei popoli costituenti l’Urss, fu issata come condizione fondamentale per la vittoria militare dell’Unione Sovietica: i cittadini di tutte le repubbliche dovevano schierarsi a difesa della loro casa comune. L’amicizia dei popoli e la loro fratellanza d’armi venivano esaltate con l’uso di tutti gli strumenti della propaganda come cinema, pubblicistica, poesia e prosa.
Dopo la fine della guerra, l’amicizia dei popoli divenne una delle idee motrici della società sovietica. Questo concetto non presupponeva l’assimilazione delle minoranze, ma puntava sull’internazionalismo, proclamando l’ideale di una comunità multinazionale.
Ma l’amicizia dei popoli non si limitava alle etnie dell’Urss, e presto divenne un’idea globale. L’Urss sviluppava attivamente i rapporti di amicizia con molti Paesi del mondo, in primo luogo, quelli dell’area socialista.
Nel 1957, Mosca ospitò il VI Festival mondiale della Gioventù e degli Studenti, svolto all’insegna dello slogan “Pace e amicizia”. Al Festival parteciparono rappresentanti di 130 paesi del mondo.
Naturalmente, l’idea che era il perno della vita sociale dell’Urss doveva essere consolidata ovunque. Fu immortalata nei nomi di vie e piazze, istituzioni scientifiche e culturali, simboli e onorificenze statali.
Inno dell’Urss
Alla fine del 1943, il partito comunista approvò la versione dell’inno dell’Urss proposta dal poeta Sergej Mikhalkov e dal compositore Aleksandr Aleksandrov. Questa versione conteneva le seguenti parole:
Sia celebre la nostra Patria libera,
Sicuro baluardo dell’amicizia fra i popoli!
Славься, Отечество наше свободное,
Дружбы народов надёжный оплот!
Dopo il 1956, per vent’anni, l’inno fu eseguito senza parole, perché menzionava Stalin. Nel 1977, fu creata una nuova versione, senza il nome di Stalin, ma il concetto dell’amicizia dei popoli (“druzhba narodov”) fu ribadito nel ritornello che veniva eseguito per ben 3 volte:
Sia celebre la nostra Patria libera,
Sicuro baluardo dell’amicizia fra i popoli!
Il partito di Lenin, che è la forza del popolo,
Ci porta verso il trionfo del Comunismo!
Славься, Отечество наше свободное,
Дружбы народов надёжный оплот!
Партия Ленина — сила народная
Нас к торжеству коммунизма ведёт!
La fontana “Amicizia dei Popoli”
La maestosa fontana fu creata nel 1954, in concomitanza con l’inaugurazione dell’Esposizione delle conquiste dell’economia nazionale (VdnKh) dopo una grande ricostruzione del parco nel dopoguerra. Il nome originale della fontana era “Covone d’Oro”, ma alla fine fu deciso di dedicare la nuova costruzione all’idea sociale di fondamentale importanza.
Al centro della fontana c’è un grande covone di grano e girasoli con attorno delle figure femminili in costumi nazionali. Le figure sono 16: tante erano le Repubbliche federate nel 1954 (oltre alle 15 arrivate fino al 1991, fino al luglio 1956 c’era la Repubblica Socialista Sovietica Carelo-Finlandese).
Università dell’amicizia tra i popoli (oggi, RUDN – Università russa dell’amicizia tra i popoli)
L’Università fu fondata a Mosca nel 1960 per aiutare i Paesi di Asia, Africa e America latina che da poco si erano liberati dalla dipendenza coloniale. Nel 1961, l’ateneo fu rinominato in onore di Patrice Lumumba, il primo leader della Repubblica Democratica del Congo.
Le prime lauree furono consegnate a 228 specialisti provenienti da 47 Paesi del mondo. Nel 1975, l’Università fu insignita dell’Ordine dell’Amicizia tra i popoli.
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Ordine dell’Amicizia tra i popoli
Questa onorificenza fu istituita nel 1972, in occasione del 50° anniversario della fondazione dell’Urss. L’ordine veniva conferito ai cittadini sovietici e stranieri che avevano dei meriti speciali nel rafforzamento dell’amicizia e della cooperazione tra i popoli dei Paesi socialisti (ma anche a istituzioni, aziende, quotidiani, università, città e regioni).
Toponimi e simboli
Vari simboli, grandi e piccoli, dell’amicizia dei popoli, si trovavano non solo a Mosca, ma anche in molte repubbliche federate e autonome.
In alcuni casi si trattava di opere d’arte (mosaici e sculture), in altri il concetto veniva espresso nei toponimi e nella denominazione di strade cittadine, centrali idroelettriche, stazioni della metropolitana, teatri e musei.
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