Studentesse davanti all’Università RUDN di Mosca (Foto: Artem Geodakyan / Tass)
Era la fine dell’estate del 1968. Vladimir Filippov, un ragazzo di 17 anni, studente dell’Università dell’Amicizia tra i Popoli, si dirigeva a Mosca a bordo di un treno notturno partito da Uriupinsk, una piccola città nella provincia di Volgograd. Arrivò nello studentato a mezzanotte. E trascorse la sua prima notte in compagnia di due coetanei stranieri, un ragazzo del Madagascar e un altro del Camerun, giunti a Mosca per studiare, condividendo con loro quel barattolo di marmellata casalinga che aveva portato con sé dal sud dell’Unione Sovietica.
“La signora che si occupava delle stanze se n’era già andata - ricorda Vladimir Filippov, oggi rettore della RUDN, ex ministro russo dell’Educazione e della Scienza -. Quando arrivò il momento di andare a dormire, i miei compagni si resero conto che non avevo lenzuola. Decisero così di unire i tre letti e di ricoprirli con le loro lenzuola, facendo dormire me al centro. Fu così che trascorsi la mia prima notte in compagnia di quei due studenti stranieri. E iniziò la nostra amicizia: fu questo l’inizio dell’Amicizia tra i Popoli”.
Nonostante la dottrina ufficiale dell’Urss fosse l’ateismo, la società sovietica si dimostrava piuttosto tollerante con le religioni professate dagli studenti stranieri. “Una mattina vedo Jean Paul, che era cattolico, pregare in un angolino. Abdul, che era musulmano, in un altro angolo. Io, che ero un komsomolets, membro della gioventù comunista, non sapevo cosa fare né dove mettermi”, racconta. Filippov spiega che già a quei tempi l’università era solita mescolare studenti di diversi paesi che parlavano lingue distinte e provenivano da diverse culture.
Durante gli anni Sessanta e Settanta, l’Urss aveva come obiettivo quello di ampliare la propria influenza sui paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, formando i propri lavoratori e sostenendo una lotta per l’indipendenza. Mosca cercava di diffondere la lingua e la cultura russa, così come la propaganda dei valori comunisti. A tal proposito, il 5 febbraio del 1960 venne fondata l’Università russa dell’Amicizia tra i Popoli, che fino all’inizio degli anni Novanta portava il nome del primo ministro del Congo, Patrice Lumumba. In questa università tenevano conferenze i più grandi scienziati e professori, specializzati sia in materie umanistiche che scientifiche.
Al termine dei propri studi, i ragazzi laureati alla RUDN si “disperdevano” in giro per il mondo. Molti di loro iniziarono a ricoprire importanti ruoli all’interno del proprio paese. Tra questi, Abbas Yusuf Salh, primo ministro della Repubblica del Chad fino al 2010, Abdramane Sylla, ministro del Mali e Achieng Ongong’a, direttore generale del Dipartimento del Turismo del Kenia. Filippov racconta che il suo compagno di stanza del Camerun Jean Paul, dopo la laurea, divenne ministro della Giustizia nel proprio paese.
Quando alla fine degli anni Ottanta iniziarono a soffiare venti di cambiamento e iniziò la Perestrojka di Gorbaciov, grazie a questa università i concetti occidentali di laurea e specializzazione vennero introdotti per la prima volta nell’educazione sovietica. All’estero i diplomi sovietici di educazione superiore venivano omologati ai diplomi di laurea e non a quelli di specializzazione, nonostante gli specializzandi dell’Unione studiassero per cinque o sei anni.
Quindici anni più tardi, Filippov divenne ministro dell’Educazione della nuova Russia. Fu colui che firmò il trattato di Bologna, dopo il quale i titoli di laurea e specializzazione finirono per non essere più una novità nella carriera universitaria russa.
Il rettore ricorda che nel 1991, con la disintegrazione dell’Urss, per l’università iniziarono tempi alquanto difficili. La RUDN venne privata di una parte sostanziale dei propri finanziamenti e di decine di migliaia di candidati ogni anno. Solo nel 2000 riuscì a recuperare il prestigio degli anni precedenti. Secondo Filippov, attualmente si contano 28mila studenti provenienti da 150 paesi del mondo: molti di più di quelli che c’erano durante l’Unione Sovietica.
Nonostante i cambiamenti, la RUDN è riuscita a conservare l’atmosfera di amicizia tra i rappresentanti dei vari popoli e culture di tutto il mondo. Così come spiega lo stesso rettore: “Bisogna creare le condizioni affinché la comunicazione quotidiana si faccia più stretta. A qualsiasi livello”.
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