Lev Pontrjagin, il ragazzo non vedente che divenne un grande matematico di fama mondiale

Dopo un incidente che lo rese cieco a 13 anni, fece l’impossibile per riscattarsi dalla disgrazia che l’aveva colpito. Ha lasciato un segno notevole nella scienza e riuscì persino a impedire il colossale progetto sovietico di deviare il corso dei fiumi siberiani

In uno sfortunato giorno del 1921, su Lev Pontrjagin (1908-1988) si abbatté una terribile tragedia. Tra le mani del tredicenne esplose un fornellino che cercava di riparare. Pontrjagin perse completamente la vista.

Lev Pontrjagin durante l’infanzia

Il padre di Lev, Semjon Akimovich, che era presente, fu schiacciato dalla tragedia. Iniziò a soffrire di crisi epilettiche, divenne disabile e poco dopo morì di ictus.

Semjon Akimovich Potrjagin (circa 1875-1927) e Tatjana Andreevna Potrjagina (1879 o 1880-1971), il padre e la madre del grande matematico. Il padre veniva da una famiglia di calzolai; la madre faceva la sarta

Il ragazzo, però, non intendeva arrendersi. Non solo sopravvisse, ma si guadagnò anche la fama internazionale in campo scientifico.

Una scelta di vita 

I primi anni dopo la tragedia furono i più difficili. Per fortuna il ragazzo non fu costretto ad abbandonare: fu aiutato dai suoi compagni di classe che gli leggevano quello che l’insegnante scriveva sulla lavagna e lo aiutavano a fare i compiti a casa.

Il ragazzo si trovò di fronte a un problema difficile: a che cosa dedicare la vita. Studiava il pianoforte, cercava di praticare vari hobby, ma alla fine la sua vera passione era la matematica.

Lev Pontrjagin alla macchina da scrivere su cui lavorava, lasciando lo spazio bianco per le formule

Un enorme aiuto per capire la scienza il giovane lo ricevette da sua madre, Tatjana Andreevna, una semplice sarta. “Diede prova di infinito autocontrollo e abnegazione, aiutandomi a superare le difficoltà”, ricordò Pontrjagin. “Pur non avendo ricevuto alcuna istruzione sistematica, mi aiutava a prepararmi alle lezioni, quando andavo a scuola, e mi leggeva non solo libri su discipline umanistiche, comprese nel programma, ma anche testi di matematica che andavano ben oltre la formazione scolastica”. 

La madre si dedicò interamente al figlio, diventando praticamente sua segretaria. Ogni giorno gli leggeva decine di pagine con formule matematiche che egli memorizzava. 

Lev Pontrjagin aveva perso la vista a causa di un incidente a 13 anni. È stato tra i più grandi matematici del XX secolo

La cosa più difficile per la madre era spiegare a Lev i simboli matematici che egli non poteva vedere. Per ogni simbolo dovette escogitare una descrizione che il ragazzo era in grado di capire (“coda verso l’alto”, ecc.). Lo scienziato non ha mai usato l’alfabeto Braille per i non vedenti.

Nel 1925 Pontrjagin si diplomò con il massimo dei voti e si iscrisse alla facoltà di Fisica e matematica dell’Università di Mosca. Durante le lezioni, ovviamente, non prendeva appunti, ma memorizzava quanto veniva spiegato. Di notte, prima di addormentarsi, analizzava. “Scrivere distoglie l’attenzione dalla comprensione della lezione”, sosteneva Pontrjagin.

Dopo l’università, conseguì anche il dottorato di ricerca e iniziò la sua carriera di docenza universitaria. Già a 27 anni gli fu attribuito il grado di Dottore in scienze fisiche e matematiche.

Vivere una vita piena

In ogni fase della vita dello scienziato, sua madre continuava ad assisterlo. Lev era aiutato anche dai suoi compagni universitari, colleghi, assistenti, amici e conoscenti. Il matematico ascoltava e memorizzava tutto. La sua memoria raggiunse livelli fenomenali: poteva tenere in mente un’enorme quantità di dati. 

Per i suoi articoli scientifici Pontrjagin usava una macchina da scrivere, lasciando degli spazi vuoti, dove poi per lui venivano inserite le formule.

Laureatosi presso la Facoltà di Fisica e Matematica dell’Università di Mosca (nel 1929) fu Accademico dell'Accademia delle Scienze dell’Urss. Eroe del lavoro socialista, vincitore del Premio Lenin, del Premio Stalin e del Premio di Stato dell’URSS

Più tardi cominciò a usare il magnetofono. Sua madre o i suoi assistenti registravano per lui dei libri, scientifici o di narrativa, che Lev poi ascoltava. Da parte sua, dettava i suoi articoli e passava il nastro agli assistenti per stampare il testo.

Lo scienziato cercava di vivere una vita piena. Non usava praticamente mai i dispositivi per non vedenti, andava in giro senza bastone e senza accompagnatori. Per questo motivo spesso cadeva e aveva delle ferite sul volto. Tutte le volte, però, si alzava da solo e proseguiva.

Pontrjagin imparò persino a ballare, a sciare e a pattinare. Si sposò due volte.

Grande matematico

Lev Pontrjagin è autore di circa 300 pubblicazioni, fra cui alcune monografie e testi per studenti universitari. Per il suo contributo alla scienza, fu insignito di molte onorificenze e ricevette alcuni premi statali dell’Urss. Fu eletto socio onorario della IAA (International Academy of Astronautics), della London Mathematical Society e dell’Accademia delle Scienze ungherese, e ricevette il dottorato honoris causa dell’Università di Salford (Gran Bretagna).

Professore dell'Università Statale di Mosca, Pontrjagin fu anche Accademico dell'Accademia delle Scienze dell'Urss e a capo della scuola scientifica sulla teoria matematica dell'ottimizzazione dei processi

A lui si devono concetti matematici come “principio del massimo di Pontrjagin”, “classi di Pontrjagin”, “dualità di Pontrjagin”, “quadrato di Pontrjagin”, “criterio di Andronov-Pontrjagin” e vari altri.

Lev Pontrjagin ha svolto un ruolo di rilievo per la rinuncia al dubbio progetto di deviamento del corso di alcuni fiumi siberiani che si volevano “dirottare” verso la regioni aride dell’Asia Centrale. Il matematico fece un calcolo, dimostrando quali sarebbero state le conseguenze negative, e inviò una lettera a Mikhail Gorbachev.

Il nome di Pontrjagin è stato dato a un asteroide e a una via di Mosca; in Russia sono stati eretti due busti dello scienziato, di cui uno si trova nella Biblioteca statale per i non vedenti.

Il presidente della Commissione per i Premi Lenin e di Stato Mstislav Keldysh (a sinistra) consegna all'accademico Lev Pontrjagin il distintivo e il diploma del premio

“Perché Lev Pontrjagin è riuscito a fare così tanto?”, disse il suo collega matematico Igor Shafarevich. “Credo perché non si chiedeva mai se avesse le forze per fare le cose. Si metteva al lavoro, e la forza veniva da sola. Superava costantemente i limiti del possibile”.

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