Le prime mura e la fortezza di Mosca erano un classico esempio delle opere fortificate degli slavi, in terra e legno. Le prime costruzioni in pietra comparvero nella Rus’ più tardi rispetto ad altre regioni d’Europa, anche perché il legno qui era disponibile in quantità illimitate.
Le prime fortificazioni rimasero in servizio fino al 1177, quando furono bruciate durante una faida tra principi. Successivamente furono costruite delle nuove fortificazioni: un terrapieno (creato con la terra proveniente da un fossato appena scavato) con sopra una palizzata di quercia. Il fossato raggiungeva i 18 metri in larghezza e aveva la profondità di circa 5 metri. L’altezza del terrapieno era di 7 metri. Questo “muro” di terra sopravvisse fino al 1238, quando fu distrutto dai mongoli.
“Il Cremlino di Mosca ai tempi di Ivan Kalita”, dipinto di Apollinarij Vasnetsov del 1921
Museo di MoscaIn seguito, le opere fortificate furono ricostruite diverse altre volte; il più longevo fu il muro in tronchi di quercia di grosso diametro, eretto da Ivan I, detto Kalità, che aveva delle torri lungo il perimetro. Tuttavia, anche questo muro non bastò per salvare il Cremlino, quando, nel 1365, scoppiò l’incendio di Ognissanti (detto così, perché le fiamme si diffusero dalla chiesa di Ognissanti, che si trovava vicino al Cremlino). Dopo questo incendio si decise di costruire una cittadella in pietra.
Il primo Cremlino in pietra fu costruito nel 1366-1367, durante il regno di Demetrio di Russia (Dmitrij Donskoj). Per la costruzione fu usata della pietra calcarea, di colore bianco, impiegandone più di 100.000 tonnellate. Proprio per via di questo nuovo Cremlino, Mosca fu soprannominata “città di pietra bianca” (in russo: belokámennaja). Già con questa versione del Cremlino la lunghezza totale delle mura raggiunse quasi 2 chilometri. Il perimetro del Cremlino di oggi ripete praticamente il tracciato di quelle mura in pietra bianca. Lungo le mura furono costruite 8 o 9 torri, soprattutto sulla parte opposta al fiume.
“Probabile aspetto del Cremlino di pietra bianca dei tempi di Dmitrij Donskoj, alla fine del XIV secolo”, dipinto di Apollinarij Vasnetsov del 1922
Museo di MoscaNel corso dei 100 anni successivi alla costruzione, le mura si danneggiarono seriamente, perché la pietra calcarea è poco resistente alle intemperie, per cui a partire dalla metà del XV secolo i lavori di riparazione non si fermavano quasi mai.
Nel 1485 Ivan III di Russia (Ivan il Grande) iniziò il più grande progetto dell’epoca per aumentare il potere di Mosca e la sua importanza strategica. Al posto del Cremlino di Dmitrij Donskoj sorse la nuova cittadella.
“Il Cremlino di Mosca ai tempi di Ivan III”, dipinto di Apollinarij Vasnetsov del 1921
Museo di MoscaSu ordine di Ivan III le parti pericolanti delle mura furono demolite. Per la costruzione del nuovo Cremlino furono invitati alcuni tra i migliori ingegneri e architetti italiani. In Moscovia erano chiamati “frjaz’” o “frjazin”, cioè, “italiani”. Il milanese Pietro Antonio Solari in Russia diventò Pjotr Frjazin, il vicentino Antonio Gilardi (o Gislardi) Anton Frjazin, Marco Ruffo Mark Frjazin, e così via.
Il bolognese Ridolfo Fioravanti, invece, a Mosca fu soprannominato “Aristotele”, riconoscendo così la sua bravura e il suo grande talento. Fu invitato a Mosca da Ivan III per costruire la Cattedrale della Dormizione, la più importante fra tutte le chiese del Cremlino. Fioravanti, tra l’altro, sviluppò anche la tecnologia di produzione dei mattoni con i quali furono costruite le torri e le mura del Cremlino.
Ivan III il Grande e l’architetto bolognese Aristotele Fioravanti (1415-1486 circa)
I. Panov (CC BY-SA 4.0)Il progetto fu realizzato a tappe per evitare il rischio di lasciare Mosca senza strutture difensive. Le fondazioni delle vecchie mura furono ispezionate e riconosciute adatte per la costruzione delle nuove mura.
Il muro della nuova maestosa cittadella di Ivan III si sviluppava in lunghezza per circa 2,25 km. Lo spessore del muro varia da 3,5 a 5,5 metri, l’altezza da 5 a 19 metri. Lungo il perimetro c’erano 18 torri, comprese quelle che servivano da porta di ingresso. Questo Cremlino è esistito quasi senza modifiche fino al XVII secolo, quando tutte le torri, che oggi sono simbolo di Mosca, furono coperte, mentre la maggioranza delle feritoie sulle mura fu chiusa. Il numero delle torri fu portato a 20.
Il Cremlino aveva anche tre torri-barbacane, di cui soltanto una, la torre Kutafja, è giunta ai nostri giorni, dopo aver subito una serie di ricostruzioni.
La Torre Kutafja del Cremlino di Mosca. Nonostante il nome è in realtà un barbacane. Da qui passano al giorno d’oggi i turisti per entrare al Cremlino
Ludvig14 (CC BY-SA 3.0)LEGGI ANCHE: Venti fatti da sapere sulle venti torri del Cremlino di Mosca
La muratura costituisce soltanto lo strato esterno del muro del Cremlino, sotto i mattoni c’è ancora il muro costruito da Dmitrij Donskoj che fu rassodato con malta di calce. In tutto, per la costruzione del Cremlino furono usati più di 100 milioni di mattoni, che allora in Russia erano una novità. Erano i cosiddetti mattoni “a due braccia”, detti così, perché pesavano 8-9 chili, quindi, per sollevarli, bisognava usare entrambe le braccia.
“Vista su Mosca dal balcone del palazzo del Cremlino in direzione del ponte Moskvoretskij”, dipinto di Gérard de la Barthe del 1797
Museo Statale russoPer la sua epoca, il Cremlino era una fortezza quasi inespugnabile. Sul lato interno delle mura c’erano degli appositi archi che conducevano alle feritoie del livello inferiore che potevano essere usate sia dai cannoni, sia dai fucilieri, mentre il muro, nel suo insieme, manteneva il suo imponente spessore.
Le mura avevano alla base un piano inclinato di spessore più grande, rispetto al corpo del muro, che proteggeva il Cremlino dall’uso delle torri e delle scale d’assedio, e dalla costruzione di eventuali tunnel da parte del nemico. Lungo il muro spiccano 1045 merli a forma di M, che vengono comunemente chiamati “ a coda di rondine”. I merli raggiungono l’altezza di 2,5 m, lo spessore è di circa 70 cm. Per ogni merlo furono impiegati 600 mattoni. Come anche in Europa, durante i combattimenti gli spazi tra i merli venivano chiusi con degli scudi di legno, mentre sopra il muro correva una tettoia di legno.
Dalla parte della Piazza Rossa, la cittadella era protetta anche da un fossato costruito dall’italiano Aloisio Nuovo e che quindi chiamato dai moscoviti “fossato di Aleviz” (adattamento russo di Aloisio). Nel 1814, tuttavia, il fossato fu riempito di terra.
“Bancarelle di libri sul ponte Spasskij nel XVII secolo”, dipinto di Apollinarij Vasnetsov del 1916
Museo di MoscaNelle fortezze russe, anche in quelle costruite in epoche successive, spesso erano previste delle gallerie sotterranee che conducevano ai pozzi o ai bacini idrici.
All’epoca c’erano poi sempre anche delle uscite segrete, che conducevano fuori dalla cinta muraria e servivano per contrattaccare il nemico. Questi elementi erano previsti anche al Cremlino di Mosca. Il pozzo si trovava dentro la torre Tajnitskaja, che per questo motivo veniva talvolta detta “torre dell’Acqua”. Da questa torre partiva anche un tunnel che conduceva al fiume Moscova, mentre un tunnel tra le torri Nabatnaja e Konstantino-Eleninskaja portava a un deposito segreto, dove erano stoccate le palle da cannone.
Le mura del Cremlino e il suo fossato raffigurati nell’icona di Simon Ushakov, “L’albero dello Stato russo". Lode della Madonna di Vladimir”, 1668
Galleria TretjakovNel corso della sua storia, le mura del Cremlino sono state più volte danneggiate e restaurate. Danni particolarmente gravi furono riportati durante la guerra napoleonica del 1812. La ricostruzione successiva finì soltanto nel 1822.
LEGGI ANCHE: Perché Napoleone non riuscì a far saltare in aria il Cremlino di Mosca?
Nel 1917, ai tempi dei disordini rivoluzionari, le mura furono colpite da numerosi proiettili d’artiglieria, mentre durante la Seconda guerra mondiale, malgrado le misure intraprese per ingannare il nemico, sul Cremlino caddero decine di bombe aeree.
Il Cremlino di Mosca ai nostri giorni
natmint/Getty ImagesLEGGI ANCHE: Come i sovietici riuscirono a “nascondere’ il Cremlino durante la Seconda guerra mondiale
Il capolavoro degli ingegneri italiani e dei costruttori russi subì nei secoli numerose modifiche, e quello che vediamo oggi non è certamente la versione originale. Tuttavia, il Cremlino e le sue mura rimangono un monumento di valore inestimabile, una testimonianza materiale della storia russa.
LEGGI ANCHE: Che segreto nascondono le mura del Cremlino di Mosca?
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email