Syzran fu costruita come una fortezza, per difendere i territori a Est di Mosca e alcune rotte commerciali. L’editto sulla fondazione della città fu firmato dall’allora minorenne Pietro I (il Grande) e dal suo fratellastro Ivan V, che per alcuni anni regnarono assieme. Nel corso del XVIII secolo Syzran perse la sua funzione difensiva, trasformandosi in un importante centro commerciale per l’intera regione del Volga.
Taganrog sorse dopo la Seconda campagna d’Azov di Pietro il Grande (1696), che portò all’occupazione della fortezza turca denominata Azov da parte delle truppe russe. La fortezza però non corrispondeva ai bisogni della flotta creata dallo zar nel 1695, in quanto non poteva essere raggiunta dalle navi a causa dell’insufficiente profondità delle acque. Per questo motivo, sul capo Taganij Rog fu eretta la Fortezza della Trinità, diventata il primo porto marittimo della Russia e la prima base della Marina russa.
In un lettera a Voltaire, l’imperatrice Caterina II (la Grande) scrisse che Pietro voleva persino trasferire la capitale nella nuova fortezza sul Mare d’Azov. Tuttavia, già nel 1711, in conformità alle condizioni stabilite dal patto con i turchi, la fortezza fu rasa al suolo. La seconda vita di Taganrog iniziò nel 1769.
Le prime case della città furono quelle degli operai della locale fonderia (la prima degli Urali), costruita su ordine di Pietro I sulle rive dei fiumi Kamenka e Iset. Dopo l’entrata della Russia nella Grande guerra del Nord (1700-1721), il Paese aveva bisogno di maggiori quantità di ferro per fabbricare i cannoni. Pietro volse il suo sguardo verso gli Urali, regione con ricchi giacimenti ferrosi che al momento erano ancora intatti e tutti da sfruttare. I cannoni, fabbricati dalla fonderia di Kamensk, parteciparono alla battaglia di Poltava del 27 giugno 1709.
La città fu fondata da Pietro I sul posto dove già si trovavano alcuni antichi insediamenti, gli abitanti dei quali, sin da tempi remoti, si dedicavano alla costruzione di navi. Impressionato dalla qualità dei pini che crescevano in questa località, lo zar ordinò di costruire un cantiere navale che fornì le navi alla Marina russa durante la Grande guerra del Nord.
Il nome della città è dovuto al toponimo Lodejnoe pole, con il quale si indicava una pianura (deriva dalla parola “lodia”, tradizionale imbarcazione dei russi antichi). Nel 1785, Caterina II diede al nuovo insediamento lo status di città. Oggi Lodejnoe Pole viene spesso ricordata come culla della Flotta del Baltico.
La capitale della Repubblica di Carelia è coetanea di San Pietroburgo. La storia della città comincia con la posa della prima pietra del Petrovskij Zavod, stabilimento per la produzione di metalli e di armi. La località era ricca di minerali di rame e di ferro, e quindi adatta per la produzione di cannoni che servivano per condurre la Guerra del Nord. Poco dopo la fondazione dello stabilimento, nelle sue vicinanza sorse un borgo che ricevette il nome di Petrovskie Zavody (“zavod” in russo significa “fabbrica”). Il nome attuale alla città fu attribuito nel 1777 dall’imperatrice Caterina II.
Su queste terre da Pietro I furono fondate alcune acciaierie e fabbriche di armi che rifornivano i cantieri navali di Voronezh. In parallelo cresceva anche l’insediamento che all’epoca si chiamava Lipskie Zheleznye Zavody. Il 16 settembre 1779 Lipeck ricevette lo status di città e il suo nome attuale.
Come anche Lodejnoe Pole, la città nacque come satellite di un cantiere navale, costruito nel 1702 su ordine di Pietro I sul posto dove in precedenza si trovava il monastero Nikolo-Medvedskij. Due anni dopo fu fondata Novaja Ladoga. Il nome è dovuto al Lago Ladoga, sulle cui rive sorge la città.
A una decina di chilometri da Novaja Ladoga, sulla riva del fiume Volchov, c’era un’altra località che pure si chiamava Ladoga, fondata nell’anno 753 da Rjurik, il primo principe di Novgorod. Per evitare la confusione, Pietro ribattezzò questo antico insediamento Staraja Ladoga (cioè, Vecchia Ladoga).
La storia di Bijsk inizia con il Bikatunskij ostrog, la fortezza costruita su ordine di Pietro I alla confluenza dei fiumi Bija e Katun. La fortezza doveva difendere i confini sud-orientali dell’Impero e le rotte commerciali che collegavano la Russia con Cina e Mongolia. Un anno dopo la fondazione, la fortezza fu bruciata dalle truppe del Khanato degli Zungari. Nel 1718 fu ricostruita 20 km più in alto lungo il corso del fiume Bija, ricevendo il nome di fortezza di Bija, da cui Bijsk.
La città si sviluppò attorno alla fortezza di Omsk, fondata da Ivan Bukhgolz, fedelissimo dell’imperatore, alla confluenza del fiume Om nel fiume Irtysh per difendersi dagli oirati (nomadi di ceppo mongolico). Bukhgolz operò sulla base dell’editto imperiale sulla “costruzione di fortezze lungo il fiume Irtysh”.
La storia di Perm comincia con la costruzione della fabbrica Egoshichinskij, avviata da Vasilij Tatishchev (geografo, storico e fondatore di ben 3 città!), il quale fu incaricato da Pietro il Grande di costruire negli Urali alcune aziende per la produzione di rame e argento. Lo status di città fu acquisito da Perm nel 1781.
La città sorse attorno all’acciaieria sulla riva del fiume Iset, che nel passato fu la più grande d’Europa. I padri fondatori della città furono Vasilij Tatishchev e l’ingegnere minerario Wilhelm de Hennin. La costruzione fu ordinata da Pietro I, il nome al nuovo insediamento fu dato in onore della moglie di Pietro, imperatrice Caterina I.
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