Perché un reparto d’élite dell’esercito britannico considera lo zar Nicola II il suo angelo custode?

L’icona di San Nicola II Romanov durante una parata delle Royal Scots Dragoon Guards, un corpo d’élite dell’esercito britannico

L’icona di San Nicola II Romanov durante una parata delle Royal Scots Dragoon Guards, un corpo d’élite dell’esercito britannico

Jeff J Mitchell/Getty Images; Dominio pubblico
Le Royal Scots Dragoon Guards ritengono che sia proprio grazie alla sua celeste intercessione se riescono a cavarsela praticamente senza perdite nei conflitti armati degli ultimi decenni, e ne portano l’icona sul campo di battaglia

Per le Royal Scots Dragoon Guards, reggimento di cavalleria del British Army, il nome dell’imperatore russo Nicola II non è una parola vuota. Un’icona raffigurante il monarca, canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa nel 2000, è appesa nel quartier generale del reggimento a Edimburgo e lo accompagna durante le operazioni militari. Inoltre, l’orchestra di questa unità militare suona l’inno dell’Impero russo “Bózhe, Tsarjá khraní!” (“Dio, Proteggi lo Zar!”) agli eventi cerimoniali.

Ma che cos’è che hanno in comune lo zar russo e questi soldati d’élite britannici?

Regalo reale

Nicola II di Russia, la sua consorte Aleksandra Fjodorovna (prima delle nozze: Alice Vittoria Elena Luisa Beatrice d’Assia e del Reno) e la loro figlia maggiore, la granduchessa Olga, in visita alla regina Vittoria al Castello di Balmoral, in Scozia, 1896

Le Royal Scots Dragoon Guards sono un’élite delle forze armate britanniche. Il reggimento fu formato nel 1971 con la fusione del 3rd Carabiniers (Prince of Wales’s Dragoon Guards) e del The Royal Scots Greys (2nd Dragoons).

Entrambe le formazioni militari hanno una lunga storia (a partire dal XVII secolo) e molte gloriose vittorie, tuttavia, erano i “Greys” ad avere un legame speciale con la Russia.  

Lo zar Nicola II (1868-1918), ultimo monarca di Russia

Nel 1894, la regina Vittoria, in occasione del fidanzamento del principe ereditario Nikolaj Aleksandrovich (il futuro imperatore Nicola II) con la sua amata nipote, la principessa Alice d’Assia (la futura imperatrice consorte Aleksandra Fjodorovna), lo nominò alla carica onoraria di colonnello capo del 2º reggimento dragoni.

All’epoca non c’era nulla di insolito in una cosa del genere. Così, sempre in quei tempi, il Principe di Galles (il futuro re Edoardo VII) divenne il capo del 9º Reggimento Ussari di Kiev.

Legami solidi

Ritratto di Nicola II dipinto da Valentin Serov (1865-1911)

Il 19 novembre 1894, a San Pietroburgo, in presenza del principe e della principessa di Galles, Nicola, già divenuto zar, divenne il patrocinatore onorario del reggimento, e due anni dopo il tenente colonnello Alfred Welby rappresentò ufficialmente i dragoni alla sua incoronazione.

E fu proprio la Gran Bretagna il Paese in cui, nel 1896, l’imperatore Nicola II si recò per la sua prima visita all’estero dopo l’incoronazione. All’incontro con la regina Vittoria al castello scozzese di Balmoral, lui arrivò vestito in uniforme rossa dei “Greys” scozzesi, e furono questi soldati ad accompagnarlo durante il suo viaggio in giro per il Paese.

Parata delle Royal Scots Dragoon Guards a Glasgow

Nel 1902 Nicola II ordinò al famoso artista russo Valentin Serov il proprio ritratto nella divisa  da colonnello del reggimento dei dragoni e lo regalò ai suoi patrocinati. Ora il ritratto si trova nel museo dei Greys al Castello di Edimburgo.

Memoria eterna

L’uccisione dello zar Nicola II nel 1918 fu uno choc per i dragoni scozzesi. In segno di dolore per il suo martirio, portano tutt’oggi una pezza nera sotto la coccarda del basco o sotto i galloni.

Icona di San Nicola II Romanov. L’ultimo zar è stato canonizzato il 20 agosto del 2000, insieme ad altri 853 martiri della Rivoluzione bolscevica

Nel 1998, i rappresentanti del reggimento parteciparono alla cerimonia di sepoltura dei resti della famiglia zarista nella Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo e, tre anni dopo, i rappresentanti del Moscow Caledonian Club (un’organizzazione civica che divulga il patrimonio storico e culturale di Scozia e Russia) consegnarono ai dragoni quell’icona raffigurante Nicola II, dalla quale non si sono più separati.

I “Greys” sono sicuri che è proprio grazie all’intercessione del loro Angelo Custode che sono riusciti a cavarsela quasi senza perdite nei successivi conflitti armati.

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