Dalla Rivoluzione ai fiori: come cambiò in Urss il significato dell’8 marzo (FOTO)

Cartoline sovietiche per l’8 marzo, Giornata internazionale della donna

Cartoline sovietiche per l’8 marzo, Giornata internazionale della donna

Dominio pubblico
Gli eventi che portarono alla ricorrenza della Festa della Donna si verificarono in Russia. Ma con il tempo, da simbolo della lotta per i diritti femminili, questa data divenne sempre più una festa della primavera, della mimosa e dei regali da fare alle compagne. Dal 1965 è festa nazionale

Nell’Urss, l’8 marzo divenne ufficialmente giorno non lavorativo nel 1965, anche se la festa veniva già celebrata da anni. “Se in futuro gli storici vorranno sapere chi ha iniziato la Rivoluzione russa, non dovranno fare congetture intricate. La Rivoluzione fu cominciata dalle donne e dai bambini che pativano la fame e rivendicavano il pane”, scrisse nei suoi diari il sociologo Pitirim Sorokin (1889-1968). 

Dimostrazione di protesta delle lavoratrici a Pietrogrado (oggi San Pietroburgo), l‘8 marzo 1917

Proprio lo sciopero delle operaie tessili di San Pietroburgo, scoppiato il 23 febbraio (8 marzo secondo il calendario “nuovo”, cioè, gregoriano) 1917, in una settimana portò alla caduta della monarchia. Le donne disperate devastavano tram e negozi, rivendicando i loro diritti e la fine del regime zarista.

Festeggiamenti per la Giornata della Donna in Urss, 8 marzo 1924

Questa rivolta diede inizio alla tradizione dell’8 marzo nell’Unione Sovietica. La festa delle donne già veniva celebrata nel mondo, ma in date diverse. In alcuni Paesi veniva festeggiata il 2, il 9 o il 12 marzo, in altri, addirittura, il 2 o il 12  maggio, ma proprio dalla Russia viene la tradizione del movimento internazionale di celebrare l’8 marzo come la Giornata della donna. Nell’Urss la festa dell’8 marzo fu proclamata per la prima volta nel 1921. 

Spettacolo in una palestra sovietica in onore dell’8 marzo

Negli anni successivi, però, l’8 marzo cominciò a perdere rapidamente il suo significato di militanza politica, diventando piuttosto un’occasione per esaltare la donna sovietica come lavoratrice, madre e comunista. Il ruolo delle donne in Urss veniva presentato come uno dei maggiori successi del regime sovietico e simbolo della sua natura progressista. 

La protesta delle donne di Pietrogrado continuò per diversi giorni, nel 1917, con la richiesta di maggiori diritti, anche elettorali. Qui le manifestazioni il 19 marzo

Il Paese dei Soviet aveva ogni motivo per essere orgoglioso: dopo la Rivoluzione di febbraio, le donne, in Russia, ricevettero il diritto di voto – un anno prima delle donne della Gran Bretagna e tre anni prima delle donne americane. Per le suffragiste occidentali le donne dell’Urss diventarono un esempio. Poco dopo , tuttavia, i legami tra i due mondi si ruppero. Nell’Urss era lo Stato che si occupava del “problema femminile”, e lo faceva in maniera abbastanza originale. 

Celebrazione dell’8 marzo nel 1938

L’8 marzo si trasformò in una giornata di solenni riunioni nelle fabbriche, durante le quali le lavoratrici parlavano dei successi dell’industria sovietica. Inoltre, come scrisse nel 1927 un giornale che usciva nel governatorato di Tver, “l’8 marzo è la rassegna delle forze di milioni di lavoratrici e contadine”. In altre parole, in occasione della festa della donna, le donne venivano esortate a lavorare di più. Infatti, chi superava gli obiettivi piano, veniva premiato. Eppure, ancora oggi, in molti casi, la donna continua a essere l’unica ad assumersi il peso delle faccende domestiche… 

In un negozio sovietico si allestisce la vetrina in vista dell’8 marzo, 1967

Gli accenti cambiano soltanto attorno alla metà del XX secolo, quando, come ironizza la storiografa Natalja Kozlova, “era stato ormai creato l’esercito di lavoratrici e procreatrici”. Nel 1965, l’8 marzo diventa giorno di festa nazionale. Da allora si festeggia in casa. Questo è l’unico cambiamento che la festa ha subito agli occhi della società. 

Mostra di abiti sartoriali in occasione dell’8 marzo

Dei “grandi successi” delle donne si parlava ormai molto poco. Sempre più spesso si esaltava la bellezza femminile e la capacità delle donne di essere buone madri e brave casalinghe. 

Vendita di mimosa al Mercato Centrale sullo Tsvetnoj Boulevard di Mosca

Nelle aziende, al posto di solenni sedute, i maschi ora organizzavano concerti improvvisati in onore delle donne. Un elemento immancabile della festa sono diventati i fiori, in primo luogo la mimosa. Dicono che sia stata la moglie di Lenin, Nadezhda Krupskaja, a suggerire che la mimosa diventasse un regalo dell’8 marzo, forse perché costava poco, forse perché altri fiori, in questo periodo dell’anno, erano praticamente introvabili. 

Un cactus in dono per la Festa della Donna

L’8 marzo, i ruoli dei coniugi si invertivano. All’inizio della giornata i maschi regalavano i fiori alle donne dalla famiglia, poi si mettevano ai fornelli. Alcuni preparavano soltanto la colazione, altri anche il pranzo completo (ma soltanto una volta all’anno). Comunque, la donna non doveva andare a lavorare, poteva quindi vestirsi con eleganza e rilassarsi. 

Una torta con la scritta “8 marzo”

Anche i bambini si prodigavano per la mamma: disegnavano cartoline, fabbricavano dei piccoli regali con le proprie mani, aiutavano ad apparecchiare la tavola o preparavano dei dolci. 

Vasta scelta di profumi sovietici, come regalo per la Festa della Donna del 1972

I negozi, 3-4 giorni prima della festa, venivano affollati da uomini in cerca dei regali che tradizionalmente accompagnavano i fiori. 

Tulipani in vendita per la Festa della Donna al Mercato Rizhskij di Mosca

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, in Russia, l’8 marzo continua a essere celebrato come festa nazionale. Per le donne si continua a comprare fiori e altri regali, ma della lotta per i diritti delle donne non se ne parla più.


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