Il grande anestesista sovietico che sfidò apertamente Stalin e riuscì a sopravvivere

Russia Beyond (Foto d'archivio, Dominio pubblico)
Isaak Zhorov era un uomo tutto d’un pezzo, ispirato da un grande senso di giustizia, e non si fece piegare né dalla prigionia tedesca durante la guerra, né dal leader sovietico al tempo del cosiddetto “Complotto dei medici”

Il medico sovietico Isaak Zhorov (1898-1976) ha avuto una vita difficile ma davvero affascinante. Figlio di un semplice artigiano, sposò una parente dell’ultimo imperatore russo, la principessa Elena Romanova, e raggiunse livelli straordinari nella medicina mondiale, diventando membro di società scientifiche in Gran Bretagna, Cecoslovacchia, Germania e Irlanda. 

Isaac Zhorov

Zhorov è spesso indicato come il fondatore della scuola sovietica di anestesiologia. Già da chirurgo praticante, sviluppò una serie di nuovi metodi, dispositivi, strumenti e farmaci per un’anestesia efficace. Ha pubblicato oltre 160 libri e generazioni di anestesisti si sono formati sulle sue opere.

Durante la Seconda guerra mondiale, prima ancora di diventare un medico di fama mondiale, Zhorov servì come capo chirurgo della 33ª Armata, insieme alla quale rimase accerchiato vicino a Mosca nel febbraio 1942. In quanto ebreo, in prigionia Isaak Solomonovich Zhorov era destinato a trovarsi subito di fronte a un plotone di esecuzione. Si salvò fingendosi georgiano.

Una lezione del professor Isaac Zhorov

Una volta in territorio occupato, Zhorov curò i prigionieri di guerra sovietici e ad ogni buona occasione li aiutò a fuggire. Ottenuta una certa libertà di movimento dopo aver salvato la vita a un ufficiale tedesco, spacciava persone vive per morte, dopodiché le portava fuori dal campo nel bosco per “seppellirle” e le consegnava ai partigiani.

Dopo la liberazione e il periodo di filtraggio, divenne capo chirurgo degli ospedali di evacuazione del 1° Fronte bielorusso sotto il comando del maresciallo Konstantin Rokossovskij. Il medico ebbe un buon rapporto con il comandante, che gli regalò persino un’auto.  

Contro Stalin

Dopo la guerra, in Unione Sovietica si rimisero in moto le repressioni di massa. Uno dei casi di più eclatanti fu il cosiddetto “Complotto dei medici”, che ebbe inizio verso la fine del 1952. Medici di spicco del Paese vennero accusati di lavorare per i servizi segreti americani e di aver intenzionalmente causato danni alla salute degli esponenti politici sovietici. Decine di persone vennero messe dietro le sbarre e si aprì un processo che aveva un carattere nettamente antiebraico.

Una vignetta satirica sul

Isaak Zhorov, pur essendo sia un medico piuttosto importante che un ebreo, non finì nelle maglie della repressione. Ma lui non era disposto a voltarsi dall’altra parte e far finta di niente. 

Durante la guerra, Zhorov non aveva mai avuto paura di nulla e anche in questo caso ebbe il coraggio di alzarsi e parlare. Davanti a una sala gremita del 1° Istituto di medicina, prese apertamente posizione in difesa degli imputati del “Complotto dei medici”, definendo i suoi colleghi repressi l’orgoglio della medicina sovietica. Lo stesso giorno venne arrestato con l’accusa di propaganda antisovietica.

Zhorov con i suoi colleghi, 1962

“Ed è qui che il 1° Istituto di Medicina fece la sua parte. Cominciò a ribollire, le lezioni vennero interrotte… Intere facoltà, perdendo la paura o come se all’improvviso avessero capito come stavano davvero le cose, chiesero di essere prese prigioniere, in cambio del rilascio di Isaak Zhorov. Studenti e insegnanti lo amavano molto…”, ha ricordato Svetlana Zhorova, nipote del medico.

I marescialli Zhukov e Rokossovskij intercedettero personalmente presso Stalin per il famoso medico, ma il leader sovietico rimase irremovibile. Zhorov fu rilasciato dal carcere solo dopo la morte di Stalin (avvenuta il 5 marzo del 1953), ed ebbe una completa riabilitazione nella fase della destalinizzazione e del “Disgelo”.

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