Il diciassettenne Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé, giocò contro la nazionale sovietica la sua prima partita in un Mondiale, il 15 giugno 1958, a Göteborg, in Svezia (la prima edizione del campionato iridato a cui l’Italia non riuscì a qualificarsi). Per il futuro “O Rei do Futebol” (“Il Re del Calcio”), nato a Três Corações il 23 ottobre 1940, quel mondiale fu il primo della sua carriera, e quella contro l’Unione Sovietica era appena la sua sesta presenza con la maglia verdeoro.
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Le squadre dell’Urss e del Brasile si incontrarono nella partita finale della fase a gironi. A quel punto, avevano raccolto tre punti (una vittoria e un pareggio a testa; allora la vittoria valeva 2 punti) e si giocavano l’accesso diretto ai quarti di finale. Nelle prime due gare della Seleção (un 3-0 rifilato all’Austria e uno 0-0 con l’Inghilterra) il giovane Pelé era rimasto in panchina. Nonostante tutti gli sforzi, i giocatori sovietici non riuscirono a battere i leggendari brasiliani: due gol di Vavá portarono alla vittoria la squadra dell’America Latina e l’Urss fu costretta a uno spareggio (poi vinto 1-0) contro l’Inghilterra.
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Pelé voleva a tutti i costi segnare nella sua partita d’esordio, ma Viktor Tsarjov (1931-2017), che lo marcava stretto, non gli lasciò alcuna chance. “Pelé non giocò male”, ha ricordato il calciatore Nikita Simonjan: “Si vedeva subito che era bravo; leggero, intelligente, veloce, tecnico. Ma il nostro difensore Vitja Tsaryov lo seppe fronteggiare”. Il brasiliano non dimenticò il difensore sovietico e, molti anni dopo, durante una visita a Mosca, chiese chi fosse il giocatore con il numero 5 sulla maglia in quella sua prima partita.
Evgenij Kassin, Vladimir Musaelyan/TASS
Pur non avendo segnato contro l’Urss, il giovane prodigio si mise però in luce nelle partite successive: nei quarti di finale divenne l’autore dell’unico gol vincente contro il Galles; nella semifinale contro i francesi realizzò una tripletta nel 5-2 e, nella finale, segnò due volte contro i padroni di casa della Svezia (altro 5-2) Il Brasile alzò la Coppa Rimet e Pelé divenne una leggenda vivente (più giovane campione del mondo della storia, a 17 anni e 249 giorni).
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Fu ai Mondiali del 1958 che Pelé divenne amico di Lev Jashin (1929-1990), l’unico portiere ad aver mai ricevuto il Pallone d’Oro (nel 1963, battendo Gianni Rivera e Jimmy Greaves). “Per quanto riguarda il più grande portiere di tutti i tempi, Lev Jashin, lo conoscevo bene”, ha ricordato in seguito l’attaccante: “È stato il mio primo amico fuori dal Brasile”.
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Nel luglio 1965, Pelé volò a Mosca per un’amichevole contro la nazionale sovietica e, con sua grande delusione, apprese che, a causa di un infortunio, Jashin non sarebbe stato tra i pali. Il portiere, tuttavia, incontrò l’attaccante durante l’allenamento pre-partita e gli regalò un samovar in miniatura. La partita si concluse 3-0 in favore dei brasiliani e Pelé segnò due gol.
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O Rei desiderava ardentemente segnare contro uno dei migliori portieri del mondo e, nell’amichevole di ritorno a Rio de Janeiro, che si giocò nel novembre successivo, il suo desiderio finalmente si avverò. Fu l’autore di uno dei due gol presi da Jashin nella partita terminata 2-2.
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