La principessa Carlotta del Galles. Il ritratto è una versione di un dipinto a figura intera della Collezione Reale Belga, datato 1817
Royal Collection Trust/His Majesty King Charles III, 2022Questo antico ritratto del 1817 mostra la principessa inglese Carlotta Augusta del Galles con un abito molto insolito per il suo Paese. Dove ha trovato un vero sarafan e perché?
La principessa Carlotta del Galles, di Henry Collen. Ritratto in miniatura datato 1861
Royal Collection Trust/His Majesty King Charles III, 2022Carlotta Augusta del Galles (1796-1817) era l'unica figlia del principe Giorgio del Galles (futuro re Giorgio IV) e, in linea di successione, aspirava al trono dopo di lui. A differenza del padre, Carlotta era molto popolare tra gli inglesi, che la vedevano come futura regina.
Ma il destino decise diversamente: a 21 anni morì durante il parto. Di conseguenza, dopo la sua morte, si scatenò una caccia al trono, alla quale prese parte anche Vittoria, soprannominata la "Nonna d'Europa" per il gran numero di matrimoni dinastici dei suoi discendenti (ad esempio, sua nipote Aleksandra Fedorovna, moglie di Nicola II, fu l'ultima imperatrice russa).
Tuttavia, durante la sua breve vita, Carlotta riuscì a stabilire vari contatti con i monarchi russi.
Dopo la vittoria su Napoleone, l'Impero russo rafforzò la propria influenza politica in Europa e gli alti funzionari russi divennero ospiti graditi delle corti europee. Pensate: la visita dell'imperatore Alessandro I in Gran Bretagna nel 1814 fu la prima da oltre un secolo! Prima di lui, solo Pietro il Grande vi era stato nel 1698. Giorgio IV lo accolse piuttosto freddamente. Ma l'incontro con la principessa Carlotta fu invece più ospitale.
L'imperatore russo era popolare anche tra il popolo britannico, che nutriva nei suoi confronti una certa gratitudine per la sua vittoria su Napoleone. Nel frattempo, tutto ciò che era russo in Europa iniziò a diventare di moda: dall'architettura (basti pensare al villaggio di Aleksandrovka in Germania) ai nomi. Persino la regina Vittoria - Aleksandrina Viktoria - prese il nome dall'imperatore russo, che divenne poi il suo padrino.
L'abito in stile russo appartenuto alla principessa Carlotta, 1817 circa
Royal Collection Trust/His Majesty King Charles III, 2022Per Carlotta, l'incontro con Alessandro I portò fortuna anche nella vita privata. Attraverso la sorella di quest'ultimo, conobbe il marito, il futuro re Leopoldo I del Belgio. Prima di salire al trono, aveva servito per quasi 20 anni come ufficiale dell'esercito russo. Nel 1816 Leopoldo, membro della delegazione russa, visitò Londra e le chiese formalmente di sposarlo.
Questo ritratto di Carlotta fu dipinto dal famoso artista dell'epoca, George Dawe, nel 1817, poco prima della sua morte. Carlotta di Galles è qui raffigurata con il sarafan cucito appositamente per lei circa nello stesso anno.
Non si sa esattamente perché la principessa abbia posato davanti alla macchina fotografica con il sarafan russo, ma, secondo la curatrice senior delle arti decorative Caroline de Guitaut, probabilmente fu per la "tendenza, seppur contenuta, di indossare abiti russi, all’epoca considerati alla moda". "Ciò che è affascinante di questo abito è che è sempre stato conosciuto come l'abito russo della Principessa Carlotta e il motivo è che è basato su un sarafan russo originale", dice.
Ecco come viene descritto sul sito web della Royal Collection Trust: “Corpetto rotondo in seta blu e gonna centrale con pizzo dorato smerlato con riflessi rossi; la gonna è orlata da frange dorate”.
Sul petto porta la stella dell'Ordine di Santa Caterina, conferitale dall'imperatrice Maria Feodorovna nel luglio 1817 per l'ospitalità dimostrata al figlio, il futuro imperatore Nicola I, durante la sua visita a Londra un anno prima.
Questo è il suo ultimo ritratto in vita. La sua morte in Gran Bretagna fu vista come una tragedia: molti negozi, porti e altre istituzioni rimasero chiusi per due settimane per lutto. Forse proprio perché si voleva preservare la memoria della principessa, il suo abito russo è conservato ancora oggi ed è in perfette condizioni, conclude de Guitaut.
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