Le teorie cospirative sugli Stati Uniti alimentate dal KGB

Kira Lisitskaya (Foto: Legion Media)
Durante la Guerra Fredda, la disinformazione era un'arma micidiale che contribuiva a promuovere gli interessi dell'URSS…

1 / L'AIDS, un’invenzione del Pentagono 

Un tecnico di laboratorio esamina campioni di sangue per l'HIV, New York, 11 dicembre 1986

Il 30 marzo 1987 milioni di americani sentirono una notizia sconvolgente alla televisione nazionale: “Il virus che causa l'AIDS sarebbe fuoriuscito da un laboratorio dell'esercito americano che conduceva esperimenti di guerra biologica”, annunciò un conduttore della CBS.

La notizia, ancor prima di arrivare alle orecchie del pubblico televisivo, aveva già minato gli interessi americani in tutto il mondo. Come si scoprì in seguito, dietro questa campagna di disinformazione c’era lo zampino del KGB.

Per tutta la durata della Guerra Fredda, la polizia segreta sovietica si era preoccupata di danneggiare l’acerrimo nemico dell'URSS, gli Stati Uniti, e di conquistare nel frattempo il maggior numero possibile di Paesi del Terzo Mondo. 

Il Dipartimento “A” all'interno del Secondo Direttorato principale del KGB - generalmente responsabile del controspionaggio - aveva il compito di plasmare la percezione di individui e gruppi ostili agli interessi sovietici attraverso iniziative e campagne clandestine per influenzare i governi stranieri e l'opinione pubblica all'estero.

Viktor Mikhailovich Zhdanov, direttore dell'Istituto di virologia D.I. Ivanovskij dell'Accademia delle scienze mediche dell'URSS

E la storia dell'AIDS deriva proprio dalla campagna di disinformazione del Dipartimento “A”, denominata “Operazione INFEKTION”.

All'inizio, il KGB aveva piazzato la storia in un giornale locale pubblicato a Nuova Delhi, in India, da dove è partita la bufala. Ripresa da vari giornali di tutto il mondo, la notizia arrivò alla TV nazionale americana: l'AIDS - si disse - è stata creata dall'uomo, l'esercito americano ha inventato questa la malattia che ha colpito soprattutto le comunità emarginate negli Stati Uniti e all'estero. 

Sebbene l'eminente virologo sovietico Viktor M. Zhdanov avesse pubblicamente smentito le accuse, il danno nei confronti degli americani ormai era stato fatto. La storia inventata minò le prospettive di estensione dei contratti di locazione delle basi e creò altri problemi agli Stati Uniti in Paesi come Corea del Sud, Nicaragua, Panama, Turchia, Kenya, Zaire e altri.

“Una volta che la teoria della cospirazione dell'AIDS si è radicata nel subconscio globale, è diventata una pandemia a sé stante. Come ogni buona storia, ha viaggiato soprattutto grazie al passaparola, specialmente all'interno delle minoranze più colpite - ha scritto lo storico Thomas Boghardt a proposito dell’operazione segreta sovietica -. Sfruttando efficacemente la dinamica delle voci e delle teorie cospirative, l'intelligence del blocco sovietico aveva creato un mostro che è sopravvissuto ai suoi creatori”.

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2 / Dietro l’assassinio di John Kennedy ci sarebbe stata la CIA

Il presidente Kennedy e la sua signora sorridono alla folla che si accalca lungo il percorso del loro corteo a Dallas, in Texas, il 22 novembre 1963. Pochi minuti dopo, Kennedy viene assassinato mentre la sua auto attraversava Dealey Plaza

Due anni dopo che la Commissione Warren, istituita da Lyndon Johnson per indagare sull'assassinio di John Kennedy, concluse che il colpo fatale che uccise JFK era stato sparato da Lee Harvey Oswald, avvenne un colpo di scena imprevisto. 

Il procuratore distrettuale di New Orlean Jim Harrison aprì una propria indagine sull'assassinio del Presidente Kennedy. Inaspettatamente per tutti, il procuratore arrestò l'uomo d'affari americano Clay Show accusandolo di essere il mandante del complotto che avrebbe portato alla morte del Presidente Kennedy.

Questo nuovo colpo di scena nel crimine del secolo prometteva di creare scompiglio negli Stati Uniti. A peggiorare la situazione, nel corso delle indagini, furono i legami di Clay Show con la CIA. A quanto pare, Show era elencato nel database della CIA come fonte per il Domestic Contact Service dell'agenzia, un'unità incaricata di cercare contatti con i cittadini americani che viaggiavano all'estero e che erano in grado di acquisire importanti informazioni straniere. Le indagini di Jim Harrison suggerirono la possibilità di una cospirazione interna per assassinare Kennedy. 

Clay Shaw

All'epoca dell'arresto, il quotidiano italiano di sinistra “Paese Sera” aveva pubblicato un articolo che evidenziava un presunto collegamento tra la CIA e Clay Show. L’autore del’articolo sosteneva che Show non fosse un normale businessman: al contrario, ipotizzava che la sua attività non fosse altro che una copertura per la sua vera identità: una spia della CIA. La stampa accusava Show di essere coinvolto in attività pseudo-commerciali attraverso il Centro Mondiale Commerciale, un gruppo di promozione commerciale che sarebbe stato una creatura della CIA creata per operazioni segrete e attività di spionaggio politico in Italia.

Le accuse vennero riprese da altre pubblicazioni di sinistra, come il giornale sovietico “Pravda”, e causarono una tempesta mediatica negli Stati Uniti. 

Secondo il redattore di “LIFE” Richard Billings, che aveva lavorato a stretto contatto con il procuratore Jim Harrison nelle prime fasi dell'indagine, l'articolo di “Paese Sera” avrebbe convinto Harrison di essere sulla buona strada e lo spinse ad approfondire il legame tra Shaw e la CIA, nonostante l'opposizione dei suoi principali collaboratori.

Successivamente, il KGB passò a finanziare la pubblicazione di libri che lasciavano intendere che JFK fosse vittima di una cospirazione di destra. Sebbene Clay Show alla fine sia stato assolto, il legame dell'uomo con la CIA è entrato nel subconscio di molti americani, alimentando una delle più popolari teorie cospirative del XX secolo.

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3 / Il governo statunitense avrebbe creato il “finto” attivista Martin Luther King 

Martin Luther King pronuncia un discorso davanti a 7.000 persone il 17 maggio 1967 a Berkeley, in California

Quando apparve il fenomeno di Martin Luther King, i sovietici inizialmente pensarono di usarlo a proprio vantaggio. Il piano era semplice: denunciare le ingiustizie razziali negli Stati Uniti e conquistare i Paesi del Terzo Mondo in Africa e in altre parti del globo, in un momento in cui entrambe le superpotenze erano alla ricerca di alleati e Stati-clienti che si unissero alla loro lotta nella Guerra Fredda. 

In questo senso, l'ascesa di Martin Luther King fu uno sviluppo positivo per il KGB, che vedeva la sua campagna ben allineata con i propri obiettivi di smascherare i tratti peggiori dell'imperialismo americano e dell'ingiustizia razziale che giacevano nel cuore del blocco capitalista. 

Ma il KGB avrebbe presto cambiato idea di fronte alla ripetuta enfasi di King sul sogno americano e alla sua strategia caratterizzata dalla non violenza e dalla disobbedienza civile.

Scontri tra la 133esima strada e la Settima Avenue, mentre il quartiere Harlem di New York è dilaniato dai disordini

Ironia della sorte, mentre i vertici dell'FBI cercavano di incastrare King con l’accusa di essere uno strumento dell'influenza sovietica e una minaccia per la sicurezza americana, il KGB assegnò ai propri agenti il compito di condurre una campagna diffamatoria contro il leader del movimento americano per i diritti civili. 

L'agente del KGB Jurij Modin fece in modo che sui giornali pubblicati in tutto il continente africano apparissero numerosi articoli che ritraevano King come un agente dell'imperialismo americano, finanziato segretamente dal governo statunitense, al fine di mettere in ombra i veri attivisti per i diritti civili negli Stati Uniti.

Inoltre, il KGB autorizzò gli agenti negli Stati Uniti a denunciare “i brutali metodi terroristici usati dal governo per sopprimere il movimento per i diritti dei neri”. Forse, l'obiettivo della campagna di disinformazione era quello di fomentare una violenta lotta razziale in casa del nemico ideologico dell'URSS. 

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