C’è una storiella curiosa che riguarda i preservativi: si dice che durante la Guerra Fredda la CIA avesse pianificato di utilizzarli come arma psicologica contro l’URSS.
E anche se la guerra psicologica è stata una delle tattiche realmente impiegate dalla CIA durante quegli anni di tensione, è difficile stabilire oggi se la storia sui preservativi fosse vera. Tuttavia, merita di essere raccontata, giacché circola in Russia sotto forma di leggenda.
La storia che circola su internet e sulla stampa locale è la seguente: durante l'apice della Guerra Fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica competevano per il dominio in tutte le aree possibili, comprese quelle militari, scientifiche e sportive.
A quanto pare, gli strateghi all’interno della CIA avrebbero considerato di aggiungere alla lista anche la “mascolinità”. Da qualche parte nelle sale del quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, gli ufficiali dell'intelligence avrebbero avuto l'idea di paracadutare migliaia di preservativi extra-large etichettati come “medi” sulle nazioni del blocco orientale.
"Cento uomini e una donna" di Jurij Ivanov, fotografo dell'Agenzia Stampa Novosti. Fondo della mostra, 1973
Yurij Ivanov/SputnikL’idea dietro questa bizzarra azione dimostrativa sarebbe stata quella di “minare” il morale delle persone che vivevano nell’URSS, suggerendo che i maschi del blocco occidentale fossero anatomicamente superiori ai loro nemici comunisti e, in generale, estremamente ben dotati.
Nonostante la ridicolaggine del gesto, si credeva che questo atto di guerra psicologica potesse devastare gli uomini comunisti e, forse, solleticare l’interesse delle donne dell’est nei confronti dei “vantaggi” della vita oltre la cortina di ferro.
Non si sa se la strategia del preservativo fosse uno scherzo destinato a rimanere confinato nei limiti di qualche battuta o una tattica realmente presa in considerazione. In quest’ultimo caso, l’idea sarebbe stata “partorita” dall’Ufficio di coordinamento delle politiche (creato come dipartimento della CIA nel 1948, operò in modo indipendente fino all'ottobre 1950, ndr).
Guidato da Frank Gardiner Wisner, uno degli ufficiali statunitensi che contribuirono a plasmare la CIA nei primi anni della sua esistenza, l'Ufficio di coordinamento delle politiche è stata essenzialmente un’ala della CIA responsabile della pianificazione e dell’esecuzione delle operazioni segrete durante i primi anni '50.
La fabbrica di gomma Bakovskij. Test di preservativi, 1997
Oleg Lastochkin/SputnikL’ufficio fu in grado di affinare le sue tattiche clandestine quando riuscì a minare con successo il Partito Comunista italiano, sostenuto dall’URSS, durante le elezioni del 1948. Gli sforzi e il successo della CIA in Italia assicurarono che il Paese restasse nel blocco occidentale, dimostrando al contempo la potenza delle operazioni segrete.
Durante gli ultimi anni della Guerra Fredda, l'Ufficio di coordinamento delle politiche della CIA contribuì notevolmente a rafforzare la lotta degli Stati Uniti nei confronti del Comunismo nel mondo, assicurando che il governo USA potesse in qualsiasi momento smarcarsi da ogni responsabilità nel caso in cui queste operazioni fossero venute alla luce.
Nella fabbrica di articoli in gomma Bakovskij; preservativi pronti per l'imballaggio, 1997
Oleg Lastochkin/SputnikA quanto pare, l'Ufficio di coordinamento delle politiche guidato da Frank Gardiner Wisner avrebbe preso in considerazione varie tattiche di guerra psicologica piuttosto bizzarre, tra le quali il lancio di articoli americani per l’igiene personale - per dimostrare la loro ampia disponibilità nel mondo occidentale - e il lancio di preservativi extra-large etichettati come “medi” per demoralizzare la popolazione sovietica.
Esiste anche un’altra storiella, la cui veridicità non è mai stata confermata ma che è stata più volte ripresa dalla stampa: si dice che Winston Churchill, durante la Seconda guerra mondiale, avesse pianificato di fare uno scherzo simile ai russi, agli americani o ai tedeschi. Tuttavia, non ci sono prove che indichino che questa tattica sia mai stata seriamente presa in considerazione dai britannici.
Secondo una teoria, la storia potrebbe essere nata dalla pratica realmente utilizzata in tempo di guerra dalle fanterie che proteggevano le canne dei fucili con dei preservativi: presumibilmente, questa tecnica veniva impiegata nei combattimenti per proteggere le armi da fango, neve, umidità e detriti. Se ciò fosse vero, la copertura di grandi fucili richiedeva preservativi extra-large… ovviamente, si sprecano le battute.
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