La famosa cronaca russa “Cronaca degli anni passati” (“Повесть временных лет”) contiene anche l’episodio in cui il principe Vladimir sceglie una nuova fede per il suo Stato. Rappresentanti di diverse religioni si recano da lui, descrivono in modo accorato i vantaggi della loro “fede” e cercano di convincerlo a sceglierla. Perché le altre religioni non gli andarono a genio e cosa gli piacque così tanto del cristianesimo orientale, che poi sarebbe stato chiamato Ortodossia (in russo: “Православие”; “Pravoslávije”)?
Come Vladimir scelse la fede
Era la fine del X secolo, il principe Vladimir governava la Rus’ da Kiev. Come riporta la cronaca, il principe era un pagano incallito, aveva molte mogli e concubine, e il suo carattere era duro e violento. Una certa inquietudine, tuttavia, gli si fece strada nella testa. Vedeva che il Paese era ormai circondando da ogni parte da nuove potenze con religioni monoteiste. Sua nonna, la principessa Olga, che presumibilmente aveva una forte influenza su di lui, si era convertita al cristianesimo orientale durante un viaggio a Costantinopoli (oggi la santa principessa Olga è venerata in Russia come la prima cristiana e come isoapostola, cioè con lo stesso rango degli apostoli).
La prima cronaca russa, la “Cronaca degli anni passati” (che risale al 1110-1118 circa), descrive in dettaglio il processo di scelta della fede da parte di Vladimir. Nel 986, dopo l’ennesima campagna militare di successo contro i bulgari del Volga, che professavano l’Islam, i rappresentanti della “fede maomettana” andarono da lui e gli dissero che, nonostante tutta la sua saggezza e forza, non conosceva la “legge”. Intendevano dire che il paganesimo russo non aveva una serie di regole su come vivere. I bulgari del Volga offrirono al principe di accettare la loro legge e di inchinarsi a Maometto. Vladimir chiese di raccontargli in cosa consisteva la loro fede. Apparentemente, le principali tesi monoteistiche erano simili in tutte le religioni, e quindi il principe e poi il cronista si concentrarono su una definizione più concisa e esauriente delle differenze. I bulgari gli avrebbero risposto che le differenze dell’Islam rispetto alle altre religioni erano che “si deve fare la circoncisione, non mangiare carne di maiale, non bere vino, e che, dopo la morte, si può commettere fornicazione con le mogli”.
Vladimir era “insaziabile nella fornicazione”: aveva cinque mogli e molte concubine. E non gli piacquero neppure la necessità della circoncisione e il dover fare a meno del maiale e dell’alcol. Secondo la cronaca, Vladimir avrebbe pronunciato la sua leggendaria frase: “La Rus’ si diverte con il bere: non possiamo vivere senza” (“Руси есть веселие пить: не можем без того быть”).
Gli islamici se ne andarono a mani vuote, e dopo di loro apparvero in Russia i “nemtsy” (parola che oggi in russo significa “tedeschi”, ma che allora indicava tutti gli europei occidentali”), cioè gli inviati del Papa, e dissero: “La nostra fede è leggera; ci inchiniamo a Dio, che ha creato il cielo e la terra, le stelle e la luna e tutto ciò che respira, e i tuoi dei sono solo pezzi di legno”, e inoltre parlarono dei loro digiuni, molto poco severi. Dopo aver ascoltato, Vladimir, tuttavia, mandò via i messi: “Tornate da dove siete venuti, già i nostri padri non vi hanno accettato”. In effetti, secondo le cronache occidentali, gli evangelizzatori erano già andati nella Rus’ in precedenza, ma i principi russi avevano respinto l’idea di un’alleanza con loro e anche la loro fede. Come si è scoperto, questo primo arrivo degli europei a Kiev era stato organizzato dalla principessa Olga. Sperava che l’imperatore bizantino avesse paura di un possibile riavvicinamento tra Russia ed Europa e della perdita della pace con Kiev e facesse concessioni ai principi di Kiev, concludendo un accordo reciprocamente vantaggioso. L’imperatore aveva bisogno dell’esercito russo nella lotta contro gli arabi per Creta. E la scommessa di Olga si rivelò corretta.
Dopo gli inviati del Papa, vennero da Vladimir gli ebrei cazari (il principe aveva già fatto viaggi in Khazaria e aveva imposto un tributo). Ma Vladimir fu spiacevolmente sorpreso dal rapporto con Dio di un popolo che era stato espulso dall’Onnipotente dalla sua terra e vagava per il mondo, quindi li respinse con queste parole: “Come potete pretendere di insegnare agli altri, se voi stessi siete rifiutati da Dio e dispersi per il mondo? Se Dio amasse voi e la vostra legge, allora non sareste dispersi in terre straniere. Volete forse che accada lo stesso anche a noi?”.
Secondo la cronaca, dopo altri inviati, arrivò da Vladimir un “filosofo” greco. Criticò le altre religioni e raccontò al principe in dettaglio l’essenza del cristianesimo greco, e spiegò anche perché avevano fede in un uomo crocifisso. Vladimir fu colpito, ma rimase un po’ in dubbio se scegliere l’Islam o il cristianesimo orientale. Mandò i suoi confidenti a vedere come si svolgono le liturgie in queste religioni. Ai suoi inviati non piacque la moschea, mentre quello che accadeva nelle chiese greche li stregò, e riferirono: “Non esiste tale spettacolo e bellezza sulla terra, e non sappiamo come raccontarlo, sappiamo solo che Dio là è presente assieme agli uomini, e che la loro liturgia è migliore che in tutti gli altri Paesi”.
Perché la cristianizzazione convenne alla Rus’?
Gli storici russi e occidentali, ovviamente, forniscono molte spiegazioni pragmatiche per la scelta della Rus’ a favore del cristianesimo greco. Secondo lo storico Vasilij Kljuchevskij, il compito principale dei primi principi di Kiev era proteggere i confini dall’attacco di un nemico esterno e l’economia dal commercio estero. Vladimir doveva assicurarsi che terre e tribù recentemente unite sotto il suo governo, ma ancora diverse tra loro e poco coese, pagassero le tasse, fossero fedeli al governo, lo sostenessero militarmente in caso di minaccia di attacchi dall’esterno.
Secondo Kljuchevskij, fu proprio la varietà dei legami tra la Russia e Bisanzio, culturali, commerciali e politici, a diventare il mezzo principale che preparò l’adozione del cristianesimo da parte della Rus’, e proprio nella variante bizantina. Ciò era in parte dovuto al desiderio della stessa Bisanzio di “domare” in questo modo un vicino irrequieto. I principi di origine variaga che governavano la Russia avevano attaccato Bisanzio più di una volta. E per prevenire le incursioni dei pagani, l’imperatore bizantino, molto prima del regno di Vladimir, aveva inviato i primi missionari in Russia.
Inoltre, Vladimir voleva senza dubbio trarre vantaggio dalla sua conversione al cristianesimo greco. Nel 988 aveva conquistato la bizantina Korsun (oggi Khersones, in Crimea) e chiese in cambio della pace di sposare la sorella dell’imperatore, la principessa Anna. L’imperatore, sotto la minaccia dell’invasione di Costantinopoli da parte di Vladimir, accettò, ma avanzò a sua volta una condizione: che Vladimir diventasse cristiano. Secondo la leggenda, Vladimir fu battezzato proprio a Korsun (nel XIX secolo su questo sito leggendario fu eretta la Cattedrale di Vladimir).
Sposare Anna era per Vladimir, prima di tutto, un segno di prestigio. Ora non era più considerato un principe pagano barbaro, ma un parente dell’imperatore cristiano. La cronaca rileva il miracoloso cambiamento avvenuto nel carattere del principe dopo il battesimo. Come se avesse d’un colpo rinunciato alla fornicazione, si fece virtuoso e misericordioso. Insieme alla principessa Anna, chierici bizantini e ministri della chiesa arrivarono a Kiev e iniziarono a convertire i russi al cristianesimo, oltre a diffondere l’alfabetizzazione e a insegnare la Legge di Dio.
In ogni caso, per qualsiasi motivo e in quali circostanze il principe Vladimir abbia effettivamente deciso di convertirsi all’Ortodossia, questo evento si verificò all’incirca nel periodo indicato e ebbe conseguenze enormi e di vasta portata per la storia e il futuro della Russia. Il principe Vladimir fu canonizzato come isapostolo e nella tradizione popolare è chiamato “Vladimir Sole Rosso”; o “Bel Sole” (“Владимир Красно солнышко”).
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