Alla fine del 1941, l'Armata Rossa inflisse una dura sconfitta ai tedeschi vicino a Mosca, respingendo la Wehrmacht a diverse centinaia di chilometri dalla capitale. Ispirato da questo successo, il comando militare sovietico decise che era giunto il momento di una svolta radicale nel conflitto e avviò un’offensiva su larga scala su tutti i fronti. “I tedeschi vogliono guadagnare tempo e ottenere una tregua”, disse Stalin all'epoca. “Il nostro compito non è quello di dare ai tedeschi questa tregua, ma di spingerli incessantemente verso ovest, costringerli a consumare le loro riserve anche prima della primavera... e quindi di assicurare la completa sconfitta delle truppe di Hitler nel 1942”.
Prigionieri di guerra tedeschi vicino a Mosca. Dicembre 1941
Anatolij Garanin/SputnikUno dei principali attacchi pianificati doveva essere contro il Gruppo d'Armate Nord che assediava Leningrado. Il 7 gennaio 1942, le forze del Fronte Nord-Ovest comandate dal tenente generale Pavel Kurochkin attaccarono le posizioni nemiche nella zona del lago Ilmen e del lago Seliger, avanzando in direzione di Demjansk e Staraya Russa. “Il nord-ovest è a modo suo un terreno difficile - scrisse Vladimir Flankin, comandante di una batteria di mortai -. È vero, non si registrano quasi mai gelate feroci o un caldo insopportabile; il clima lì è mite e umido. Ma ci sono foreste e paludi ovunque. Ed è umido tutto l'anno. Esci dal sentiero e ti immergi in una palude fino alla vita. Non ci sono strade”.
Carri armati sovietici e fanteria del fronte nord-occidentale nell'offensiva di Demjansk
A. Elanchuk/SputnikNonostante il terreno poco accessibile e la feroce resistenza da parte dei tedeschi, l'Armata Rossa avanzò con successo in diverse direzioni, con l'intenzione di prendere il nemico in un movimento a tenaglia. Allarmato dalla situazione, il comando del II Corpo d'Armata della Wehrmacht chiese a Berlino il permesso di ritirarsi, ma ottenne una risposta categorica: “Demjansk deve essere difesa fino all'ultimo uomo”. Alla fine, il 20 febbraio, le unità sovietiche dirette l'una verso l'altra completarono l'accerchiamento del villaggio di Zaluchye, tagliando fuori forze significative del II Corpo d'Armata e della divisione panzer SS “Testa di Morte”: in totale, 95.000 uomini.
Un’area di 3.000 km² finì sotto il controllo del raggruppamento accerchiato, compresa la grande città di Demjansk e una serie di piccoli centri abitati. La leadership del Terzo Reich vietò l'uso della parola “tasca” per descriverla, preferendo espressioni come “fortezza di Demjansk” o “roccaforte dell'Est”. I soldati del II Corpo d'Armata, invece, la chiamavano semplicemente “la Contea” poiché il loro comandante, Walter von Brockdorff-Ahlefeldt, era un vero conte.
Foto del Conte von Brockdorf-Alefeld
BundesarchivIl comando sovietico era perfettamente consapevole della necessità di schiacciare il nemico in trappola il più rapidamente possibile, ma tutti i tentativi dell'Armata Rossa di sfondare le difese del II Corpo d'Armata si rivelarono terribilmente inutili. “Il nemico ha tagliato tutte le strade e tutte le vie d'accesso - disse Kurochkin -. I silenziosi campi coperti di neve fuori da questi villaggi avrebbero potuto trasformarsi in un solo istante in una scena da pandemonio non appena iniziammo ad avanzare. Ogni metro era rastrellato da numerose mitragliatrici e dall’artiglieria nascoste nei villaggi”.
Consiglio militare del fronte nord-occidentale
Ministero della Difesa della Federazione russaLa difesa della “tasca” comportava un notevole sforzo anche per tutte le forze del raggruppamento tedesco. “I punti di forza sono stati allestiti e presidiati. Sono stati impiegati tutti, fino all'ultimo soldato, compresi i cuochi…”, scrisse il sottotenente Martin Steglich nel suo diario. Il comandante di un plotone di segnalazione del 37° reggimento di artiglieria della Guardia, Ivan Novokhatskij, nelle sue memorie dipinse un quadro raccapricciante: “I tedeschi realizzarono dei parapetti per la loro linea avanzata con i cadaveri dei nostri soldati, ammucchiandoli e inzuppandoli d'acqua, dato che di regola era impossibile scavare a causa dell'acqua freatica, che in molti punti era a 20-30 cm dalla superficie”.
LEGGI ANCHE: Perché l’Unione Sovietica firmò un patto con Hitler?
In assenza di regolari rifornimenti di provviste, armi e munizioni, le truppe di Brockdorff-Ahlefeldt non avrebbero potuto resistere a lungo, e Hermann Goering inviò tutte le forze aeree disponibili in aiuto alla “Fortezza Demjansk”. Le formazioni aeree furono prese dal Gruppo d'Armate Centro e persino dall'Afrikakorps. Poiché la Luftwaffe mantenne la sua supremazia nell'aria, le forze aeree dell'Armata Rossa non riuscirono a ostacolare significativamente il funzionamento del “ponte aereo”. Ma nell'operazione di rifornimento di Demjansk i tedeschi persero più di cento aerei da trasporto Junkers Ju 52 e Heinkel He 111.
Rifornimento delle truppe tedesche accerchiate per via aerea
BundesarchivCon l'arrivo della primavera, le truppe tedesche cercarono di rompere l'accerchiamento. E ci riuscirono. Il 22 aprile 1942, vicino al villaggio di Ramushevo, il gruppo dell'esercito del tenente generale Walther Kurt von Seydlitz-Kurzbach entrò in contatto con i soldati del maggiore generale Hans Zorn che stavano uscendo dalla “tasca”. Questo portò alla creazione del cosiddetto “corridoio Ramushevo”, largo un chilometro. I tedeschi riuscirono ad allargarlo ulteriormente fino a otto chilometri e a rinforzarlo con campi minati, decine di casematte e postazioni di terra e legname. I vari tentativi delle truppe sovietiche di distruggere questa linea di rifornimento e ripristinare la “tasca” si rivelarono infruttuosi.
Russland, Walter von Seydlitz-Kurzbach
BundesarchivLa riuscita difesa della “tasca” di Demjansk giocò uno scherzo crudele a Hitler. Quando, nel novembre 1942, l'esercito di Friedrich Paulus, forte di 300.000 uomini, cadde in una trappola a Stalingrado, il Führer proibì loro di ritirarsi dalla città perché era convinto che anche in questa occasione la Luftwaffe avrebbe salvato le truppe accerchiate. Ma il leader del Terzo Reich non tenne conto dell'accresciuta attività ed efficacia delle forze aeree dell'Armata Rossa e del terreno fondamentalmente diverso rispetto a Demjansk: una cosa era volare per alcune decine di chilometri su boschi remoti, un’altra cosa era dover percorrere circa 200 chilometri su una steppa aperta e dover superare la feroce opposizione delle difese aeree sovietiche. Per questo errore i nazisti la pagarono cara.
Ritirata dei soldati tedeschi
TASS
LEGGI ANCHE: Così gli equipaggi dei carri armati sovietici per un soffio non catturarono Hitler
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email