Perché la Russia fu governata da un khan tartaro?

Nel 1480, il controllo dell'Orda d'Oro sulle terre russe finì. Qualche anno dopo, un khan tartaro, discendente di Gengis Khan, salì al trono come Gran Principe di tutte le Russie. Come fu possibile?

Il primo zar russo Ivan il Terribile una volta nominò il principe tartaro Simeone Bekbulatovich Gran Principe di tutte le Russie. Strano, vero? All’epoca Simeone (nato Sain Bulat) si era già convertito al cristianesimo; ma è comunque curioso il fatto che un khan tartaro fosse finito sul trono di Mosca, dopo tutti i danni che l'Orda aveva causato al paese! Ciononostante, questo sovrano si sedette sul trono di Ivan per un anno, emise degli ukas (ordini), fino a quando Ivan riprese il potere. Cosa accadde esattamente?

Le mosse dello zar

Simeone Bekbulatovich, Gran Principe di tutte le Russie

Non esistono documenti che provino con certeza dove fosse nato Sain Bulat. Ciò che sappiamo, è che aveva dei potenti collaboratori che lo aiutarono ad arrivare fino a Mosca. Discendente del figlio maggiore di Gengis Khan, Joci, Sain era il nipote della principessa Kochenei, scelta come seconda moglie di Ivan il Terribile e battezzata con il nome di Maria. Sain venne a Mosca con il suo entourage nel 1561.

Nel 1570, Sain Bulat divenne Khan di Kasimov, il centro cittadino del Khanato di Kasimov, che era stato anch'esso conquistato da Ivan il Terribile in precedenza. Da quel momento, Sain Bulat si ritrovò a capo del Grande Reggimento dell'esercito dello zar di Moscovia: era quindi considerato il secondo uomo più potente dello Stato dopo lo zar. Come poteva un principe tartaro raggiungere una tale importanza? Ma non è finita qui: ciò che seguì ha quasi dell’incredibile.

Nel 1573, Sain Bulat fu battezzato con il nome di Simeone Bekbulatovich, e nel settembre 1575, Ivan il Terribile lo fece sedere sul trono come Gran Principe di tutte le Russie, mentre lo zar mantenne la carica di “Principe di Mosca”. Ivan continuò a vivere a Mosca, in una delle sue tenute in via Arbat. Ma, come sottolinea lo storico D. Volodikhin, non vennero coniate monete con il nome di Simeone, i diplomatici stranieri non lo incontrarono, il suo nome non entrò nel registro militare e la tesoreria e le insegne rimasero sotto il controllo di Ivan IV”. 

Ivan IV detto

Come Ivan disse a Daniel Sylvester, un interprete della British Russia Company, aveva dato il trono a Simeone a causa dei “perversi e loschi affari” che i sudditi di Ivan, i principi russi, stavano tramando. Ivan aveva mantenuto il controllo del tesoro e, come sosteneva, poteva tornare in qualsiasi momento: Simeone infatti non era stato né incoronato né eletto. Ma era abbastanza temuto affinché i boiardi lo rispettassero come un reale: naturalmente, la dinastia di Gengis Khan era considerata più nobile dei Rjurikidi.

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Perché accadde tutto ciò?

Sergej Ivanov.

Poco dopo che Simeone era diventato Gran Principe, Ivan, che ora si faceva chiamare semplicemente “Principe Ivan Vasiljevich di Mosca”, presentò una supplica a Simeone: chiamando umilmente se stesso e i suoi figli Ivan e Fjodor con dei semplici diminutivi, e rivolgendosi a Simeone come “Signore”, Ivan gli chiese di dividere “i membri della corte, i boiardi, i cortigiani, la nobiltà provinciale e gli attendenti... Chiediamo il permesso di liberarci di coloro che non sono desiderati da noi”.

Dieci anni prima, nel 1565, Ivan aveva creato l'oprichnina: aveva cioè separato le terre di Russia, rendendo le terre strategicamente più importanti di sua proprietà. Con questa mossa, aveva privato la vecchia aristocrazia boiarda delle sue terre. Ora, Ivan stava semplicemente facendo un'altra mossa in questo “gioco”: nominando Simeone Gran Principe, ritirava tutti i privilegi che aveva dato a città, monasteri e persone: furono dichiarati nulli e dovevano essere rinnovati sotto Simeone. Ma Simeone, in realtà, non poteva fare nulla senza il permesso di Ivan, e le mani di Ivan ora non erano più legate: non essendo il sovrano, poteva vedere eseguiti i suoi ordini senza il consenso della Duma dei boiardi.

Alla fine del XVI secolo Giles Fletcher, un ambasciatore inglese alla corte dello zar Fjodor, figlio di Ivan, scrisse: “Ivan fece in modo che questo nuovo re ritirasse tutte le concessioni fatte ai vescovadi e ai monasteri, che furono tutte annullate. Con questa pratica, strappò ai vescovadi e ai monasteri un’enorme quantità di denaro…”. Bisogna però precisare che non c’è alcuna documentazione chiara sul ritiro delle terre alla Chiesa da parte di Simeone.

Giles Fletcher

Circolano infatti spiegazioni ancor più fantasione: alcuni sostengono che Ivan avesse ricevuto una predizione secondo la quale lo zar di Moscovia sarebbe morto quell'anno (1575-1576; in Russia a quei tempi, il nuovo anno iniziava il 1° settembre). Alcuni suoi contemporanei sostennero che Ivan stava “mettendo alla prova” i suoi sudditi per la lealtà nei suoi confronti.  

Ci sono decine di interpretazioni di questo fatto storico e non c'è ancora una spiegazione unanime. In un suo saggio del 2012, lo storico Donald Ostrovskij dice che questa azione fu molto probabilmente causata dal desiderio di Ivan di abbandonare temporaneamente le sue responsabilità davanti alla Duma boiarda e di agire più liberamente.

Il tramonto del regno

Arcieri russi a cavallo, XVI secolo

Sorprendentemente, il breve regno di Simeone non finì male, perché egli era un discendente di Gengis Khan ed ex zar di Kasimov. Quando Ivan riprese il suo titolo, a Simeone furono concesse città grandi come Tver' e Torzhok, ed egli divenne così il Gran Principe di Tver'. Tver' era una roccaforte ai confini occidentali dello zarato di Moscovia, e Ivan aveva bisogno di un capo militare esperto come Simeone, visto che stava per scoppiare la guerra di Livonia

Dopo la morte di Ivan nel 1581, Simeone fu rapidamente spogliato dei suoi titoli e privilegi. Si narra addirittura che fosse stato accecato per impedire la sua possibile ascesa al trono, ma probabilmente è solo una leggenda. Ciò che è vero è che il falso Dmitrij il Primo, uno zar moscovita di breve durata autoproclamatosi zar, mandò Simeone nel monastero di Kirillo-Belozersk, e più tardi, il successivo zar Vasilij Shuiskij lo trasferì ancor più lontano, nel monastero di Solovki, sul Mar Bianco.

Il monastero Simonov a Mosca

Simeone tornò a Mosca, la città che un tempo aveva governato, solo nel 1613, per assistere all'ascesa al trono russo di Mikhail Romanov, il primo zar della nuova dinastia. Morì nel 1616 a Mosca e fu sepolto nel monastero di Simonov accanto a sua moglie.

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