“Il suono del tuo nome è diventato familiare”, cantavano i poeti georgiani dedicando versi e componimenti al loro conterraneo Joseph Stalin. Ed erano molti gli autori “staliani” che si cimentarono nella realizzazione di opere d’arte finalizzate a lodare e magnificare il leader sovietico. Una potente macchina di propaganda che fece leva su varie forme espressive: a Stalin vennero eretti monumenti, gli vennero intitolate città, fabbriche e strade; furono realizzati film su di lui, ma anche romanzi, quadri e poesie.
E non era finita qui: Stalin divenne il protagonista principale della produzione industriale e artigianale. Il suo volto apparve su manifesti, francobolli, calendari, tovaglie e pizzi; in molti appartamenti, scuole e altre istituzioni svettavano i suoi busti.
Il culto della personalità che iniziò nel 1929 con una massiccia celebrazione del 50° compleanno di Stalin fu sfatato solo nel 1956, con il 20° Congresso del Partito. Ma dovettero passare altri 20 anni prima che i prodotti “stalinisti” venissero ritirati dalla circolazione. Ecco quali oggetti si potevano trovare comunemente nelle case sovietiche.
Готовимся к праздничному столу pic.twitter.com/yLjH9PYJiQ
— И.В. Сталин (@StalinOfficial) December 29, 2014
LEGGI ANCHE: Venti poster di propaganda che mostrano come doveva essere l’uomo sovietico
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email