I dieci “colpi” di Stalin che schiacciarono la Germania nazista

Storia
BORIS EGOROV
Queste operazioni offensive su larga scala da parte delle truppe sovietiche assicurarono la vittoria della coalizione anti-Hitler nella Seconda guerra mondiale

Nel 1944, l'Armata Rossa condusse 10 grandi operazioni strategiche offensive che permisero di liberare quasi l'intero territorio dell'Unione Sovietica. Questi interventi portarono alla distruzione di più di 130 divisioni nemiche; spinsero Bulgaria, Romania e Finlandia a passare dall’altra parte delle barricate, unendosi alla coalizione anti-Hitler, mentre la Germania nazista era ormai sull'orlo del collasso.

Le operazioni furono caratterizzate dal ritmo rapido di avanzata dei soldati sovietici, dal buon coordinamento tra tutti i rami delle forze armate e dall’effetto “sorpresa”; molto efficaci si rivelarono anche i massicci bombardamenti preliminari.

A Mosca, il 4 novembre dello stesso anno, in un discorso intitolato “27° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre”, Joseph Stalin elencò per la prima volta le operazioni, riferendosi ad esse come “colpi”. Da allora, il termine è entrato saldamente nell'uso quotidiano.

Colpo N. 1: L'offensiva Leningrado-Novgorod (gennaio-marzo 1944)

Le forze sovietiche sfondarono le ben preparate difese tedesche vicino a Leningrado e spinsero il nemico indietro di 200-280 km verso ovest, sciogliendo completamente l'assedio della seconda città più importante dell'Unione Sovietica. La 16° e 18° armata del Gruppo d'armate Nord subirono una pesante sconfitta e furono costrette a ritirarsi sulla linea difensiva ai confini dell'Estonia sovietica.

Colpo N. 2: L'offensiva Dnepr-Carpazia (dicembre 1943 - aprile 1944)

La battaglia per la sponda destra dell'Ucraina fu una delle più imponenti della Seconda guerra mondiale e coinvolse fino a quattro milioni di uomini. Per un lungo periodo, l'offensiva dell'Armata Rossa si svolse in condizioni difficili di maltempo e fango. Nonostante ciò, l'Armata Rossa riuscì a liberare una parte significativa dell'Ucraina e un terzo del territorio moldavo, oltre a raggiungere il confine di Stato con la Romania. Il comandante del Gruppo d'Armata Sud, il feldmaresciallo Erich von Manstein, per questo fallimento fu rimosso dal suo incarico.

Colpo N. 3: Le offensive di Odessa e Crimea (marzo-maggio 1944)

Se nel 1941 la Wehrmacht aveva impiegato 250 giorni per conquistare Sebastopoli, la principale base navale della flotta sovietica del Mar Nero, nel 1944 l'Armata Rossa la riconquistò in soli tre giorni. La liberazione dell'Ucraina meridionale e della Crimea permise di salvaguardare i fianchi delle truppe sovietiche che avanzavano verso la Romania, e alle navi da guerra di tornare alle loro basi nella penisola. Poco dopo riuscirono a prendere l'intera area del Mar Nero sotto il loro pieno controllo.

Colpo N. 4: L'offensiva Vyborg-Petrozavodsk (giugno-agosto 1944)

L'obiettivo principale di questa offensiva in Carelia, avvenuta nel giugno 1944, era quello di costringere la Finlandia a uscire dalla guerra. Nonostante il fatto che il nemico avesse concentrato oltre il 70% di tutte le sue forze sull'istmo di Carelia, l'Armata Rossa riuscì a sfondare le sue difese e a prendere Vyborg e Petrozavodsk. Di fronte alla minaccia delle forze sovietiche di penetrare in profondità nel suo territorio, il governo finlandese iniziò a cercare un modo per negoziare la pace con l'URSS.

Colpo N. 5: L'Operazione Bielorussa, conosciuta anche come Operazione Bagration (giugno-agosto 1944)

Durante l'offensiva bielorussa, conosciuta come Operazione Bagration, l'Armata Rossa mostrò alla Wehrmacht come fosse una guerra lampo in stile sovietico. L'operazione, che era stata preparata in condizioni di massima segretezza, fu una completa sorpresa per i tedeschi. In soli due mesi di combattimenti, le forze di tre fronti sovietici, grazie a un efficace coordinamento, avanzarono di 600 km verso ovest, sconfissero il Gruppo d'Armate Centro e liberarono i territori della Bielorussia, della Polonia orientale e parti della regione baltica.

Colpo N. 6: L'offensiva Lvov-Sandomierz (luglio-agosto 1944)

Come risultato dell'Operazione Lvov-Sandomierz, il Gruppo d'armate Nord Ucraina ricevette un duro colpo. Trentadue divisioni tedesche persero fino al 70% dei loro uomini e otto furono completamente distrutte. L'Armata Rossa liberò l'Ucraina e tagliò i collegamenti tra i raggruppamenti tedeschi del nord e del sud, costringendo i tedeschi a passare attraverso il territorio ungherese e cecoslovacco.

Colpo N7: L'offensiva di Jassy-Kishinev e Bucarest-Arad, conosciuta anche come la Seconda Offensiva di Jassy-Kishinev (agosto-ottobre 1944)

La schiacciante sconfitta del raggruppamento dell'esercito tedesco-rumeno in Moldavia e lo sfondamento dell'Armata Rossa nel territorio rumeno portarono a un colpo di stato del re Michele I (23 agosto) e all'arresto del maresciallo Ion Antonescu e dei membri del suo governo. La Romania passò dalla parte della coalizione anti-Hitler e alla fine di ottobre il suo esercito aveva aiutato il 2° Fronte Ucraino del maresciallo Rodion Malinovsky a liberare quasi tutto il territorio dalle truppe tedesche e ungheresi.

Colpo N. 8: L'offensiva del Baltico (settembre-novembre 1944)

Anche se, come risultato dell'operazione Bagration, le truppe del Gruppo d'Armata Nord schierate nella regione baltica si trovarono a rischio di essere tagliate fuori dalle principali forze tedesche, Hitler ordinò che la regione dovesse resistere fino alla fine. Provata da pesanti combattimenti, l'Armata Rossa fu costretta a sfondare la difesa del nemico in profondità, in particolare nella zona di Riga e nelle isole dell'arcipelago di Moonsund. Raggiungendo la costa baltica a sud di Memel (Klaipeda) il 10 ottobre, le truppe sovietiche tagliarono fuori il Gruppo d'armate Nord nella Lettonia occidentale. Il raggruppamento nemico sopravvisse fino alla capitolazione finale della Germania.

Colpo N. 9: L'offensiva dei Carpazi Orientali e di Belgrado (settembre-ottobre 1944)

Quando l'Armata Rossa montò la sua offensiva nei Carpazi all'inizio di settembre 1944, dovette farlo in fretta e furia e senza preparativi adeguati: stava infatti rispondendo a un appello di aiuto lanciato dai partecipanti alla rivolta che era scoppiata in Slovacchia alla fine di agosto. Anche se le truppe sovietiche non riuscirono a raggiungere gli insorti, riuscirono a sconfiggere il gruppo d'armate di Heinrici e ad occupare la Slovacchia orientale. Contemporaneamente, le truppe del 3° Fronte Ucraino del maresciallo Fyodor Tolbukhin, insieme a formazioni dell'Esercito di Liberazione Nazionale Jugoslavo, cacciarono il nemico dalla maggior parte del territorio jugoslavo e il 20 ottobre entrarono a Belgrado.

Colpo N. 10: L'offensiva Petsamo-Kirkenes (ottobre-novembre 1944)

Per tutta la durata della guerra i tedeschi non riuscirono a fare progressi significativi nell'Artico sovietico. Tuttavia, all'inizio di ottobre 1944 controllavano ancora il territorio sovietico a ovest di Murmansk, che difendeva la strada verso i depositi di rame, nichel e molibdeno nelle parti settentrionali della Norvegia e della Finlandia, che erano di importanza cruciale per il Terzo Reich. Penetrando la difesa in profondità del nemico in un terreno difficile, le truppe del Fronte Careliano del generale Kirill Meretskov, appoggiate dalle navi della Flotta del Nord e sostenute da assalti via mare, riuscirono a liberare la regione dal nemico, entrando nel territorio norvegese alla fine di ottobre.

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