Ragazzi spericolati, bambini spensierati, anziani premurosi. Sono i soggetti immortalati dal fotografo sovietico Sergej Osmachkin, che con il suo obiettivo ha catturato la vita reale e quotidiana fra i cortili e le strade della sua città, Samara.
Nato nel 1961 nella piccola città di Asha, nella regione di Cheljabinsk, si è trasferito in giovane età a Kuibyshev (oggi Samara), insieme alla famiglia.
Si è avvicinato alla fotografia da ragazzo: a 16 anni realizzava scatti creativi per il club di fotografia locale; a 23 anni era già conosciuto in tutta l’URSS per il suo stile d’autore innovativo e i suoi audaci esperimenti con le ombre, le angolature e i fotomontaggi.
Dalla metà degli anni '80 i suoi lavori sono stati esposti in USA, Spagna, Gran Bretagna, Francia e nella Repubblica Democratica Tedesca. Oggi le sue immagini sono conservate in rinomati musei e biblioteche di Francia, Stati Uniti, Messico e, naturalmente, Russia.
Ora una sua retrospettiva allestita a Mosca rende omaggio alle sue opere.

Due tiri col pallone, 1986
ROSPHOTO
In cortile, 1996
ROSPHOTO
Balli scatenati
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Nuvole, 1986
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Davanti a una chiesa, 2005
ROSPHOTO
Senza titolo
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Ritratto con anatra
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Scultura, 1996
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Piazza di Samara, 1996
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Luce della sera, 2005
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Sculture del parco, 2006
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Sera, 2009
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Giochi d’acqua, 2010
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Senza titolo
ROSPHOTOLa mostra “Sergej Osmachkin. L’espressione della vita quotidiana” (titolo originale, “Сергей Осьмачкин. Проявление обыденности”) sarà aperta dal 19 agosto al 19 settembre 2021 nel Centro Espositivo ROSPHOTO di Mosca
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