Il rublo esiste da 700 anni, ma è quasi impossibile fare confronti tra un prezzo di ieri e di oggi

Storia
GEORGY MANAEV
Il compito dell’attualizzazione del valore della valuta russa (e sovietica) è un compito arduo per storici ed economisti. Ecco perché

Gli zar russi erano ricchi? E come vivevano i nobili russi? Quali oggetti di lusso avevano a disposizione? Quanto costavano? Queste sono le domande a cui ogni storico è costretto a rispondere quando parla della vita del passato. Ma non è sufficiente scrivere “l’abito costava quaranta rubli”. Ci serve capire il valore reale di questi rubli, “convertirli” in denaro moderno. Ma una tale “conversione” in realtà è quasi impossibile, perché il valore del denaro non può essere semplicemente attualizzato, valutandolo separatamente dalla situazione economica e da altri fattori. E in passato le condizioni erano radicalmente differenti.

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Il rublo del Regno russo del XVII secolo e il rublo di Caterina la Grande (sul trono dal 1762 al 1796) sono valute completamente diverse. Inoltre, si deve tener conto della differenza di valore reale della moneta d’argento e di quella di rame nel Regno russo, che pur avevano un valore nominale identico, dopo la riforma monetaria di Aleksej Mikhailovich, iniziata nel 1654. Le monete d’argento erano destinate al commercio con l’Occidente e le monete di rame agli scambi interni. Ma la moneta di rame si deprezzava molto rapidamente (nel 1662, un copeco d’argento veniva ormai scambiato con 15 di rame), il che alla fine portò al “Mednyj bunt”, la Rivolta delle monete di rame dell’agosto 1662. Dall’era di Caterina la Grande, venne poi introdotta in Russia la cartamoneta, e da quel momento è necessario tenere conto della differenza nel valore delle banconote e di una moneta d’argento.

Per non entrare nei dettagli di queste stime, di solito, si cerca di confrontare il prezzo di una cosa con il prezzo di un chilogrammo di patate o di un chilogrammo di carne. Ma anche con un tale confronto, è necessario tenere conto del contesto: ad esempio, prima del tempo di Caterina la Grande, le patate non erano coltivate in modo massiccio in Russia, quindi è necessario cercare qualche altro prodotto per operare il confronto. Quanto al prezzo della carne, nell’era preindustriale, in assenza di fattorie e macelli moderni, era fondamentalmente diverso: la carne veniva consumata dai contadini molto raramente, solo per le feste, e le mucche nelle famiglie normali venivano tenute per il latte, non per la macellazione, e così via. Più in generale, tutti i prezzi del passato sono molto relativi, e spesso non abbiamo nemmeno tutte le informazioni sui prezzi.

Si può provare a confrontare gli ordini di grandezza in termini assoluti. Ad esempio, sappiamo che nella prima metà del XIX secolo una famiglia di contadini poveri spendeva circa 30-50 rubli all’anno: quindi per loro un rublo era un grande valore. Un contadino doveva risparmiare un anno intero, o anche diversi anni, per potersi permettere un nuovo cavallo da tiro pesante. Inoltre, bisogna tenere presente che il denaro in quell’epoca era molto più facile da perdere.

Prima della comparsa delle banconote e dei titoli, il denaro coniato da metalli preziosi nelle zecche statali aveva un proprio valore intrinseco, e quindi, molto più spesso e più facilmente di adesso, diventava oggetto di furto. Andando al mercato per comprare il nuovo cavallo, il contadino doveva portare per lunghi percorsi in una bisaccia tutti i suoi risparmi. In caso di rapina si trasformava immediatamente in un morto di fame. A proposito, era l’incapacità della maggior parte dei servi di gestire gli affari finanziari a legarli al loro proprietario terriero, che li aiutava a gestire le transazioni e le questioni commerciali.

Ma gli stessi proprietari terrieri nobili spesso non erano maestri in materia finanziaria. Dopo l’abolizione della servitù della gleba nel 1861 e l’introduzione da parte dello Stato di un sistema di pagamento per il riscatto delle terre, i proprietari entrarono in possesso di titoli: certificati di riscatto con interessi del 5 per cento, in un sistema nel quale gli ex servi della gleba rimanevano di fatto schiacciati dai debiti.

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Per ricevere gli interessi su questi titoli, il proprietario terriero doveva presentare un certificato di riscatto al Tesoro dello Stato, oppure in genere poteva annullare il certificato e scambiarlo con banconote. Lo Stato aveva dato ai proprietari terrieri uno strumento finanziario che poteva essere usato per commerciare in Borsa e aumentare la loro ricchezza. Ma non sapendo come usarlo, la maggior parte dei nobili russi si limitò a incassare il contante e finì presto in povertà. Tali nobili sono ritratti ne “Il giardino dei ciliegi” di Anton Chekhov.

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Poi, nella nuova Russia bolscevica, nei primi anni regnò il vero caos finanziario: lo Stato proibì il possesso di metalli preziosi e di valuta estera e iniziò a confiscarli alla popolazione. Il denaro si stava rapidamente deprezzando e all’inizio degli anni Venti l’iperinflazione si diffuse in tutto il Paese. La circolazione monetaria si stabilizzò solo nel 1922-1924. Durante il XX secolo, il Paese ha attraversato tutta una serie di riforme monetarie e di denominazione del rublo, rendendo la situazione con il sistema monetario in epoca sovietica e post-sovietica non meno caotica e difficile che nella Russia zarista.

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Quindi, confrontare i prezzi attuali con quelli di ieri e valutare il benessere delle persone del passato è un compito complesso. Tali confronti devono essere effettuati in base a più di un parametro: è meglio tenere conto non solo del livello dei prezzi e dei salari, ma anche, in generale, della disponibilità e del valore del denaro in quell’epoca particolare.


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