Quei progetti (mai realizzati) che avrebbero potuto cambiare il volto della Piazza Rossa per sempre

Storia
ALEKSANDRA GUZEVA
I principali simboli della Russia - il Cremlino e la Piazza Rossa - hanno subìto nei secoli diverse trasformazioni, ma non così radicali da stravolgerne l’aspetto. In realtà, ci fu chi cercò di cambiare il cuore della città... senza riuscirci. Ecco i progetti più curiosi che avrebbero potuto cambiare per sempre il volto di Mosca

Demolire un palazzo e costruirne un altro

Nel XVIII secolo, Pietro il Grande spostò la capitale dell'Impero russo da Mosca alla nuova San Pietroburgo. Mosca quindi perse la sua importanza e il Cremlino smise di essere la residenza degli zar; e visto che tutta la nobiltà seguì lo zar nella nuova capitale, numerosi palazzi e camere principesche all'interno del Cremlino iniziarono a svuotarsi. Gli edifici cominciarono a cadere a pezzi, e così, nella seconda metà del XVIII secolo, l'architetto preferito di Caterina la Grande, Vasilij Bazhenov, propose un progetto su larga scala per ricostruire il Cremlino.

Egli propose di demolire la maggior parte dei vecchi edifici e una porzione delle mura per costruire un Grande Palazzo del Cremlino, che avrebbe circondato la Piazza della Cattedrale e sarebbe sceso fino al fiume Moscova, lungo la collina Borovitskij.

Il progetto fu addirittura avviato, ma quando le vecchie mura del Cremlino iniziarono a essere demolite, sul muro di una delle cattedrali apparvero delle crepe. I costi della nuova costruzione si rivelarono troppo dispendiosi e così le mura furono ricostruite e il progetto abbandonato.

Nuovi viali e moderni edifici governativi

Nel XVIII secolo, la maggior parte degli edifici di Mosca era in legno: per questo in città si verificavano molti incendi. Alla fine del secolo, l'architetto Pyotr Kozhin, a capo del cosiddetto Kamennyj Prikaz (l'ente statale che gestiva la produzione e l'uso della pietra), elaborò un piano di ricostruzione della città che prevedeva la realizzazione di edifici in pietra. E presentò a Caterina la Grande un progetto per la ricostruzione del Cremlino.

L’intenzione dell’architetto non era quella di demolire i vecchi edifici, ma di costruire dei viali di forma regolare e moderni edifici governativi nel cuore della città. 

Alla fine, nemmeno questo progetto fu attuato perché a Kozhin fu assegnato il compito di gestire altri problemi più urgenti.

Tuttavia, Caterina la Grande ordinò di erigere nel Cremlino un nuovo edificio in stile classico, che avrebbe dovuto ospitare il dipartimento del Senato. Fu così eretto il Palazzo del Senato, oggi residenza del presidente della Russia.

La metro sotto le mura del Cremlino

I primi progetti per costruire una metropolitana a Mosca furono presentati alla fine del XIX secolo dagli ingegneri Pyotr Balinskij ed Evgenij Knorre. Il loro piano prevedeva la costruzione di una ferrovia che avrebbe dovuto fare il giro di tutta Mosca e nel centro della città correre sottoterra. La loro proposta prevedeva anche la realizzazione di una stazione ferroviaria centrale proprio sulla Piazza Rossa, vicino alle mura del Cremlino. Ma Nicola II si oppose a questa idea fin dall'inizio.

Gli ingegneri proposero di costruire un enorme ponte ferroviario a due livelli che dal Cremlino avrebbe attraversato il Vasilevskij Spusk e il fiume Moscova. Alla fine, il progetto si scontrò con il parere negativo di troppi oppositori e si giunse alla conclusione che avrebbe rovinato l'aspetto della città.

L'edificio del Narkomtyazhprom nella Piazza Rossa

Fino al 1860, quando fu costruita la Cattedrale di Cristo Salvatore, l'edificio più alto di Mosca era il Campanile di Ivan il Grande al Cremlino. La leggenda narra che ci fosse il divieto di costruire in città qualcosa di più alto del campanile.

Tuttavia, i bolscevichi non si preoccuparono minimamente dei divieti zaristi; il nuovo governo sovietico si trasferì da San Pietroburgo a Mosca e i membri del governo andarono a vivere all'interno del Cremlino (l'ultimo funzionario sovietico ad andarsene fu Kliment Voroshilov, che visse lì con la sua famiglia fino al 1962).

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Nel 1935, Stalin firmò un piano generale per la ricostruzione di Mosca che prevedeva la realizzazione di nuovi viali e l'allargamento di via Tverskaya (che richiedeva anche lo spostamento di diverse case). Inoltre, fu bandito un concorso per la costruzione del Ministero dell'Industria Pesante: il Narkomtyazhprom. Furono presentati diversi progetti e tutti gli architetti proposero edifici giganteschi, che avrebbero richiesto l'espansione della Piazza Rossa e la demolizione della galleria commerciale (l'attuale grande magazzino GUM). Il Cremlino sembrava perdersi sullo sfondo di quei giganteschi edifici. Fortunatamente, nessuno di quei progetti fu mai realizzato.

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